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8 July 2025
Il Lato Oscuro del DMA

                                                                                Il Lato Oscuro del DMA

                                                                                   di Simone Puorto

Il Digital Markets Act (DMA) è nato con l’intento di limitare il potere delle grandi piattaforme digitali – i cosiddetti “gatekeeper” – e promuovere una maggiore equità competitiva. Tuttavia, la sua applicazione nel settore dei viaggi e dell’ospitalità ha rivelato contraddizioni che rischiano di compromettere gli obiettivi iniziali della normativa.

Da un lato, colossi come Google sono stati costretti a implementare cambiamenti significativi per rispettare i requisiti del DMA, tra cui oltre venti modifiche ai propri servizi europei. Dall’altro, alcune imprese sembrano aderire in modo formale e superficiale, evidenziando una frammentazione nell’applicazione della normativa. Questo scenario, anziché ridurre le disparità, sembra amplificarle.

Un caso emblematico è rappresentato dalle modifiche apportate da Google alle proprie funzionalità. Strumenti utili come mappe interattive e informazioni sui voli sono stati ridimensionati o relegati in aree meno accessibili della pagina dei risultati. Questi cambiamenti hanno penalizzato l’esperienza degli utenti e avvantaggiato in modo sproporzionato grandi aggregatori di viaggi, OTA e siti di comparazione. Al contrario, albergatori e piccole imprese del settore hanno visto diminuire la loro capacità di raggiungere i clienti in modo diretto.

Effetti collaterali sul settore alberghiero

Secondo uno studio di D-EDGE (https://www.d-edge.com/the-dma-is-changing-google-search-but-not-how-hoteliers-had-hoped/), l’introduzione del DMA ha generato alcune problematiche significative nel panorama della distribuzione digitale degli hotel.

Ecco i principali punti emersi:

- riduzione del traffico diretto organico: la quota di ricavi diretti derivanti da traffico organico e non a pagamento su Google è scesa dal 66% al 57%;

- declino del traffico organico: si è registrato un calo del 20% del traffico organico verso i siti web degli hotel, probabilmente a causa del posizionamento più basso dei link organici nei risultati di ricerca;

- diminuzione dei ricavi dai Free Booking Links: i ricavi generati dai Free Booking Links sono diminuiti del 32%;

- i costi diretti di distribuzione diretta sono cresciuti del 18%, passando da una media del 3,3% al 3,9%;

- la quota di ricavi da prenotazioni dirette è scesa del 4,3%, attestandosi in media al 28,1%;

- la quota di mercato delle OTA è aumentata, raggiungendo il 62,7%;

- le altre fonti indirette (principalmente Hotelbeds) hanno incrementato la loro quota al 9,1%.

A peggiorare il quadro, l’eliminazione del modello pay-per-stay per le campagne metasearch di Google, avvenuta lo scorso febbraio, a favore di campagne pay-per-click più onerose, aggraverà ulteriormente la situazione, aumentando i costi di distribuzione per i piccoli operatori.
Le OTA, in questo contesto, risultano le principali beneficiarie, mentre i piccoli hotel indipendenti affrontano un calo di traffico diretto e un incremento dei costi operativi. Questo paradosso mette a rischio l’obiettivo principale del DMA: favorire trasparenza e concorrenza.

Il punto di vista di Google

Google ha ufficialmente dichiarato: “Riconosciamo che il DMA richiede cambiamenti significativi ai nostri servizi online in Europa, ma non crediamo che l’obiettivo finale sia impedire ai motori di ricerca di innovare e competere.

Questo approccio ridurrebbe il valore dei nostri servizi per gli utenti e le aziende, impedendoci di mostrare informazioni utili come prezzi e recensioni. Alla fine, ciò ostacolerebbe l’esperienza degli utenti e aumenterebbe i costi per i consumatori”.

 Il test in Europa: un ritorno al passato

In Germania, Belgio ed Estonia, Google ha testato la rimozione di funzionalità avanzate dai risultati di ricerca, tornando al modello “dieci link blu” degli anni 2000. I risultati?

- Insoddisfazione degli utenti: più ricerche per trovare hotel adatti, con molti potenziali clienti che hanno abbandonato senza successo;

- calo del traffico verso gli hotel: le strutture alberghiere europee hanno subito un calo superiore al 10%, mentre il traffico verso le OTA è rimasto stabile.

In risposta, Google ha sospeso il test, sottolineando i rischi di un’applicazione troppo rigida della normativa.

 Conclusione

Il Digital Markets Act, sebbene benintenzionato, sta mostrando limiti significativi. Un approccio disomogeneo e troppo rigido rischia di trasformarlo da strumento di equità a causa di nuovi squilibri nel mercato. Insomma, come abbiamo ripetuto in pù di un’occasione, il DMA si sta sempre più rivelando, più che un Digital Markets Act, un vero e proprio Disaster Marketing Act.



8 July 2025
Didattica innovativa

                                                                                     Didattica innovativa

Formazione e lavoro s’incontrano grazie alla collaborazione tra Fondazione ITS Academy Turismo Veneto e il Comitato Regionale Giovani Albergatori Veneto

Un’iniziativa che ha portato in aula i giovani professionisti dell’hôtellerie per condividere esperienze, visioni e prospettive con gli studenti, offrendo loro un’opportunità unica di dialogo con il mondo del lavoro.

L’ITS Academy Turismo Veneto si conferma una realtà d’eccellenza nella formazione di professionisti del turismo, grazie a un’offerta didattica innovativa e in continua evoluzione. Con dieci corsi biennali attivi in nove sedi del Veneto, l’Academy integra teoria e pratica attraverso laboratori, project work e stage, offrendo agli studenti un’esperienza concreta e orientata al mondo del lavoro.

In questo contesto si è inserito il progetto FederalberghiGiovani@ITSTurismoVeneto, un’iniziativa nata per avvicinare il mondo della formazione a quello dell’ospitalità attraverso un ciclo di incontri svolti tra febbraio e marzo nelle sedi dell’ITS Academy Turismo Veneto.

Un tour formativo tra le eccellenze del Veneto

L’iniziativa ha toccato le sedi ITS Academy da Jesolo ad Abano Terme, da Verona a Bardolino, coinvolgendo centinaia di studenti e numerosi rappresentanti di Federalberghi territoriale, realtà profondamente radicate nei loro contesti locali e consapevoli delle esigenze specifiche del settore. Ogni tappa è stata un’occasione preziosa di scambio e confronto sulle competenze necessarie per affrontare le sfide dell’ospitalità e del turismo, arricchendo il percorso formativo con testimonianze dirette dal mondo del lavoro.

Il tour ha preso il via il 3 febbraio, presso la sede ITS Academy di Jesolo, per poi proseguire con tappe ad Abano Terme, Verona e Bardolino, dove gli studenti hanno potuto confrontarsi con giovani albergatori, esperti del settore e rappresentanti del CRGA Veneto e Federalberghi. Gli incontri hanno toccato temi chiave come innovazione, digitalizzazione, strategie di accoglienza e nuove esigenze del mercato, con particolare attenzione alla sostenibilità e alle evoluzioni delle destinazioni turistiche.

Dal confronto alla crescita professionale

Il valore di questa iniziativa non risiede solo nei contenuti trasmessi, ma soprattutto nelle opportunità di dialogo e networking che ha generato. Il confronto diretto con professionisti del settore ha permesso agli studenti di ampliare la propria visione sulle prospettive lavorative, comprendere meglio le dinamiche dell’ospitalità e sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio futuro professionale.

Grazie alla sinergia tra ITS Turismo Veneto e Federalberghi, questo progetto ha rafforzato il legame tra formazione e realtà professionale, contribuendo a rendere gli studenti protagonisti attivi del proprio percorso di crescita.

Maggiori informazioni sulle attività dell’ITS Academy Turismo Veneto sono disponibili sul sito www.itsturismo.it.             



6 July 2025
Il controllo di gestione

Il controllo di gestione

Programmare, preventivare, misurare e valutare: sono le quattro fasi operative per una corretta analisi delle performance di tutte le attività, soprattutto nel F&B negli hotel

di Giacomo Pini

Se per la parte camere, tra revenue, gestionali e altro, gli albergatori hanno più dimestichezza con i numeri e il loro controllo, la ristorazione, e più in generale il comparto F&B, rimane spesso un punto nevralgico.

Affinché una realtà produttiva sia redditizia e duratura nel tempo, è necessario programmare le fasi in cui si articola l’attività d’impresa, così da ottenere il massimo risultato con un impiego ottimale del tempo e delle altre risorse a disposizione. Questo vale in generale per tutte le aziende e, nello specifico, per la ristorazione dentro gli hotel ancora di più: in molti casi si tratta di aziende nelle aziende, non solo dal punto di vista societario o non necessariamente, ma certamente nella gestione diretta sì.

Al contempo, quindi, è d’obbligo prevenire e attenuare l’impatto di circostanze sfavorevoli che sfuggono al diretto controllo del management.

Le tecniche per rilevare l’efficienza della gestione

Ma cosa intendiamo, esattamente, per controllo di gestione?

è l’insieme di tecniche volte a migliorare il processo decisionale, una serie di attività che, avvalendosi di strumenti contabili, rilevano se la gestione si sta svolgendo in modo efficiente in relazione agli obiettivi strategici. Più precisamente, il controllo di gestione è un processo vero e proprio, fatto di fasi strettamente interconnesse tra loro.

Spesso si tende a confondere il controllo di gestione con qualcuno degli strumenti che lo compongono o che sono necessari per la sua realizzazione. Ad esempio, è comune che venga identificato con la contabilità analitica che, invece, costituisce esclusivamente uno strumento per le imprese che hanno la necessità di applicare la disciplina del controllo di gestione. Accade, inoltre, che il controllo di gestione venga identificato con l’analisi dei costi, ovvero quell’attività di gestione sui costi di tipo efficientistico, che avviene come conseguenza dell’analisi dei costi, anch’essa una componente importante del controllo di gestione, rispetto al quale costituisce però solo una minima parte.

 Le quattro fasi operative del controllo di gestione

Le diverse fasi del controllo di gestione sono:

- Programmazione;

- Budgeting;

- Misurazione e reporting;

- Valutazione.

La programmazione è il processo mediante il quale vengono individuati i programmi di azione da attuare negli anni più ravvicinati e le risorse necessarie per la loro realizzazione.

La redazione del budget, invece, è uno strumento contabile di tipo preventivo che rileva determinate grandezze economiche dell’azienda e confronta i dati preventivi con i dati consuntivi.

Mentre la misurazione e reporting costituiscono l’insieme delle attività mediante le quali sono rilevati, misurati e comunicati i risultati raggiunti, utili per la programmazione dei centri di responsabilità.

La valutazione, infine, costituisce l’ultima fase del processo di controllo. Essa ha inizio con l’analisi dei risultati evidenziati e descritti nei report formali di controllo. La valutazione deve essere effettuata mediante il confronto fra quanto pianificato e quanto raggiunto.

Tale analisi, che costituisce l’essenza del meccanismo di feedback, consente di analizzare le cause che hanno determinato eventuali scostamenti da quanto previsto. Ma anche valutare l’efficienza e l’efficacia delle attività svolte.

è importante sapere che ogni fase deve essere considerata in relazione alle altre.

Ciascuna fase, pur con le proprie finalità e modalità di attuazione, deve essere considerata in maniera unitaria in quanto l’efficacia del controllo di gestione dipende dalla coerenza e dalla compatibilità dei singoli momenti che lo compongono.

è un dato rilevante, infatti, la correlazione esistente fra le diverse fasi che costituiscono il processo di controllo.

Gli obiettivi di budget devono essere definiti coerentemente con i piani di azioni individuati in sede di programmazione e con le risorse disponibili, presenti e future, all’interno dell’azienda. Soltanto in questo modo, i risultati conseguiti dai titolari delle singole unità organizzative possono consentire la soddisfazione delle finalità aziendali.

La valutazione delle performance dei responsabili aziendali deve essere effettuata mediante l’attivazione del processo di feedback e cioè il risultato fra i risultati raggiunti e quelli previsti. A tal fine, i criteri utilizzati per la misurazione devono coincidere con quelli adottati nella definizione degli obiettivi di budget. Le informazioni derivanti da tali attività risulterebbero, altrimenti, non attendibili e significative.

Infine, le informazioni ottenute mediante la rilevazione e la valutazione dei risultati intermedi e finali conseguiti, oltre a costruire la base per la pianificazione dell’attività futura, possono evidenziare incoerenze nei comportamenti assunti dai manager o errori nell’attività di programmazione.

Oltre al meccanismo di feedback, esistono anche altri metodi per la valutazione dei risultati. Quelli raggiunti in un determinato periodo possono essere confrontati con quelli conseguiti in intervalli di tempo precedenti. È necessario sottolineare, tuttavia, che tale tipo di controllo, pur evidenziando l’andamento nel tempo delle prestazioni, non risulta sufficiente per valutare le performance conseguite dai singoli responsabili aziendali.

I centri di responsabilità

“I centri di responsabilità sono quelle unità organizzative il cui titolare è ritenuto responsabile del conseguimento di uno specifico insieme di risultati e/o dell’uso di determinati fattori produttivi” (Merchant K.A., 2001).

Pertanto, insieme al processo di controllo e alla struttura tecnica di supporto, costituiscono un elemento essenziale della dimensione materiale del controllo.

L’insieme dei centri di responsabilità costituisce la mappa delle responsabilità. 

I centri di responsabilità finanziaria si distinguono, in base alle grandezze contabili sulle quali i manager sono responsabilizzati, in: centri di costo, centri di ricavo, centri di profitto, centri di investimento.

 Il controllo di gestione spiegato dagli esperti di Gpstudios

“In breve, il controllo di gestione richiede di trasformare i propri obiettivi in programmi e di gestire il proprio locale facendo attenzione ai tempi necessari per raggiungere ogni singolo obiettivo”.

“è necessario misurare i dati che abbiamo a disposizione, gli obiettivi di lungo termine e le decisioni strategiche devono potersi tradurre in programmi di breve termine, dettagliati e operativi. Così che tutto lo staff, dai vertici in giù, sia aggiornato e agisca nella stessa direzione. Coordinare le risorse umane e i capi dipartimento può essere difficile. Per questo motivo si deve prestare attenzione alle tempistiche nell’attuazione dei programmi: è una catena di montaggio. Se la cucina rimane indietro, anche la sala faticherà a progredire! La verità sta sempre dietro ai numeri. è importante monitorare gli indici di performance per avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo nel nostro ristorante. Così come è importante rilevare i dati con costanza rendendo le nostre misurazioni comparabili con altre rilevazioni interne e con il mercato”.

“In tema di controllo di gestione, l’abitudine del ristoratore è quella di considerare esclusivamente tre macro aree: materia prima, personale e altri costi. Di fatto non è così vero. è reale che ci siano queste tre macro aree, ma la suddivisione all’interno delle stesse deve essere funzionale agli obiettivi dell’azienda. Quindi è troppo semplice definire la materia prima come 1/3 del nostro costo totale. Bisogna capire se la proposta di ristoratore è funzionale con quello che è il risultato. Stesso discorso vale per il costo del personale. Possiamo definire una determinata soglia, ma dobbiamo poi valutare se è funzionale con il business plan dell’azienda. Per approfondire questa tematica Gpstudios ha creato Risto Boom School (https://lp.gpstudios.it/landing-ristoboom/). Durante le giornate di formazione di Risto Boom avremo modo di analizzare diversi casi specifici e indicatori pratici che permettono di verificare se state raggiungendo gli obiettivi che vi siete preposti a monte”.



20 June 2025
Integrazione nel mondo del lavoro di lavoratori stranieri in situazioni di vulnerabilità

L’ENTE BILATERALE NAZIONALE DEL TURISMO E TRE MINISTERI SIGLANO UN PROTOCOLLO PER FAVORIRE L’INSERIMENTO SOCIO LAVORATIVO DEI TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE

LA RETE DEGLI ENTI BILATERALI TERRITORIALI OFFRIRA’ PERCORSI FORMATIVI E FAVORIRA’ L’INSERIMENTO NELLE AZIENDE DEL SETTORE

L’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo (EBNT), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero dell'Interno e il Ministero del Turismo hanno siglato un protocollo per favorire l'inserimento socio lavorativo di persone titolari di protezione internazionale e temporanea e di altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità.

“Abbiamo promosso quest’intesa - ha dichiarato Alessandro Nucara, presidente di EBNT - con l’obiettivo di coniugare le esigenze del mercato del lavoro con l’esercizio di una responsabilità volta a facilitare e sostenere processi di inclusione sociale e lavorativa.”

“Siamo fortemente convinti – ha detto Stefano Franzoni, vicepresidente di EBNT – che un mercato del lavoro più equo e inclusivo non solo favorisca la crescita economica, ma contribuisca anche a costruire comunità più coese e resilienti”.

La rete degli enti bilaterali del turismo, in sinergia con i tre Ministeri, offrirà percorsi formativi dedicati e altre misure di politica attiva del lavoro e promuoverà esperienze nelle aziende del settore, con l’obiettivo di un successivo inserimento lavorativo.

Inoltre, gli interventi formativi previsti dal protocollo potranno beneficiare del sostegno del fondo interprofessionale per la formazione continua nel settore terziario (For.Te.).

 FOCUS SUI LAVORATORI STRANIERI NEL SETTORE TURISMO

 Nel 2024, i lavoratori dipendenti stranieri nelle imprese italiane del settore turismo sono stati 420.528 in media d’anno, ovvero il 28,1% del totale.

Il dato è in costante aumento, con una variazione positiva del +12,4% rispetto all’anno precedente e del +29,5% rispetto al 2019. Merita sottolineare che il tasso di crescita è superiore a quello medio del settore, che si è attestato rispettivamente al +7,4% e +15,1%.

Il 44,8% dei lavoratori stranieri del turismo è di sesso femminile. I giovani sotto i 40 anni sono quasi il 60% (59,7%). Più della metà (51,2%) ha un contratto a tempo indeterminato.

Se si considerano i dati in valore assoluto, la regione con il maggior numero di lavoratori stranieri è la Lombardia (84.914), seguita dal Lazio (47.499), dal Veneto (44.658) e dall’Emilia-Romagna (44.578).

In termini percentuali, gli stranieri rappresentano il  40,7% dei lavoratori dipendenti da aziende del turismo in Trentino-Alto Adige, il 34,9% in Liguria, il 33,4% in Friuli-Venezia Giulia e il 32,5% in Toscana.

Se si guarda alla provenienza geografica dei lavoratori, al primo posto troviamo la Romania, seguita nell’ordine da Albania, Bangladesh, Cina, Marocco, Ucraina, Filippine, Moldova e Pakistan.

 fonte: Osservatorio sul mercato del lavoro nel settore turismo di EBNT (elaborazioni su dati INPS, fondo FAST e fondo EST)



14 June 2025
Rimini, dal 16 giugno Spiaggia Libera Tutti, spazio senza barriere

Da lunedì 16 giugno a Rimini, all’ombra della Ruota Panoramica, nasce un luogo speciale: una spiaggia libera davvero aperta a tutti. Un posto pensato per chi ama il mare e desidera viverlo senza barriere.

Si tratta di  Spiaggia Libera Tutti, uno spazio curato e inclusivo, un progetto innovativo e pensato per garantire l’accesso al mare a tutti, con particolare attenzione a chi ha disabilità motorie, sensoriali o cognitive, dove vivere la spiaggia sentendosi accolti: ci saranno ampie passerelle che arrivano fino all’acqua, 16 gazebo su pedane, prenotabili, che offrono riparo dal sole, docce calde, servizi igienici accessibili e sedie da mare per facilitare l’ingresso in acqua, personale formato e sempre disponibile.

Aperta tutti i giorni, dal 16 giugno all’8 settembre, dalle 7:30 alle 19:30, Spiaggia Libera Tutti offre una gamma di servizi gratuiti pensati per garantire un’esperienza piacevole e inclusiva.

 La prenotazione delle postazioni è obbligatoria e avviene esclusivamente tramite telefono o whatsApp (numero +39 3514980236) oppure on line al sito https://www.spiaggialiberatutti.it/. Un operatore ricontatterà l’utente per confermare la prenotazione.


Le prenotazioni sono valide solo se confermate dallo staff. Questa modalità permette ai gestori di conoscere in anticipo l’utente, capire al meglio le necessità di ognuno e informare rispetto ai servizi e alle condizioni della spiaggia.
È possibile ricevere informazioni anche via email (info@spiaggialiberatutti.it).

È consentito prenotare per un massimo di 7 giorni consecutivi, anche per mezza giornata, per garantire l’accesso al maggior numero possibile di utenti.

In caso di posti esauriti, verrà istituita una lista d’attesa ordinata cronologicamente. Le disponibilità liberate saranno offerte agli utenti in attesa tramite contatto telefonico.

 A gestire per questa prima estate il progetto Spiaggia Libera Tutti è la cooperativa sociale Onlus “Amici di Gigi”, soggetto capofila di un gruppo che vede la presenza di Club Nautico di Rimini, Soc. Coop. Sportiva Dilettantistica RiminiUp, Cooperativa sociale Service Web, Inopera Impresa sociale, Cooperativa Bagnini Rimini sud e The Beach Srl.  

 Spiaggia libera Tutti Rimini

L.go Ruggero Boscovich, 47921 Rimini

 Orari di apertura e servizi

Dal 16 giugno all’8 settembre 2025, tutti i giorni dalle 7:30 alle 19:30. Tutti i servizi sono gratuiti. Le postazioni, i servizi e gli ausili sono pensati per accogliere persone con disabilità e offrire supporto anche ai loro accompagnatori, per garantire un'esperienza balneare accessibile, sicura e serena.



3 June 2025
Monossido di carbonio, il killer silenzioso

                                                                      Monossido di carbonio, il killer silenzioso

                                                                                     di Gioacchino Giomi

Il monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, è un gas tossico particolarmente insidioso per via della sua invisibilità: è inodore, insapore, incolore e non irritante, pertanto non è rilevabile dai nostri sensi.

Ha una densità simile a quella dell’aria, è infiammabile e si forma principalmente attraverso la combustione incompleta di materiali contenenti carbonio, come carbone, legno, olio, gas metano e GPL.

In parole semplici, quando c’è una buona ossigenazione della combustione, l’atomo di carbonio si lega a due atomi di ossigeno, generando anidride carbonica (CO2); nel caso in cui ci sia poco ossigeno a disposizione della combustione, all’atomo di carbonio si lega un solo atomo di ossigeno, generando il monossido di carbonio (CO).

Le fonti più comuni di questo gas includono i fumi degli incendi, i gas di scarico dei motori a combustione e gli impianti di riscaldamento e cottura, come stufe a kerosene, gas e legno, caldaie, scaldabagni, caminetti e bracieri. Il CO può provenire anche da fonti esterne, soprattutto nei luoghi vicini a garage, autofficine o strade ad alta intensità di traffico.

Nei locali di vita, la concentrazione media di CO è generalmente compresa tra 1.5 e 4.5 mg/m3; tuttavia, in presenza di fonti di combustione e ventilazione inadeguata, i livelli possono aumentare rapidamente, arrivando anche a 60 mg/m3.

Il monossido di carbonio è particolarmente nocivo per la salute umana, poiché, se inalato, si lega all’emoglobina presente nel sangue al posto dell’ossigeno, formando carbossiemoglobina, riducendo così la capacità del sangue di trasportare ossigeno e causando effetti tossicologici di varia gravità.

Concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3, corrispondenti a livelli di carbossiemoglobina sotto il 3%, non causano effetti significativi sulla salute negli individui sani; tuttavia, in persone con patologie cardiache, anche basse concentrazioni possono scatenare crisi anginose.

A livelli più elevati, si manifestano sintomi come cefalea, confusione, disorientamento, vertigini, visione alterata e nausea. Concentrazioni molto alte possono portare a coma e morte per asfissia. I gruppi più vulnerabili comprendono anziani, persone con problemi cardiovascolari e respiratori, donne in gravidanza, neonati e bambini.

In Italia, le statistiche più recenti registrano annualmente tra 160 e 200 morti per intossicazione involontaria da monossido di carbonio.

Il trattamento delle intossicazioni da CO è cruciale per prevenire danni cerebrali e complicazioni; all’individuo colpito deve essere garantita una ventilazione adeguata e immediatamente somministrato ossigeno. L’ossigenoterapia iperbarica, riservata ai casi più gravi, accelera l’eliminazione del CO dal sangue, alleviando i sintomi e prevenendo danni neurologici permanenti.

Data la pericolosità di questo gas, che è inodore, insapore, incolore e non irritante e la cui presenza è percepibile solo tramite appositi rilevatori, è fondamentale essere consapevoli delle condizioni in cui può svilupparsi. Ecco alcuni consigli pratici per proteggere sé stessi e gli altri dalla minaccia di questo gas:

- in caso d’incendio: è fondamentale uscire immediatamente e far evacuare le persone presenti dai locali interessati e da quelli circostanti;

- ventilazione adeguata: assicurarsi che gli ambienti siano ben ventilati, specialmente durante l’uso di apparecchi a combustione (camini, stufe a fiamma libera, bracieri, ecc.). Aprire finestre e porte riduce il rischio di produzione e accumulo di CO;

- manutenzione degli apparecchi: tutti gli apparecchi a combustione devono essere controllati regolarmente da tecnici qualificati per garantire un funzionamento sicuro e privo di emissioni di CO;

- controllo delle canne fumarie: far verificare da un tecnico qualificato che le canne fumarie siano libere da ostruzioni e prive di crepe, che potrebbero consentire al CO di diffondersi negli ambienti;

- uso di combustibili appropriati: utilizzare solo combustibili raccomandati per gli apparecchi a fiamma libera, seguendo le indicazioni del fabbricante, evitando materiali non destinati alla combustione, come plastica o rifiuti;

- uso corretto di generatori di corrente: se si utilizzano generatori a combustione interna, posizionarli all’esterno, lontano da finestre e porte, per evitare l’ingresso di gas di scarico nell’edificio;

- attenzione ai veicoli: non lasciare mai un veicolo con motore a combustione acceso in un garage chiuso, anche se la porta è aperta; il CO può accumularsi rapidamente negli spazi chiusi e diffondersi in quelli circostanti;

- installazione di rilevatori di CO: è consigliabile far installare da tecnici qualificati rilevatori di monossido di carbonio nei locali con apparecchi a fiamma libera (fornelli, stufe, camini, caldaie, ecc.), e in quelli dove passano canne fumarie, specialmente nelle camere da letto e nelle aree comuni. Questi dispositivi, dal costo  modesto, sono fondamentali, e devono avere la marcatura CE;

- piano di emergenza: predisporre un piano di emergenza che preveda un luogo sicuro, preferibilmente all’aria aperta, dove ritrovarsi in caso di allerta per presenza di CO e informare le persone sul comportamento da adottare;

- educazione e sensibilizzazione: informarsi sui sintomi dell’intossicazione da CO (bassi livelli possono causare mal di testa, vertigini, affaticamento e nausea; alti livelli possono portare a confusione, perdita di coscienza e, nei casi estremi, morte). Se si sospetta un’intossicazione da CO, uscire immediatamente e portare le persone all’aria aperta, cercando prontamente assistenza medica.

La progettazione, installazione, collaudo e manutenzione dei sistemi a combustione devono rispettare le normative vigenti in materia di sicurezza, in particolare il D.M. 37/2008 e le norme tecniche di sicurezza UNI e CEI. I soggetti abilitati devono fornire al committente una dichiarazione di conformità degli impianti alla normativa vigente.

Il monossido di carbonio è un inquinante pericoloso che può avere gravi conseguenze sulla salute. Comprendere le sue fonti, i suoi effetti e le misure di prevenzione è essenziale per proteggerci.

Investire in educazione, tecnologia e normative appropriate contribuisce sensibilmente a ridurre il rischio di avvelenamento da CO e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.



1 June 2025
Turismo accessibile, da dove cominciare

                                                         Turismo accessibile: da dove cominciare?

                                                                             di Roberto Vitali

Quando si parla di accessibilità, la conversazione spesso si riduce alla “camera per disabili”, come se fosse l’unica risposta alle esigenze di accessibilità di chi viaggia. Ma è davvero sufficiente? Ci siamo mai chiesti quali sono realmente gli ospiti che necessitano di una maggiore qualità dei servizi, degli ambienti, delle dotazioni, delle relazioni?

Essendo la disabilità il risultato della relazione tra la condizione di salute della persona e l’ambiente in cui si trova, è quest’ultimo che determina “quando” e “quanto” una persona è disabile e non la sua condizione. In ogni momento chiunque può agire da barriera o facilitatore (sia come singola persona o per i comportamenti sociali), aumentando o diminuendo la disabilità di una persona. Non è necessaria quindi una certificazione medica per avere esigenze di accessibilità perché chiunque, in momenti diversi della vita, può manifestarle. Accessibilità, quindi, è sinonimo di qualità per tutti.

L’accessibilità inizia ben prima dell’arrivo in hotel. Oggi, la porta d’ingresso è rappresentata dal sito internet e dai canali social, che devono fornire informazioni chiare, dettagliate e soprattutto accessibili. Entro giugno 2025, l’European Disability Act renderà obbligatorio avere siti conformi ai parametri WCAG 2.2 e WAI, ma non basta un semplice tool per adeguarsi: è necessario rendere il contenuto facilmente fruibile a tutti (vedi indicazioni AgID: https://accessibilita.agid.gov.it/).

Le informazioni che contano

Vi siete mai chiesti se le informazioni che offrite rispondano anche alle domande di un ospite con esigenze di accessibilità?

• avete una pagina dedicata all’accessibilità in home page?

• indicate semplicemente “accessibile ai disabili” con il simbolo      ?

• l’informazione è nascosta tra le descrizioni delle camere o dei servizi?

• siete sicuri che il simbolo sia sufficiente a rassicurare il cliente?

La risposta è no.

Chi cerca un hotel accessibile ha bisogno di certezze, non simboli generici. L’accessibilità comincia ben prima della camera: dai collegamenti con i mezzi di trasporto pubblici, alla facilità del percorso che conduce all’hotel, fino all’ingresso e alle aree comuni.

Comunicare l’accessibilità

Per offrire un’informazione utile e chiara, iniziate raccontando cosa rende accessibile il vostro hotel:

• descrivete le camere, i bagni e le eventuali dotazioni (ad esempio: presenza di maniglioni e sedia doccia);

• parlate dell’accessibilità delle aree comuni: ingressi, ascensori, ristoranti, sale convegni, palestre, spa, ecc.;

• ricordate che l’accessibilità non è solo motoria e inoltre una persona con una carrozzina elettronica ha esigenze diverse da chi usa una sedia manuale o un deambulatore;

• non dimenticate le esigenze sensoriali (come cecità, sordità, ipoacusia e ipovisione) e cognitive (autismo, sindrome di Down, seniority), molto spesso trascurate.

Un esperimento pratico

Volete davvero capire dove migliorare? Provate a “cambiare punto di vista”. Noleggiate una sedia a ruote e percorrete il vostro hotel: dall’ingresso alla camera, fino al ristorante o alla sala wellness. Scoprirete ostacoli inaspettati e dettagli migliorabili che non avete mai notato. Mettersi nei panni di un ospite con esigenze di accessibilità è un esercizio dirompente e illuminante.

 L’accessibilità come valore aggiunto

Garantire un’ospitalità accessibile non è solo una questione etica, ma anche un’opportunità economica. Il turismo accessibile è un mercato in crescita che richiede strutture preparate e attente ai dettagli. Non aspettate che un ospite debba chiedervi se siete accessibili: raccontateglielo, chiaramente e con precisione, fin dal vostro sito.

L’accessibilità comincia con un’informazione oggettiva e finisce con un’ospitalità che mette davvero le persone al centro. Perché un hotel accessibile è un hotel che accoglie tutti, senza lasciare indietro nessuno.



1 June 2025
Machina Sapiens, il libro di Cristianini sull'algoritmo che cambierà il mondo

                                                                        Un incontro che cambierà il mondo

                                                            Volevamo costruire qualcosa, stiamo creando qualcuno?

Machina Sapiens, libro di Nello Cristianini sull’algoritmo dell’intelligenza artificiale e le implicazione nel prossimo futuro

 Le macchine possono pensare? Questa domanda inquietante, posta da Alan Turing nel 1950, ha forse trovato una risposta: oggi si può conversare con un computer senza poterlo distinguere da un essere umano.

I nuovi agenti intelligenti come ChatGPT si sono rivelati capaci di svolgere compiti che vanno molto oltre le intenzioni iniziali dei loro creatori, e ancora non sappiamo perché: se sono stati addestrati per alcune abilità, altre sono emerse spontaneamente mentre “leggevano” migliaia di libri e milioni di pagine web.

È questo il segreto della conoscenza, ed è adesso nelle mani delle nostre creature? Cos’altro può emergere, mentre continuiamo su questa strada?

Anche se il meccanismo matematico che sta alla base di questi sistemi è abbastanza semplice, la loro intelligenza nasce dall’interazione tra questo meccanismo e una quantità straordinaria di testi, che nessuno ha mai provato a connettere e distillare prima d’oggi.

Il risultato di questo incontro, che viene definito “modello del linguaggio”, possiede abilità ancora inesplorate e inspiegate.

Nello Cristianini, docente di intelligenza artificiale all’Università di Bath, ci guida lungo un percorso che parte da lontano, dall’interrogativo posto da Turing più di settant’anni fa, passa per la realizzazione nel 2017 dei “Transformer” – algoritmi in grado di analizzare rapidamente grandi quantità di testo – sino ad arrivare alla nascita di ChatGpt nel 2023.

Di sicuro, ChatGPT è un abile conversatore ed è così che si è fatto conoscere. Ma ambisce a diventare ben di più: un oracolo, al quale chiederemo informazioni e consigli su una varietà di argomenti diversi, dalla medicina alla giurisprudenza.

Al momento si comporta come un decatleta: non batte i campioni in nessuna specialità, ma si qualifica tra i primi in quasi tutte.

E noi? L’incontro con questa nuova entità compone una serie di domande: possiamo fidarci? Cosa sa veramente? Come pensa?

Di alcune cose possiamo essere certi. Primo: il comportamento di queste nuove macchine intelligenti è diverso da quelle della generazione precedente, ovvero è sicuramente cambiato qualcosa. Secondo: questa differenza non è stata pianificata da qualcuno, si è manifestata da sola, sorprendendo anche i suoi stessi creatori. In altre parole, è “emersa” spontaneamente dall’interazione delle sue parti, tra loro e con l’ambiente.

Stiamo ancora cercando di capire cosa sappia questo meccanismo, di noi e del mondo, e cosa potrebbe imparare in futuro.

Quali altre abilità emergeranno mentre continuiamo a esplorare questo metodo? È possibile che le macchine comprendano cose che noi non potremo mai capire? Saremo in grado di controllare un’entità più intelligente di noi?

Secondo Cristianini, tutti gli indizi dicono che possiamo aspettarci che nuove abilità emergano spontaneamente, seguendo questa strada. Quello che non sappiamo è se ci stiamo avvicinando a una soglia critica oltre la quale le macchine avranno prestazioni sovrumane. In altri termini: una volta che le macchine raggiungono abilità di livello umano, c’è un motivo teorico per aspettarsi che il progresso si fermi esattamente a quel punto?



28 May 2025
Legge di bilancio 2025

                                                                                  Legge di bilancio 2025

 

Tra le novità più importanti, il taglio delle aliquote agevolative dei bonus edilizi “minori”, la semplificazione e il potenziamento del bonus Transizione 5.0 e la proroga del Fondo di garanzia per le PMI

  La Legge di bilancio 2025 non ha introdotto nuovi strumenti di agevolazione, ma è intervenuta su numerose misure già esistenti, muovendosi principalmente in due direzioni: da un lato, prorogando incentivi in scadenza al 31 dicembre 2024, e, dall’altro, ridefinendo la disciplina di diversi bonus.

Di seguito, una sintesi delle principali previsioni in materia di agevolazioni.

 Ecobonus e sisma bonus

La detrazione per l’“ecobonus” e per il “sismabonus” spetta anche per le spese, documentate, sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, ma viene ridotta al 36% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30% di quelle sostenute negli anni 2026 e 2027.

La detrazione spettante per gli anni 2025, 2026 e 2027 è innalzata al 50% delle spese per l’anno 2025, e al 36% di quelle per gli anni 2026 e 2027, solo nel caso in cui le medesime spese siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

 Credito d’imposta Transizione 5.0

Sono introdotte alcune modifiche alla disciplina del credito d’imposta Transizione 5.0:

- si eleva al 35% del costo l’importo del credito d’imposta per la quota degli investimenti compresi tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro (precedentemente pari al 15%), prevedendo specifiche modifiche normative di coordinamento;

- si prevede che, per le società di locazione operativa, il risparmio energetico conseguito può essere verificato rispetto ai consumi energetici della struttura o del processo produttivo del noleggiante, ovvero, in alternativa, del locatario;

- si prevede che la riduzione dei consumi energetici sia considerata in ogni caso conseguita nei casi di progetti di innovazione realizzati per il tramite di una società di servizi energetici (ESCo) in presenza di determinate condizioni.

 Fondo di garanzia per le PMI

Viene prorogato dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 il termine di operatività della disciplina del Fondo di garanzia PMI, parzialmente derogatoria di quella ordinaria e, contestualmente, vengono apportate alla stessa disciplina talune modifiche:

- la percentuale massima di copertura del Fondo per il finanziamento di esigenze di liquidità viene portata al 50% per tutte le PMI, a prescindere dalle fasce del modello di valutazione cui appartengono;

- si riconosce la percentuale massima di copertura del Fondo dell’80% in relazione alle operazioni finanziarie di importo fino a 100mila euro – anziché 80mila euro come attualmente previsto – nel caso di riassicurazione richiesta da garanti autorizzati.

 Nuova Sabatini

Viene rifinanziata l’autorizzazione di spesa relativa alla “Nuova Sabatini”, misura di sostegno agli investimenti in beni strumentali (acquisto o acquisizione in leasing) da parte di micro, piccole e medie imprese.

Il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” è di 400 milioni di euro per l’anno 2025, di 100 milioni di euro per l’anno 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.                              A.G.



28 May 2025
SearchGPT, Google SGE, Perplexity e Meta, il futuro della ricerca conversazionale

SearchGPT, Google SGE, Perplexity e Meta: il futuro della ricerca conversazionale

di Simone Puorto

Negli ultimi mesi stiamo entrando in quella che amo definire un’era di “post-ricerca”, un momento di trasformazione che, come afferma Ghergich (OpenAI’s new search engine sets off sparks of change, msn.com/en-us/news/technology/openais-new-search-engine-sets-off-sparks-of-change/), ricorda i primi anni Duemila, quando Google rimpiazzò Yahoo e il mercato si spostò da un modello basato su directory a uno fondato sulla ricerca. Oggi, dopo un quarto di secolo in cui quest’ultima è stata il cuore pulsante del web, vediamo emergere un paradigma incentrato sulla generazione.

Nel mio ultimo libro, We are the Glitch (vedi Turismo d’Italia, gen-apr 2024, pag. 65, ndr), ho esplorato a fondo questo tema, prevedendo, tra le altre cose, l’ingresso di OpenAI nel mondo della search, una mossa concretizzatasi pochi giorni fa. Non è una questione di preveggenza, poiché era evidente, per chi sapesse dove guardare, che l’AI generativa avrebbe inevitabilmente influenzato anche il modo in cui interagiamo con i contenuti online.

“Da un punto di vista ipotetico – scrivevo nel libro – strumenti come ChatGPT potrebbero un giorno diventare le interfacce primarie o, in alcuni casi, persino le uniche per accedere al web”. Ed è esattamente ciò che sta facendo ChatGPT, sette mesi dopo la mia previsione, integrando la ricerca direttamente all’interno della propria interfaccia, anziché lanciare SearchGPT come prodotto separato.

ChatGPT non è l’unica a muoversi in questa direzione, e per buone ragioni: la ricerca online è un mercato da oltre 200 miliardi di dollari, dominato finora in Occidente da Google. Tuttavia, nuovi attori stanno rapidamente emergendo, come Perplexity, e, stando alle prime indiscrezioni, anche Meta.

Naturalmente, Google non sta a guardare. A oggi, la sua Search Generative Experience (SGE) è attiva in 120 Paesi e, sebbene ancora non lo sia in Europa (a causa delle diverse normative in termini di privacy), Google sta lavorando per garantire la conformità legale in vista dell’imminente lancio anche nel nostro Continente.

Ma, in sostanza, qual è la vera differenza tra la ricerca generativa e quella tradizionale?

Innanzitutto, i motori di ricerca tradizionali rispondono alle nostre domande con una lista di link, costringendo gli utenti a navigare tra diverse fonti. I motori generativi, al contrario, forniscono risposte in maniera conversazionale, consentendo domande di approfondimento e follow-up. Si tratta di una ricerca che (finalmente) comprende la nostra lingua, non solo il linguaggio della SEO (search engine optimization), che in questo scenario rischia di diventare (come sostengo da anni) irrilevante. La ricerca generativa, inoltre, si adatta ai comportamenti e alle preferenze degli utenti, offrendo risposte personalizzate che rispecchiano meglio le esigenze individuali, mentre la ricerca tradizionale si limita a risultati uniformi basati su algoritmi statici.

Un esempio concreto: cercando “miglior hotel a Roma con rooftop” oggi, si ottiene una lista di risultati organici, preceduti da link sponsorizzati.

La stessa ricerca su un motore di ricerca generativo, invece, produce un risultato completamente diverso: “Se stai cercando hotel a Roma con rooftop spettacolari, non puoi perderti [nome hotel]. Questo hotel vanta uno dei rooftop più iconici della città, con una vista mozzafiato su Roma, da Villa Medici al Tevere. È il posto ideale per rilassarsi durante il giorno o per un aperitivo al tramonto. L’ambientazione è curata nei minimi dettagli e la proposta gastronomica è di alto livello, ideale per chi cerca cocktail raffinati in un’atmosfera elegante”.

E tutto questo, ricordiamolo, senza mai lasciare la pagina dei risultati. Insomma, il web è nato con le directory, è progredito con la ricerca, e oggi sembra pronto per un nuovo capitolo, fatto di un’interazione più semplice e vicina ai modelli cognitivi e conversazionali umani.

Ora, la domanda fondamentale è: siamo pronti?