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Anche nel 2025 Centrale District di Milano aderisce alla Giornata mondiale della consapevolezza dell’Autismo. Alcuni grandi alberghi che fanno parte del Distretto, insieme a Mercato Centrale, mercoledì 2 aprile saranno illuminati di blu, dal 2007 il colore scelto dall’Onu come simbolo di questa giornata.
Saranno gli hotel Duo Milan Porta Nuova, , Best Western Hotel Madison, INNSiDE by Meliá Milano Torre GalFa, Hyatt Centric Milan Centrale, NYX Hotel Milan, Starhotels Anderson e Starhotels E.c.ho e Mercato Centrale.
Rimanendo nel solo mondo scolastico, secondo dati Istat del 2023, sono intorno ai 338 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane e di questi, l’Asd, il disturbo dello spettro autistico, rappresenta il 31,8% del totale, cioé 107mila ragazzi.
“Nella mia qualità di presidente anche di Federalberghi Milano, Lodi Monza/Brianza stiamo dando avvio ad un corso che mette l’inclusione al centro del rapporto tra imprese e personale dipendente. Le aziende devono diventare consapevoli che l’inclusione è un’opportunità che porta alla crescita professionale dei propri dipendenti”, il commento del presidente di Centrale District Maurizio Naro.
"I dati Istat - continua la vice presidente di Centrale District Camilla Doni– ci richiamano a maggior ragione al dovere di includere. Chi come noi accoglie ogni giorno a Milano persone che arrivano da tutto il mondo e dalle esperienze più diverse, sa quanto le differenze siano una ricchezza da valorizzare a 360 gradi. Il Best Western Hotel Madison, socio di Centrale District, da tempo ha messo in campo una serie di accorgimenti destinati all’accoglienza specifica delle persone autistiche: dall’attenzione ai suoni e rumori, all’uso del monocromo. Stiamo inoltre ragionando come Distretto su stage e assunzioni formative mirate ai ragazzi nello spettro autistico”.

All’ITS Academy Fondazione Archimede di Siracusa, di cui è socio fondatore U.R.A.S. - Federalberghi Sicilia, sta nascendo un progetto pionieristico, ossia l’introduzione sperimentale di un modulo di Lingua Italiana dei Segni, LIS, nei corsi formativi, con l’obiettivo dichiarato di “renderlo permanente nei prossimi anni”.
Dietro questa iniziativa c’è una rete di collaborazioni eccellenti, che unisce il mondo della formazione con quello dell’associazionismo e della pedagogia. Bernadette Lo Bianco, presidente dell’associazione “Sicilia Turismo per Tutti” e docente esperta di turismo accessibile, ha portato la sua esperienza e passione nel progetto, fornendo una visione chiara di quanto l’accessibilità sia fondamentale nel settore turistico. Accanto a lei operano Andrea Burgio e Teresa Alcoraci, formatori esperti in LIS.
E non si tratta di un semplice corso facoltativo ma, piuttosto, di un deciso passo avanti verso un’educazione aperta a tutti, in linea con i valori di inclusività e accessibilità.
“La LIS, riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano come lingua a tutti gli effetti, non è un linguaggio “minore” né una mimica, ma una vera lingua naturale con una propria grammatica e cultura. Integrare la LIS nei programmi didattici significa dunque abbattere barriere comunicative e creare ponti: gli studenti udenti imparano a comunicare con i coetanei sordi, e questi ultimi trovano finalmente spazio e riconoscimento attivo nella vita accademica. In un Paese che solo di recente ha colmato il vuoto normativo sul riconoscimento della LIS, l’ITS Archimede si pone come apripista, dimostrando sensibilità verso la comunità sorda e impegnandosi a formare professionisti capaci di accogliere chiunque”.
Un ulteriore segno, se ce ne fosse bisogno, che l’inclusività, attraverso una sinergia tra esperti e territorio, è un progetto vincente.

Il 15 febbraio a Taranto un incontro organizzato da Safespro APS esplorerà “strategie e opportunità per promuovere un turismo accessibile e inclusivo, coinvolgendo professionisti compresi gli albergatori e istituzioni del settore”.
L’evento si inserisce all’interno del progetto S.E.N.T.I.E.R.I, finanziato dalla regione Puglia e da Pugliapromozione, che mira a sviluppare pratiche inclusive e sostenibili nel turismo, anche con la consapevolezza “il turismo accessibile è un motore di crescita non solo economica, ma anche sociale”.
Uno degli aspetti presi in considerazioni sarà la presentazione di dati di mercato riguardanti il turismo accessibile, a cura di Carmen Valente e Andrea Marulli. Durante questo intervento, verrà analizzato il crescente interesse per le offerte turistiche senza barriere, evidenziando come questo nuovo focus stia influenzando positivamente le imprese del settore.
La relazione metterà in luce non solo le necessità sociali, ma anche i vantaggi economici legati all’accessibilità, contribuendo a far comprendere come un cambio di paradigma possa rappresentare un valore aggiunto per gli operatori turistici. Un’analisi basata su informazioni concrete offrirà spunti preziosi per il futuro del settore.
“Partendo dalle effettive esigenze delle persone con disabilità, la progettazione e sperimentazione dei percorsi ha richiesto un’analisi dettagliata delle problematiche esistenti. Le fasi di testing sul campo hanno portato a un miglioramento continuo, creando un modello di turismo inclusivo che potrebbe servire da esempio per altre”.
Un elemento chiave del progetto sono stati i tirocinanti, che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione di percorsi turistici accessibili. “Grazie al loro contributo, è stato possibile identificare criticità e testare soluzioni”. Durante l’evento, alcuni di loro condivideranno esperienze personali, sottolineando come il loro coinvolgimento abbia arricchito il progetto e contribuendo a ottimizzare l’offerta turistica.
Queste testimonianze serviranno a evidenziare non solo i punti di forza della proposta, ma anche gli aspetti da migliorare, fornendo un quadro realistico dell’impatto del progetto nel territorio tarantino.
Francesco Marangi, esperto in finanza agevolata, interverrà per illustrare le opportunità di finanziamento disponibili per le imprese desiderose di adeguarsi alle normative di accessibilità. L’adeguamento delle strutture è essenziale per ampliare il mercato di riferimento e migliorare la qualità dell’accoglienza.
Informazioni pratiche su come accedere a incentivi e contributi destinati al turismo inclusivo rappresentano un’opportunità concreta per gli operatori del settore, permettendo loro di allinearsi alle crescenti richieste di accessibilità.
Marcello De Paola, rappresentante di Federalberghi Taranto, parlerà dell’atteggiamento del settore alberghiero sul tema dell’accessibilità. La sua prospettiva aiuterà a comprendere come le strutture ricettive stiano affrontando le sfide imposte da una clientela sempre più attenta alle questioni di inclusione.
La chiusura dell’incontro sarà affidata a Brigida Nigro, atleta paralimpica italiana e ambasciatrice del progetto S.E.N.T.I.E.R.I.. La sua storia rappresenta un potente messaggio di inclusione sociale e personale, dimostrando come l’accessibilità nel turismo possa essere un potente volano per vivere esperienze autentiche.

L’incentivo per l’abbattimento, o l’eliminazione, delle barriere architettoniche,
di cui all’articolo 119-ter del DL n. 34/2020, resta in vigore fino alla fine del 2025
A seguito della riscrittura della disciplina operata dal Decreto Legge “salva spese”, il bonus barriere architettoniche, per le spese sostenute nel 2025, spetta solo per gli interventi aventi per oggetto scale, rampe, ascensori, servo-scala, piattaforme elevatrici. La detrazione non può più essere fruita per la sostituzione di pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti, per il rifacimento o l’adeguamento di servizi igienici, impianti elettrici, citofonici e per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche. Sono agevolabili gli interventi effettuati su unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale. Quanto si può risparmiare?
I soggetti beneficiari
Possono beneficiare del bonus barriere architettoniche i soggetti che sostengono le spese per l’esecuzione degli interventi agevolati e che possiedono o detengono l’immobile in base a un titolo idoneo al momento di avvio dei lavori o al momento del sostenimento delle spese, se antecedente il predetto avvio.
In particolare, hanno diritto alla detrazione:
- le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
- gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
- le società semplici;
- le associazioni tra professionisti;
- i soggetti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, enti, società di persone, società di capitali).
Gli interventi agevolabili
A seguito della riscrittura della disciplina, per le spese sostenute a decorrere dal 30 dicembre 2023, il bonus barriere architettoniche spetta solo per gli interventi aventi per oggetto:
- scale;
- rampe;
- ascensori;
- servo-scala;
- piattaforme elevatrici.
A decorrere dal 30 dicembre 2023, la detrazione non può più essere fruita per:
- la sostituzione di pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti;
- il rifacimento o l’adeguamento di servizi igienici, impianti elettrici, citofonici;
- gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche;
- in caso di sostituzione degli impianti, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e degli impianti sostituiti.
Ai fini dell’accesso alla detrazione, gli interventi devono rispettare i requisiti previsti dal D.M. n. 236/1989, in materia di prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
Il rispetto di detti requisiti deve risultare da apposita asseverazione rilasciata da tecnici abilitati.
Danno diritto all’agevolazione gli interventi effettuati su edifici già esistenti, di qualsiasi categoria catastale. I titolari di reddito d’impresa sono ammessi all’agevolazione a prescindere dalla qualificazione degli immobili sui quali sono stati eseguiti gli interventi come “strumentali”, “beni merce” o “beni patrimoniali”.
Il pagamento delle spese agevolate con il bonus barriere architettoniche deve avvenire con le modalità di pagamento previste per le spese di cui all’articolo 16 bis del TUIR, ossia mediante bonifico parlante, da cui devono risultare:
- la causale del versamento;
- il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).
Misura della detrazione e limite massimo di spesa
La detrazione spetta nella misura del 75% delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a:
- 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
- 40.000 euro, moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio, in caso di edifici composti da due a otto unità;
- 30.000 euro, moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio, in caso di edifici composti da più di otto unità.
Non trattandosi di una disposizione specifica per gli alberghi (al contrario del bonus alberghi 65% e 80%, per i quali i termini sono scaduti), il limite di spesa applicabile è 50.000 euro, in quanto la struttura ricettiva è assimilabile agli edifici unifamiliari.
Quando
L’agevolazione può essere fruita sotto forma di detrazione nella dichiarazione dei redditi in cinque quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e nei quattro successivi.
La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce in caso di decesso del contribuente che ha sostenuto le relative spese.
L’agevolazione non si trasferisce neanche in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento, in quanto in tale caso, il contribuente che ha sostenuto la spesa può continuare a fruire delle quote di detrazione non utilizzate
Calcoliamo il risparmio
Si supponga che nel 2025 l’albergatore installi un ascensore, spendendo complessivamente 32.000 euro (IVA compresa).
Poiché la spesa sostenuta non supera il limite massimo ammesso a detrazione (50.000 euro), la detrazione va calcolata sulla spesa sostenuta (32.000 euro).
La detrazione fiscale complessivamente spettante ammonta quindi a 24.000 euro (il 75% di 32.000 euro).
Tuttavia, il risparmio effettivo dipende anche dalla capienza fiscale del contribuente. Ciascun contribuente, infatti, ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’imposta dovuta per l’anno in questione. L’importo eccedente non può essere richiesto a rimborso né conteggiato in diminuzione dell’imposta dovuta per l’anno successivo.
Pertanto, in tutti gli anni dell’incentivo, la capienza fiscale dell’albergatore deve essere pari o superiore a 4.800 euro (24.000 : 5 anni = 4.800 euro per anno).

L’ospitalità accessibile
Investire nell’accessibilità è un’importante leva per il successo delle imprese,
che tiene insieme la responsabilità sociale e l’accesso a opportunità di business
di Roberto Vitali
Parlare di ospitalità accessibile significa mettere in luce l’importanza di rendere le strutture ricettive e i servizi turistici fruibili da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche, sensoriali o cognitive.
Abbracciare questo mercato significa investire sul miglioramento della qualità complessiva della propria struttura ricettiva, ed è sempre più necessario utilizzare un’accessibilità trasparente, ispirata all’Universal Design.
Investire nell’accessibilità non è solo una scelta etica, ma una strategia commerciale che apre nuove opportunità di mercato.
Offrendo servizi accessibili e inclusivi, le aziende possono ampliare la propria clientela, fidelizzare i clienti e distinguersi in un settore altamente competitivo.
Occorre ricordare che l’ospitalità accessibile non riguarda solo l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche la creazione di un ambiente inclusivo, dove ogni persona si senta accolta e valorizzata.
Questo è possibile solo avviando un percorso di formazione del personale, adattamento dei servizi e sensibilizzazione generale sul tema dell’inclusività.
È importante sottolineare che l’ospitalità accessibile, se realizzata nel modo giusto, trasforma le persone con esigenze di accessibilità o con disabilità in consumatori che possono scegliere liberamente, anziché essere limitati da una certificazione che decide per loro, in base a una patologia medica, dove andare e dove non andare.
Un fattore decisivo risiede nella fornitura d’informazioni dettagli ate sulle caratteristiche di accessibilità delle strutture ricettive e dei servizi turistici.
Questo approccio permette alle persone di valutare autonomamente, in base alle proprie specifiche necessità e aspirazioni, se un luogo soddisfa le proprie esigenze di accessibilità, senza dover dipendere da standard medici, architettonici o valutazioni esterne che potrebbero non riflettere i loro reali bisogni.
Tra l’altro, implementare pratiche di ospitalità accessibile offre benefici economici e sociali. Si apre il mercato a una clientela più ampia, arricchendo l’esperienza turistica complessiva, che a sua volta aumenta la soddisfazione dei clienti e rafforza la competitività sul mercato internazionale.
In questo modo, l’ospitalità accessibile diventa un mezzo per l’empowerment individuale, promuovendo l’autodeterminazione e il diritto di scelta, contribuendo a creare un’esperienza turistica più inclusiva e personalizzata, dove ogni persona può sentirsi accolta e valorizzata.
È quindi essenziale continuare a discutere e promuovere l’ospitalità accessibile, affinché diventi uno standard condiviso e non un’eccezione.
Promuovere questo tipo di approccio significa andare oltre l’abbattimento delle barriere fisiche, abbracciando una visione più ampia dell’accessibilità che mette al centro la dignità e l’autonomia di ogni individuo. Solo così potremo costruire una società più giusta e accogli

Personale e personalità
Quanto pesa l’intelligenza artificiale sull’X factor dell’ospitalità?
Chi vincerà la sfida tra l’efficienza dell’automazione e il calore umano?
di Giacomo Pini
Auto volanti, robot umanoidi: l’intelligenza artificiale è passata dalla fantascienza a una realtà tangibile in tanti settori, compreso quello dell’ospitalità. E se è vero che, come riportato dalle stime di un rapporto sul tema, il suo utilizzo potrebbe potenzialmente raddoppiare i tassi di crescita economica annuale nel giro dei prossimi 10 anni, il 14% dei posti di lavoro in 21 Paesi del mondo corre il rischio di essere completamente sostituito dalle automazioni. Vale anche per il nostro mondo dell’ospitalità?
Chi vincerà la sfida tra l’efficienza millimetrica garantita dall’automazione e il calore dell’interazione umana e del tocco unico dato dal personale?
In un mondo in cui 6 ospiti su 10 ritengono che l’intelligenza artificiale sia fondamentale per migliorare la prenotazione del pernottamento in hotel e l’esperienza di soggiorno, qual è il ruolo del personale e come viene rimodellata l’occupazione alberghiera?
Automazioni e tecnologia
L’intelligenza artificiale si sta affermando essere uno strumento rilevante nella gestione delle strutture ricettive, grandi catene o piccole indipendenti che siano, candidandosi l’elemento più rivoluzionario del secolo in termini di ottimizzazione, efficienza e personalizzazione.
Lato ospite, i chatbot e gli assistenti virtuali forniscono un’assistenza in tempo reale, seguendo l’ospite in ogni fase del soggiorno, mentre la tecnologia delle smart room (o camere intelligenti) permette un livello di comfort superiore e personalizzato.
Lato struttura, invece, le applicazioni delle più recenti tecnologie e sistemi di machine learning permettono, tramite un’analisi costante di enormi moli di dati, di prevedere preferenze e comportamenti degli ospiti, migliorare i prezzi e le offerte, e risolvere proattivamente problemi ancora prima che si manifestino, soprattutto quando si parla di manutenzioni, gestione dell’inventario e del magazzino. L’intelligenza artificiale, infatti, può anche essere usata per migliorare l’efficienza energetica dell’intera struttura (comprese le cucine) per ridurre costi e consumi, ma anche l’efficienza operativa, rendendo così il servizio più performante, veloce e senza intoppi, il che ugualmente minimizza gli sprechi e massimizza il risultato finale anche da un punto di vista economico.
Persone, individui e professionisti
Un hotel, però, non è fatto solo di numeri e comfort fisici: una struttura ricettiva, di qualsiasi grandezza e tipologia, è comunque fatta di emozioni, di ricordi, di incontri, di relazioni, di scambi, di sorrisi. Insomma, è fatta di persone. È proprio il saper andare oltre al fornire un semplice servizio preciso e puntuale che contraddistingue le figure professionali coinvolte nell’industria dell’ospitalità e dell’accoglienza, capaci in maniera ineguagliabile di regalare all’ospite la percezione di essere al centro dell’esperienza, aumentandone così soddisfazione e fidelizzazione.
È anche la storia di ognuno di loro, non solo come professionisti ma come individui, che li plasma e li rende irraggiungibili dalle macchine, trasformando tutto ciò che può essere ordinario e replicabile in qualcosa di straordinario e unico.
E questo vale per tutti i comparti: dall’accoglienza all’housekeeping, fino al food & beverage. Prendiamo, ad esempio, il caso del Tasca di Dubai, all’interno del Mandarin Oriental Jumeira Hotel: una location che già da sola rende l’esperienza memorabile, Un’offerta interessante che attrae e stuzzica interesse, un format ibrido al passo con i tempi; ma quello che davvero incanta è vedere a due passi di distanza chef e cuochi intenti a preparare pietanze e prelibatezze in quella che sembra la coreografia studiata di un’armoniosa danza, condita da sorrisi e qualche numero scenografico che stupisce l’ospite. E che certamente un robot farebbe fatica a replicare, quantomeno con la stessa simpatia.
D’altronde, è pur sempre vero che gli algoritmi dell’intelligenza artificiale sono sì programmati per acquisire informazioni a partire da un ascolto accurato delle parole, ma l’empatia e la capacità di cogliere in modo autentico sfumature nel tono di voce o di comprendere emozioni umane celate tra le righe o ancora di creare un legame emotivo e affettivo è ad oggi ancora una prerogativa umana.
Scontro o collaborazione?
Insomma, siamo davvero di fronte a uno scontro tra titani o forse sarebbe il caso di deporre le armi per far crescere finalmente le nostre imprese in zona di pace e collaborazione?
La risposta la lasciamo dare al mercato.
Le stime riferiscono che, nonostante la stragrande maggioranza dei viaggiatori ritiene che i chatbot siano estremamente utili per gestire le operazioni e le richieste semplici – tra cui, ad esempio, il check-in o la password del wi-fi – il 70% degli ospiti non sa rinunciare all’interazione umana, soprattutto quando si tratta di soddisfare richieste più complesse.
Esattamente in linea con quanto visto fino a ora, possiamo affermare che oggi e nel futuro più immediato l’AI non potrà davvero sostituire completamente il tocco umano tanto ricercato e caratteristico dell’ospitalità, che rimane sempre e comunque l’X factor capace di fare la differenza.
E questo è da intendersi anche proprio in termini di competitività e concorrenza: prese due strutture ricettive simili per clientela ideale, proposta di valore e offerta, entrambe possono investire nelle tecnologie necessarie per automatizzare le mansioni più ripetitive e rendere le camere intelligenti, con, ad esempio, regolatori di temperatura e illuminazione gestibili tramite app e assistenti virtuali; tuttavia, entrambe sapranno rispettivamente contraddistinguersi solo e unicamente per la componente umana, variabile che potrà spostare la valutazione finale dell’ospite rispetto all’esperienza complessiva vissuta, non solo da un punto di vista razionale (“la camera era davvero confortevole e quando sono entrato avevo già a disposizione tutte le informazioni che mi servivano per provare esperienze locali rispetto a quelle che sono le cose che mi piace fare, oltre che una temperatura davvero perfetta”), ma anche emozionale (“durante la seconda cena, il barman mi ha consigliato un cocktail strepitoso mai sentito prima; dice che per la ricetta si è ispirato a sapori della sua infanzia, e così ognuna delle quattro sere che mi rimanevano sono tornato a riassaggiare quello e altre sue creazioni”).
Ne consegue che il rapporto che ora auspichiamo si instauri tra tecnologia ed essere umano sia di compartecipazione strategica. Affinché questa sia in grado di portare i suoi frutti, tuttavia, diventa necessario per dirigenti e albergatori muovere alcuni passi ben direzionati.
Prepararsi al futuro
Il più grande errore che si può commettere oggi, se si gestisce un’impresa nel mondo dell’ospitalità, è quello di ostruire completamente il passaggio alla tecnologia, riducendola a nemico del proprio operato e rinunciando così ai benefici che essa può apportare, soprattutto da un punto di vista operativo, in termini di efficienza ed efficacia. Tuttavia, abbracciare questo nuovo modo di operare non è sufficiente e fermarsi a una conoscenza superficiale di tutto il sistema può diventare addirittura pericoloso.
Esiste una letteratura davvero ampia che analizza il rapporto tra intelligenza artificiale ed essere umano, esaminando l’impatto psicologico che la prima può causare nel secondo, e, andando a prendere in considerazione quella che tratta il lato lavorativo e aziendale, scopriamo che l’IA è spesso percepita negativamente proprio per il timore comune che essa possa andare a sostituire il proprio operato. Per questo motivo è opportuno per le direzioni degli hotel di investire tanto nelle tecnologie quanto nella formazione del proprio staff, per eliminare la paura della precarietà e piuttosto incentivare una riqualificazione del personale, trasformando così una potenziale sfida in un’opportunità di crescita.

La sicurezza antincendio in albergo
Anche se il fenomeno ha un’incidenza limitata, il rischio degli incendi negli alberghi non va preso alla leggera. Analizziamo le principali cause e come prevenirle
di Gioacchino Giomi
Un incendio in un albergo è certamente un evento non auspicabile, come del resto ogni sorta di calamità naturale che può mettere a rischio l’incolumità delle persone presenti nella struttura o il fabbricato stesso e il suo contenuto. Ma mentre un incendio, in molti casi, si può prevenire e tenere sotto controllo con azioni che derivano dalla nostra volontà, per le calamità naturali è molto più complesso perché si possono sommare una serie di elementi che sfuggono al nostro controllo.
Il primo punto da chiarire è perché si genera un principio di incendio che, se trova le condizioni ambientali ottimali, può progredire fino a determinare un rogo di vaste dimensioni; quindi un incendio si genera se contemporaneamente sono presenti tre componenti fondamentali: il materiale che può bruciare (carta, plastica, stoffa, liquidi infiammabili, gas combustibili, ecc.), la fonte di calore che può innescare il materiale (fiamma, scintilla, surriscaldamento di apparati elettrici, insufficiente smaltimento del calore, ecc.) e l’ossigeno dell’aria, che in generale è sempre presente.
Questi sono gli elementi che scatenano una combustione e che le fanno assumere la connotazione di un incendio; se l’apporto di solo una delle tre componenti viene a mancare si determina l’estinzione.
Considerato che in un albergo siamo sempre in presenza di aria, possiamo semplificare il ragionamento considerando unicamente la presenza del combustibile e della fonte di innesco. Di conseguenza, se desideriamo evitare che si sviluppi un incendio, è necessario far sì che il combustibile non stia mai a diretto contatto con la fonte di innesco.
L’analisi degli incendi avvenuti in Italia nei primi dieci mesi del 2024 nelle strutture ricettive, mette in evidenza alcuni aspetti interessanti che possono indirizzare i comportamenti verso una gestione più confacente alla sicurezza antincendio:
- gli ambienti dove con maggiore frequenza si sviluppa un incendio sono i locali lavanderia. Se a ciò si accompagna che le lavanderie sono normalmente ubicate ai piani interrati o seminterrati e se il calore e i fumi che si generano non sono confinati in tali ambienti, per mezzo di compartimentazioni e porte resistenti al fuoco permanentemente chiuse, i prodotti caldi della combustione possono facilmente invadere tutti i locali soprastanti dell’albergo, determinando danni da calore e da fumo.
Ma prima di pensare a come ridurre le conseguenze dell’incendio sarebbe forse più efficiente evitare che questo accada, per cui nel caso di specie è necessario effettuare una corretta manutenzione delle lavatrici, delle asciugatrici o di altri apparecchi elettrici presenti, delle spine e delle prese elettriche affinché non si producano pericolosi scintillii o surriscaldamenti;
- nelle stanze da letto una fonte di innesco frequente sono i frigo bar. Anche in questo caso una corretta compartimentazione, accompagnata dalla presenza di un sistema di rivelazione automatica di incendio, consente di limitare i danni alla stanza dove è avvenuto l’incendio. È opportuno controllare, a cadenze regolari, soprattutto nelle installazioni a incasso se ci sono consistenti accumuli di polvere o altri materiali combustibili in corrispondenza del motore del frigo e se la presa e la spina di corrente si surriscalda;
- gli incendi prodotti da guasti elettrici sia sugli impianti che sugli utilizzatori sono abbastanza frequenti. Per contrastare possibili incendi è necessario quindi controllarne ad intervalli regolari lo stato di usura e deterioramento. Sono da bandire prolunghe elettriche e spine riduttrici perché sono la fonte maggiore di principi di incendio;
- il gran numero, in valore assoluto, di persone intossicate da fumi di combustione fa pensare che non ci sia stato un pronto allarme per consentire ai clienti di porsi in salvo o che le vie di esodo e le uscite di sicurezza non siano state correttamente segnalate e che la compartimentazione sia carente o non efficace;
- la produzione di grandi quantitativi di fumo durante l’incendio, soprattutto di colore scuro, fa pensare alla presenza di arredi (tende, rivestimenti dei pavimenti o delle pareti, poltrone, materassi, ecc.) che non hanno una buona reazione al fuoco.
Dalla tabella sopra riportata, si evince che il numero dei sinistri per incendio ed esplosione in strutture ricettive rappresenta una piccola percentuale rispetto al totale di quelli che avvengono, valutabile nello 0,03-0,04 %. Tuttavia, nel quinquennio 2020-24 si sono avuti mediamente 307 sinistri/anno nelle strutture ricettive turistico alberghiere, ossia quasi uno al giorno.
Il confronto dei sinistri e degli interventi mette in evidenza che il numero degli interventi per incendio ed esplosione nelle strutture ricettive è maggiore del numero dei sinistri, significando che, a parità di sinistri, sono state impegnate più squadre di Vigili del Fuoco e che quindi gli interventi di soccorso sono stati più gravi.
Per ridurre i rischi, una pianificazione preventiva diventa fondamentale, inoltre devono, per quanto possibile, essere adottate soluzioni di protezione strutturale e gli impianti tecnologici devono essere progettati e realizzati per resistere a condizioni di affaticamento, con sistemi di backup e di tutela contro cortocircuiti e danni idrici.
Anche la manutenzione regolare gioca un ruolo essenziale: un fabbricato e un impianto ben mantenuti sono meno soggetti a guasti, soprattutto in situazioni di stress. Le strutture alberghiere dovrebbero inoltre essere dotate di piani di emergenza e di evacuazione, aggiornati e testati periodicamente, per far fronte a situazioni di crisi.
Il risk management consente alle strutture ricettive di anticipare, identificare e mitigare questi rischi in modo proattivo, migliorando la gestione operativa e proteggendo gli asset aziendali. Fra gli strumenti di mitigazione proattiva del rischio aziendale troviamo anche l’assicurazione contro i danni alle strutture e agli impianti che possono considerare anche i danni causati da eventi naturali e catastrofali, purché la stessa sia attentamente calibrata in base alle risultanze della valutazione di risk management e che consideri anche i rischi specifici della zona in cui l’hotel è situato.
In sintesi, la gestione dei rischi legati all’attività di ricezione turistica è cruciale per la protezione e la continuità operativa degli alberghi e richiede un approccio integrato che combini prevenzione, manutenzione, formazione del personale e adeguate coperture assicurative.

Turismo, l’altra idea del futuro
di Antonio Preiti
(Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo questo post estratto dal blog di Antonio Preiti, A.D. della Fondazione per l’Attrazione Roma & Partners e Direttore scientifico di Sociometrica, esperto in turismo e consulenza strategica, insegna Destination Management all’Università di Firenze. Ha ricoperto ruoli di rilievo in ENIT e ETC).
Una forza straordinaria anima i progetti elaborati da giovani studenti stranieri, che vedono nel turismo un’occasione di sviluppo e riscatto dei propri Paesi
Nella mia classe di Destination Management, all’Università di Firenze, ci sono molti studenti di altri Paesi (le lezioni si tengono in lingua inglese e sono destinate a una platea molto ampia). Oltre il 50% sono stranieri: una parte consistente è fatta di europei, ma la maggioranza arriva dai Paesi più vari, anche di quelli che stenteremmo a collocare sulla mappa del mondo.
Molti di essi non vengono da Paesi “turistici”, nel senso comune del termine, ma studiano per servire la causa personale e quella del turismo nelle loro terre. Hanno una forza straordinaria, ben superiore a quella nostra (di europei) e ogni volta che li ascolti capisci che non stanno parlando di un lavoro, di una competenza specifica (per me due parole ampiamente usurate), ma di un futuro che stanno inventando per loro stessi e per i loro Paesi.
La ragazza che discute la tesi sul futuro turistico del Kosovo (The Grand Bazaar as a Cultural Attraction: A Case Study of Gjakova) davvero deve avere un ottimismo senza limiti; quella che disegna lo sviluppo delle destinazioni balneari in Albania e pensa che ci sia un’opportunità di successo in questo grande mercato la giudicheremmo una folle? O ancora, la value proposition del Kazakistan, nella passione e nella ragione di un’altra studentessa che vede l’intreccio di modernità e tradizionalismo di quel Paese come un ibrido affascinante, non è un cuore lanciato oltre la siepe più alta? E cosa dire dei piani di altre remote destinazioni o Paesi per i quali ognuno disegna l’impensabile?
C’è un mondo in fermento che vede nel turismo qualcosa che va ben oltre il turismo stesso.
Non avrei scritto, però, questa nota se non avessi visto (quasi commosso) una sorta di master plan per lo sviluppo dell’Iran di una studentessa di quel Paese.
Ha fatto vedere l’heritage dell’impero persiano (addirittura antecedente a quello greco e comunque in perenne lotta con i Greci); la vita sociale intensissima nella Teheran di oggi (con una popolazione a grande maggioranza giovanile e poi il mare).
E tutto questo non si può fare, neppure supporre, perché il Paese è prigioniero di un gruppo teocratico il cui pensiero contempla tutto, tranne il benessere del popolo.
è proprio in questi casi che le parole inflazionate a cui siamo abituati: piano di marketing, strategie, ecc. – non c’è un settore più parolaio del turismo – acquistano un senso pieno, vivo, di lotta e di coraggio.
Abbiamo molto da imparare da loro, dall’idea di futuro che hanno, del loro credere in loro stessi, che noi, a fatica, cerchiamo di mantenere.

Mettere al centro la persona. Quindi, turismo inclusivo per tutti, nessuno escluso. È l’obiettivo di Mesenté, la prima Borsa Internazionale del Turismo Accessibile (BITA), in programma a Biella il 25 e 26 ottobre.
L’evento fa parte di un progetto della regione Piemonte che parte dalla domanda: Il turismo accessibile nel 2024 è un’opportunità?
BITA nasce dal progetto nato nel 2019 denominato Mèsenté, che in dialetto piemontese vuol dire “il mio sentire”, grazie alla cooperazione tra GAL (gruppo di azione locale) Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, GAL Montagne Biellesi e GAL Valli del Canavese.
La manifestazione è organizzata con il patrocinio della regione Piemonte e dell’ENAT (European Network for Accessible Tourism), la rete europea per il turismo accessibile.
La prima giornata, venerdì 25 dalle 10.30 alle 18, presso la Città Studi di Biella, vedrà incontri di confronto e formazione per un futuro turistico più inclusivo e accessibile per tutti. Tra gli interventi, quello del presidente di Federalberghi Torino Fabio Borio, del presidente dell’UICI Piemonte (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) Franco Lepore e di Rocco Cericola, docente di LIS ed esperto di sordità.
Sabato 26 sarà dedicato agli operatori di settore, con educational sul territorio in chiave di accessibilità.
In una nota gli organizzatori dell’evento scrivono che “Il progetto è la cornice perfetta per dare vita alla prima Borsa Internazionale sul Turismo Accessibile, organizzata in collaborazione con la CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà) che, insieme all’ISITT (Istituto Italiano per il Turismo per Tutti), opera da anni per portare avanti azioni di miglioramento dell’offerta turistica accessibile in Piemonte, collaborando con tutta la filiera turistica locale tramite il progetto Turismabile. L’evento vuole essere un’opportunità di incontro tra gli operatori del settore e tutte le persone e le associazioni interessate ad approfondire questa tematica affinché possano condividere esperienze, buone pratiche e prospettive future ma anche favorire delle opportunità di sviluppo e commercializzazione”.

Le bottiglie d’acqua personalizzate, nelle strutture ricettive come anche nelle fiere, dove hanno fatto da apripista, è un must in crescita per fidelizzare ulteriormente la clientela
Come è ormai assodato, ogni albergo e ogni struttura ricettiva, soprattutto up-market, mirano a fare tendenza per loro stessi, a offrire quel quid in più per fidelizzare il cliente e attrarre nuovi ospiti, ad alzare l’asticella dell’offerta che, proprio per questo, è sempre più personalizzata.
Quindi, non stupisce e, a dirla tutta, forse non è più neanche una notizia, il fatto che a essere personalizzate siano anche le bottiglie d’acqua con il logo della struttura, delle fiere dei tanti tipi di settore che, in questo caso, hanno fatto da apripista.
Le bottiglie d’acqua personalizzate sono, in realtà, una tipologia delle linee di cortesia. Diciamoci la verità: quando decidiamo di soggiornare in questa o quella struttura non pensiamo mai al bagnoschiuma con il nome dell’hotel o, talvolta, dello stilista di ultimo grido, però è anche innegabile che quando troviamo questi gadget un sorriso ci illumina il volto. Ci piace.
È il marketing che si sposa con la soddisfazione del cliente, perché la cortesia verso chi soggiorna è un buon ritorno d’immagine per la stessa struttura ricettiva, sia nel momento in cui si è graditi ospiti o anche dopo, grazie al passaparola attraverso i feedback online, che significano, anche, una clientela che al 99% prenoterà ancora lì. È, quindi, una bella pubblicità, ma anche un rientro economico interessante per l’hotel. Il brand enfatizza l’albergo e viceversa e, nel personalizzare la linea cortesia sul target dell’ospite, questa diventa un’attenzione ai dettagli e, così facendo, la si rende anche l’elemento di un bel ricordo una volta tornati a casa.
Parlare di acqua, poi, “semplicemente” da bere in bottiglie e lattine personalizzate e ormai non più solo in strutture ricettive e fiere, ma pure in occasione di matrimoni, compleanni, eventi privati in genere, oltre che nei ristoranti vuol dire, anche, seguire una certa moda green. Il che implica, come già accennato, un mix di gadget pubblicitari, fidelizzazione del cliente, valore aggiunto dell’offerta con, in più, una forma di comunicazione e di marketing promozionali non convenzionali. Un ciclo virtuoso che risulta essere, altresì, una strategia vincente e dove tutti sono soddisfatti, perché porta ricavi alla struttura e soddisfazione alla clientela.
Naturalmente, nella proposta di bottiglia d’acqua personalizzata c’è anche un’attenzione ai gusti del cliente e, a monte, uno studio del target di riferimento: a ognuno il suo prodotto perché, abbiamo detto, questo tipo di offerta è comunicazione.
La bottiglia d’acqua personalizzata oggi non è più soltanto un liquido dissetante con un bell’involucro nominale per cui possiamo tranquillamente parlare di “acqua brandizzata”, ma dietro c’è tutto un mondo non detto ma che ci è noto, perché implica la difesa dell’ambiente e l’attenzione a non inquinare il pianeta. Infatti, le bottiglie o le borracce o le lattine possono essere in vetro, la soluzione più pulita anche per il riciclo, ma anche in cartone o in alluminio. Sicuramente, non più o comunque molto meno in plastica, accusata di aver compromesso l’ambiente a causa di un uso irresponsabile, se non altro per i rifiuti lasciati ovunque e molto, molto difficili da smaltire.
Naturalmente, oltre al contenuto ci si focalizza sul contenitore: che forma ha?
È colorata? Trasparente? Raffinata ed elegante? Di design secondo la tipologia della struttura ricettiva e del target dell’ospite? Questo è uno di quei casi in cui la forma è importante come la sostanza.
Oggi, quindi, l’uso del contenitore d’acqua personalizzato presuppone un conclamato benessere, in quanto l’acqua è vita e ce ne accorgiamo quando viviamo problemi di siccità, ormai sotto gli occhi di tutti, è cambiamento d’abitudini urgente e probabilmente inevitabile, è tentativo ulteriore di preservare l’ambiente, considerando anche che l’acqua imbottigliata spesso è a chilometro zero o comunque locale, in ogni caso tutto assolutamente Made in Italy e di qualità, insieme all’involucro eco-sostenibile. Anche qui, un’impronta green che la clientela apprezza particolarmente, perché sente che in quell’albergo ci si prende cura della sua salute, oltre che del suo comfort e dell’ambiente circostante. E questo paga. Perché in una struttura, qualunque essa sia, che si prende cura del mio benessere a 360 gradi, io ci ritorno. G.F.