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Apprendimento e competitività
Sei azioni per affrontare le sfide di oggi e di domani
di Nicola Spagnuolo*
Le organizzazioni, oggi più che mai, devono adattarsi continuamente per poter fronteggiare le minacce e cogliere le opportunità, al fine di sopravvivere ed essere competitive.
Le sfide che i decisori si trovano dinanzi sono estremamente complesse. Devono rivedere gli asset organizzativi per poter gestire il cambiamento in maniera ottimale e ogni transizione, cambiamento o evoluzione richiede non solo un adeguato investimento di risorse, ma anche una corretta gestione delle persone, mirata a costruire una visione comune all’interno dell’organizzazione. Pertanto, il successo dei cambiamenti organizzativi dipende non soltanto dalla riallocazione dei fattori produttivi caratteristici, ma anche da quelli relativi ai comportamenti organizzativi.
Una variabile di primaria importanza da considerare nella gestione del cambiamento è, appunto, la cultura organizzativa. Apprendere, per le organizzazioni, significa puntare sul capitale umano: creare e incoraggiare l’apprendimento continuo, considerare gli errori possibili, come opportunità di apprendimento, come occasione per valorizzare ogni singolo contributo, per considerare l’esperienza una fonte continua di apprendimento.
Ma cosa possono o devono fare i manager per facilitare il processo di apprendimento? Quali sono le competenze che loro in prima persona devono avere, allenare o acquisire?
Partendo dall’elaborazione della lista di caratteristiche necessarie a un leader affinché possa divenire promotore di una cultura dell’apprendimento fatta da Schein nel suo Cultura d’azienda e leadership, in cui identifica generativa l’azione di quei leader che sanno apprendere, che sanno mettersi in gioco, che sanno condividere, possiamo considerarne le più significative rispetto al momento storico attuale:
• promuovere la proattività;
• pensare in maniera sistemica;
• far circolare le informazioni;
• promuovere la diversità culturale;
• imparare a disimparare.
La formazione è uno strumento utile ma neutro, per essere efficace non solo deve essere inserita in un progetto con obiettivi chiari, ma i suoi risultati devono essere facilmente condivisibili sia in maniera verticale dal manager al team, sia in maniera orizzontale in tutta l’azienda.
Il passaggio da una competenza individuale a una competenza organizzativa è assolutamente necessario non solo per valorizzare meglio il contributo dei singoli, ma anche per aumentarne il valore aggiunto e assicurarne l’acquisizione, e questo processo non è automatico.
Nel libro Oltre la formazione, edito da Harvard Business Review Italia, scritto da me a quattro mani con Andrea Granelli, fondatore di KANSO, abbiamo messo a fuoco tutte quelle che sono le sfide che a oggi la formazione deve affrontare, per essere uno strumento utile e, guardando al futuro, siamo andati “oltre” la formazione, cercando di capire cosa i decisori possono fare per mantenere competitive le proprie aziende, e competenti i loro team.
Abbiamo creato un vero e proprio take away, sei azioni che possono essere lanciate da subito per iniziare a riorientare i percorsi formativi e allinearli maggiormente alle sfide che ci aspettano:
1) creare le precondizioni per l’apprendimento;
2) facilitare la memorabilità di quanto comunicato;
3) puntare da subito a un sapere critico e transdisciplinare evitando la nascita di silos cognitivi;
4) presidiare il processo di traduzione dei contenuti universali in precetti individuali e azioni concrete;
5) puntare alle local learning communities;
6) costruire un ponte dal sapere personale a quello organizzativo.
Uno dei compiti fondamentali di un manager che opera in un contesto turbolento, in forte trasformazione e caratterizzato da un alto tasso di innovazione – tecnologica, economica, sociale e culturale – è di essere anche un maieuta, un “levatore” della propria squadra. E ciò non si esaurisce nel dare obiettivi e nel verificare che vengano realizzati nei tempi richiesti.
Il suo compito – forse principale – è l’onboarding, l’avere cioè la propria squadra pienamente “a bordo”. Questo significa non solo che ci sia piena consapevolezza relativamente agli obiettivi da conseguire e alle attività da svolgere (con un’adeguata motivazione, ça va sans dire), ma che la squadra abbia tutte le competenze e attitudini necessarie per svolgere quelle attività. Un tema, ancora una volta, autenticamente educativo.
*Direttore Generale CFMT

Piscine e aree wellness sostenibili: un valore aggiunto per il turismo
di Ferruccio Alessandria*
Il settore turistico-ricettivo è in continua evoluzione: i viaggiatori non cercano più solo comfort, ma esperienze immersive e sostenibili. Piscine e aree wellness, un tempo servizi accessori, oggi sono elementi strategici che elevano la qualità dell’ospitalità e la percezione del livello della struttura.
La sostenibilità non è più un’opzione, ma una leva competitiva e un valore imprescindibile del settore. Le strutture che riducono il consumo di risorse e migliorano l’efficienza si posizionano meglio in un mercato sempre più attento agli standard ambientali, adottando soluzioni innovative e materiali ecocompatibili.
Le piscine e le spa, se progettate con criteri sostenibili, possono ottimizzare il consumo idrico e ridurre l’utilizzo di prodotti chimici. Tecnologie avanzate, come la filtrazione a zeolite o vetro attivato, migliorano la qualità dell’acqua con un minor spreco di risorse, mentre il recupero e riutilizzo dell’acqua piovana consente di alimentare le vasche e irrigare le aree verdi.
Anche l’efficienza energetica riveste un ruolo cruciale. Pompe di calore ad alta efficienza, pompe di ricircolo a velocità variabile, coperture isotermiche e di sicurezza riducono i consumi fino al 70% rispetto ai sistemi tradizionali. Pannelli solari termici e fotovoltaici forniscono energia rinnovabile per il funzionamento delle piscine e delle aree wellness e sistemi di illuminazione LED smart permettono di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale e migliorare l’atmosfera degli spazi.
Queste innovazioni non solo ottimizzano i costi, ma migliorano il posizionamento delle strutture nelle certificazioni ambientali, sempre più richieste nel settore turistico.
Anche la scelta dei materiali gioca un ruolo fondamentale. Soluzioni di nuova generazione ad alto isolamento per il rivestimento delle strutture portanti, materiali naturali compositi, legno certificato, vernici e guaine ecologiche, creano ambienti salubri e armoniosi. L’arredamento può seguire la stessa filosofia, con mobili realizzati in materiali riciclati o eco-sostenibili.
Oltre agli aspetti tecnici, un nuovo trend emergente è la flessibilità degli spazi wellness. Sempre più strutture stanno ripensando le aree piscina e wellness come ambienti multifunzionali, in grado di ospitare eventi, sessioni di yoga, programmi di benessere personalizzati o momenti di socializzazione.
In un’epoca in cui la sostenibilità è una necessità, il settore turistico ha l’opportunità di guidare il cambiamento. Investire in piscine e aree wellness sostenibili non significa solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche offrire esperienze di alto valore e fidelizzare una clientela sempre più attenta alla qualità del soggiorno.
Oggi, più che mai, la sostenibilità non è solo un obbligo normativo, ma una strategia vincente. Gli ospiti scelgono strutture che rispecchiano i loro valori, e un hotel che punta su benessere e responsabilità ambientale può diventare una destinazione privilegiata.
Nel turismo del futuro, la sostenibilità non sarà solo una scelta etica, ma il vero lusso.
*Presidente di Assopiscine

Dal lenzuolo al tovagliolo
La ristorazione negli alberghi è la nuova (o rinnovata) opportunità per le imprese del settore
di Giacomo Pini
É del tutto evidente che le camere degli alberghi non hanno più quel traino commerciale di un tempo: tanti soggetti sul mercato che vendono più o meno letti, formule differenti, piattaforme che dettano le regole dei prezzi, un grande calderone dove tutti vogliono fare margine ma con sempre maggiore difficoltà. In questo scenario s’innesta la nuova tendenza: fare ristorazione dentro gli alberghi sia per i clienti interni, ma soprattutto per gli esterni. All’estero già di moda da un po’ di anni, in Italia prima le big city dell’arte, Roma, Venezia, Firenze, poi quelle del business come Milano, ora un vero e proprio trend che coinvolge anche le città di provincia. Mangiare in albergo è molto di moda. Ma questo trend come si definisce? Quali sono i principi che lo guidano?
Le tendenze della cucina negli alberghi stanno evolvendo in risposta ai cambiamenti nei gusti dei consumatori, alle nuove tecnologie e alle esigenze del settore turistico. Le strutture alberghiere, soprattutto quelle di fascia alta, stanno cercando di offrire esperienze gastronomiche più coinvolgenti, sostenibili e innovative, non solo come un servizio accessorio, ma come parte integrante dell’esperienza del cliente.
Analizziamo, quindi, le principali tendenze in Italia e a livello internazionale nel settore della ristorazione negli alberghi.
Sostenibilità e Cibo Responsabile
Ingredienti locali e stagionali: l’uso di ingredienti locali e stagionali è una tendenza crescente, che risponde alla maggiore domanda dei consumatori per un’alimentazione più sana e sostenibile. Gli alberghi stanno collaborando sempre più con produttori locali e agricoltori per garantire freschezza e qualità nei piatti serviti.
Cucina a km 0: la filosofia del “chilometro zero” sta guadagnando popolarità. Questo significa che gli hotel si riforniscono principalmente di prodotti provenienti da produttori locali, riducendo l’impatto ambientale legato al trasporto e sostenendo l’economia del luogo.
Riduzione degli sprechi alimentari: molti alberghi stanno implementando pratiche per ridurre gli sprechi alimentari, ad esempio attraverso tecniche di conservazione e ricette creative per utilizzare gli avanzi in modo sostenibile.
Esperienze Gastronomiche Uniche
Cucina esperienziale: i clienti degli alberghi cercano sempre più esperienze uniche e coinvolgenti legate al cibo. Alcuni alberghi offrono corsi di cucina, degustazioni, tour gastronomici ed esperienze interattive con gli chef, come cene a vista o serate tematiche con prodotti locali.
Cucina a tema o fusion: la fusione di cucine diverse e l’adozione di menù che raccontano una storia stanno diventando popolari. Alcuni alberghi offrono piatti che uniscono elementi di cucine internazionali e locali, creando un’esperienza unica.
Ristoranti “destination”: gli alberghi di lusso puntano a creare ristoranti di destinazione, dove la gastronomia è uno dei principali motivi di attrazione. Questi ristoranti sono progettati per essere un punto di riferimento culinario, anche e soprattutto per i non residenti: le ultime assegnazioni delle stelle Michelin indicano esattamente una crescita per il mercato albergo di ristoranti destinazioni.
Digitalizzazione e Tecnologia
Prenotazioni digitali: la tecnologia sta trasformando anche la gestione della ristorazione negli alberghi. Molti offrono piattaforme online per prenotare tavoli nei ristoranti, con la possibilità di scegliere il menù, visualizzare immagini dei piatti e leggere recensioni.
Menù digitali e personalizzati: gli alberghi stanno implementando menù digitali su tablet o tramite app, dove i clienti possono personalizzare le proprie scelte, ordinare in anticipo e ottenere suggerimenti basati su preferenze alimentari e allergie. Inoltre, l’uso di QR Code per visualizzare i menù evita il contatto fisico, un trend accentuato dalla pandemia.
Robotica e intelligenza artificiale: alcuni alberghi all’avanguardia stanno esplorando l’uso di robot per la preparazione o la consegna di cibo (come robot che servono ai tavoli) e intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza del cliente, personalizzare le raccomandazioni, ottimizzare i processi operativi e ridurre gli sprechi.
Salutismo e Alimentazione Personalizzata
Cucina sana e nutriente: i consumatori sono sempre più attenti alla propria salute e cercano piatti più leggeri e nutrienti. Questo si traduce nell’offerta di menù detox, piatti vegani, vegetariani, senza glutine e a basso contenuto di zuccheri.Personalizzazione del menù: gli alberghi stanno introducendo sempre più menù personalizzati, dove i clienti possono scegliere in base alle loro esigenze nutrizionali o preferenze dietetiche. Questo include piatti adattati per persone con intolleranze alimentari, diete speciali (come la keto o la paleo diet) o anche scelte legate a stili di vita particolari come vegano o raw food.
Ristorazione On Demand e Room Service Innovativo
Room service e delivery innovativi: l’evoluzione dei servizi di room service sta portando alla creazione di menù più sofisticati e alla possibilità di ordinare cibo attraverso app o piattaforme digitali, che permettono una selezione di piatti più ampia e personalizzabile.
Cibo on demand: alcuni alberghi stanno implementando servizi di cibo on demand, dove gli ospiti possono ordinare i pasti in qualsiasi momento della giornata tramite app o altre piattaforme digitali. Questo va incontro alla necessità di flessibilità dei tempi di molti clienti, che non vogliono limitarsi agli orari tradizionali dei pasti.
Enoturismo e Abbinamenti Culinari
Wine experience e degustazioni: l’enoturismo, che unisce vino e cucina, sta diventando una tendenza sempre più forte. Gli alberghi offrono degustazioni di vino, abbinamenti gastronomici e tour nei vigneti, dando agli ospiti la possibilità di scoprire i vini locali e di apprezzare i legami tra il cibo e il territorio.
Ristoranti con sommelier dedicato: molti alberghi di fascia alta stanno introducendo sommelier dedicati per consigliare agli ospiti gli abbinamenti vino-cibo migliori, creando un’esperienza culinaria più sofisticata.
Menù Sostenibili e Imballaggi Eco-friendly
Menù sostenibili: gli alberghi stanno adottando pratiche sostenibili nella progettazione dei loro menù, con piatti che promuovono la sostenibilità e l’equità, utilizzando ingredienti biologici, equosolidali e rispettosi dell’ambiente.
Imballaggi ecologici: anche la ristorazione da asporto e il servizio di room service stanno cambiando, con un maggiore utilizzo di imballaggi biodegradabili e compostabili, in linea con la crescente attenzione alla sostenibilità ambientale.
Ristorazione Gourmet e Chef di Rilievo
Chef stellati e ristoranti gourmet: l’alta gastronomia negli hotel è una tendenza che non sembra fermarsi. Molti alberghi di lusso ospitano chef stellati o creano ristoranti gourmet con menù degustazione elaborati e piatti creativi.
Collaborazioni con chef noti: gli alberghi si alleano con chef di fama internazionale per creare pop-up restaurant, eventi culinari speciali e menù esclusivi, per attrarre clienti di alto profilo e offrire esperienze gastronomiche uniche. Dubai in questo senso ha fatto da apripista, con un’offerta di cene a quattro/sei mani e con firme di chef da tutto il mondo in operazioni di co-marketing per lanciare alberghi partendo dalla ristorazione.
Esperienze Culinarie Locali e Autentiche
Cucina regionale e autenticità: molti alberghi stanno promuovendo esperienze culinarie che riflettono la cultura locale, proponendo piatti tipici e tradizionali. Gli ospiti cercano sempre di più esperienze che li connettano alla cultura gastronomica del luogo.
Cucina a vista: la possibilità di vedere i cuochi in azione è un’attrazione crescente nei ristoranti degli alberghi. Molti aprono cucine a vista dove gli ospiti possono osservare la preparazione dei piatti, creando un’esperienza coinvolgente.
In conclusione, possiamo affermare che c’è in atto una vera e propria rivoluzione nel definire il modello di business più efficiente per un albergo. Tuttavia, quando si tratta di valutare se orientarsi alla ristorazione in modo così importante ci sono da tenere in considerazioni alcuni fattori determinanti:
- il contesto in cui si opera, è un mercato saturo?
- è noto come destinazione e già solo per questo ci sono clienti in abbondanza?
- quante occasioni di consumo si possono generare con il livello dell’offerta che ci circonda?
- può essere in attivo il conto economico della ristorazione come modello, e/o degli outlet differenti, che si è pensato di progettare all’interno dell’albergo?
Questa è una delle parti più importanti di cui tener conto; la ristorazione è un grande fascino, ma è molto facile, se non si progetta e si ha un approccio analitico, incappare nel vecchio detto: “Il tovagliolo mangia il margine del lenzuolo”.
Restate connessi.

Anche nel 2025 Centrale District di Milano aderisce alla Giornata mondiale della consapevolezza dell’Autismo. Alcuni grandi alberghi che fanno parte del Distretto, insieme a Mercato Centrale, mercoledì 2 aprile saranno illuminati di blu, dal 2007 il colore scelto dall’Onu come simbolo di questa giornata.
Saranno gli hotel Duo Milan Porta Nuova, , Best Western Hotel Madison, INNSiDE by Meliá Milano Torre GalFa, Hyatt Centric Milan Centrale, NYX Hotel Milan, Starhotels Anderson e Starhotels E.c.ho e Mercato Centrale.
Rimanendo nel solo mondo scolastico, secondo dati Istat del 2023, sono intorno ai 338 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane e di questi, l’Asd, il disturbo dello spettro autistico, rappresenta il 31,8% del totale, cioé 107mila ragazzi.
“Nella mia qualità di presidente anche di Federalberghi Milano, Lodi Monza/Brianza stiamo dando avvio ad un corso che mette l’inclusione al centro del rapporto tra imprese e personale dipendente. Le aziende devono diventare consapevoli che l’inclusione è un’opportunità che porta alla crescita professionale dei propri dipendenti”, il commento del presidente di Centrale District Maurizio Naro.
"I dati Istat - continua la vice presidente di Centrale District Camilla Doni– ci richiamano a maggior ragione al dovere di includere. Chi come noi accoglie ogni giorno a Milano persone che arrivano da tutto il mondo e dalle esperienze più diverse, sa quanto le differenze siano una ricchezza da valorizzare a 360 gradi. Il Best Western Hotel Madison, socio di Centrale District, da tempo ha messo in campo una serie di accorgimenti destinati all’accoglienza specifica delle persone autistiche: dall’attenzione ai suoni e rumori, all’uso del monocromo. Stiamo inoltre ragionando come Distretto su stage e assunzioni formative mirate ai ragazzi nello spettro autistico”.

All’ITS Academy Fondazione Archimede di Siracusa, di cui è socio fondatore U.R.A.S. - Federalberghi Sicilia, sta nascendo un progetto pionieristico, ossia l’introduzione sperimentale di un modulo di Lingua Italiana dei Segni, LIS, nei corsi formativi, con l’obiettivo dichiarato di “renderlo permanente nei prossimi anni”.
Dietro questa iniziativa c’è una rete di collaborazioni eccellenti, che unisce il mondo della formazione con quello dell’associazionismo e della pedagogia. Bernadette Lo Bianco, presidente dell’associazione “Sicilia Turismo per Tutti” e docente esperta di turismo accessibile, ha portato la sua esperienza e passione nel progetto, fornendo una visione chiara di quanto l’accessibilità sia fondamentale nel settore turistico. Accanto a lei operano Andrea Burgio e Teresa Alcoraci, formatori esperti in LIS.
E non si tratta di un semplice corso facoltativo ma, piuttosto, di un deciso passo avanti verso un’educazione aperta a tutti, in linea con i valori di inclusività e accessibilità.
“La LIS, riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano come lingua a tutti gli effetti, non è un linguaggio “minore” né una mimica, ma una vera lingua naturale con una propria grammatica e cultura. Integrare la LIS nei programmi didattici significa dunque abbattere barriere comunicative e creare ponti: gli studenti udenti imparano a comunicare con i coetanei sordi, e questi ultimi trovano finalmente spazio e riconoscimento attivo nella vita accademica. In un Paese che solo di recente ha colmato il vuoto normativo sul riconoscimento della LIS, l’ITS Archimede si pone come apripista, dimostrando sensibilità verso la comunità sorda e impegnandosi a formare professionisti capaci di accogliere chiunque”.
Un ulteriore segno, se ce ne fosse bisogno, che l’inclusività, attraverso una sinergia tra esperti e territorio, è un progetto vincente.

Il 15 febbraio a Taranto un incontro organizzato da Safespro APS esplorerà “strategie e opportunità per promuovere un turismo accessibile e inclusivo, coinvolgendo professionisti compresi gli albergatori e istituzioni del settore”.
L’evento si inserisce all’interno del progetto S.E.N.T.I.E.R.I, finanziato dalla regione Puglia e da Pugliapromozione, che mira a sviluppare pratiche inclusive e sostenibili nel turismo, anche con la consapevolezza “il turismo accessibile è un motore di crescita non solo economica, ma anche sociale”.
Uno degli aspetti presi in considerazioni sarà la presentazione di dati di mercato riguardanti il turismo accessibile, a cura di Carmen Valente e Andrea Marulli. Durante questo intervento, verrà analizzato il crescente interesse per le offerte turistiche senza barriere, evidenziando come questo nuovo focus stia influenzando positivamente le imprese del settore.
La relazione metterà in luce non solo le necessità sociali, ma anche i vantaggi economici legati all’accessibilità, contribuendo a far comprendere come un cambio di paradigma possa rappresentare un valore aggiunto per gli operatori turistici. Un’analisi basata su informazioni concrete offrirà spunti preziosi per il futuro del settore.
“Partendo dalle effettive esigenze delle persone con disabilità, la progettazione e sperimentazione dei percorsi ha richiesto un’analisi dettagliata delle problematiche esistenti. Le fasi di testing sul campo hanno portato a un miglioramento continuo, creando un modello di turismo inclusivo che potrebbe servire da esempio per altre”.
Un elemento chiave del progetto sono stati i tirocinanti, che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione di percorsi turistici accessibili. “Grazie al loro contributo, è stato possibile identificare criticità e testare soluzioni”. Durante l’evento, alcuni di loro condivideranno esperienze personali, sottolineando come il loro coinvolgimento abbia arricchito il progetto e contribuendo a ottimizzare l’offerta turistica.
Queste testimonianze serviranno a evidenziare non solo i punti di forza della proposta, ma anche gli aspetti da migliorare, fornendo un quadro realistico dell’impatto del progetto nel territorio tarantino.
Francesco Marangi, esperto in finanza agevolata, interverrà per illustrare le opportunità di finanziamento disponibili per le imprese desiderose di adeguarsi alle normative di accessibilità. L’adeguamento delle strutture è essenziale per ampliare il mercato di riferimento e migliorare la qualità dell’accoglienza.
Informazioni pratiche su come accedere a incentivi e contributi destinati al turismo inclusivo rappresentano un’opportunità concreta per gli operatori del settore, permettendo loro di allinearsi alle crescenti richieste di accessibilità.
Marcello De Paola, rappresentante di Federalberghi Taranto, parlerà dell’atteggiamento del settore alberghiero sul tema dell’accessibilità. La sua prospettiva aiuterà a comprendere come le strutture ricettive stiano affrontando le sfide imposte da una clientela sempre più attenta alle questioni di inclusione.
La chiusura dell’incontro sarà affidata a Brigida Nigro, atleta paralimpica italiana e ambasciatrice del progetto S.E.N.T.I.E.R.I.. La sua storia rappresenta un potente messaggio di inclusione sociale e personale, dimostrando come l’accessibilità nel turismo possa essere un potente volano per vivere esperienze autentiche.

L’incentivo per l’abbattimento, o l’eliminazione, delle barriere architettoniche,
di cui all’articolo 119-ter del DL n. 34/2020, resta in vigore fino alla fine del 2025
A seguito della riscrittura della disciplina operata dal Decreto Legge “salva spese”, il bonus barriere architettoniche, per le spese sostenute nel 2025, spetta solo per gli interventi aventi per oggetto scale, rampe, ascensori, servo-scala, piattaforme elevatrici. La detrazione non può più essere fruita per la sostituzione di pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti, per il rifacimento o l’adeguamento di servizi igienici, impianti elettrici, citofonici e per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche. Sono agevolabili gli interventi effettuati su unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale. Quanto si può risparmiare?
I soggetti beneficiari
Possono beneficiare del bonus barriere architettoniche i soggetti che sostengono le spese per l’esecuzione degli interventi agevolati e che possiedono o detengono l’immobile in base a un titolo idoneo al momento di avvio dei lavori o al momento del sostenimento delle spese, se antecedente il predetto avvio.
In particolare, hanno diritto alla detrazione:
- le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
- gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
- le società semplici;
- le associazioni tra professionisti;
- i soggetti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, enti, società di persone, società di capitali).
Gli interventi agevolabili
A seguito della riscrittura della disciplina, per le spese sostenute a decorrere dal 30 dicembre 2023, il bonus barriere architettoniche spetta solo per gli interventi aventi per oggetto:
- scale;
- rampe;
- ascensori;
- servo-scala;
- piattaforme elevatrici.
A decorrere dal 30 dicembre 2023, la detrazione non può più essere fruita per:
- la sostituzione di pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti;
- il rifacimento o l’adeguamento di servizi igienici, impianti elettrici, citofonici;
- gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche;
- in caso di sostituzione degli impianti, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e degli impianti sostituiti.
Ai fini dell’accesso alla detrazione, gli interventi devono rispettare i requisiti previsti dal D.M. n. 236/1989, in materia di prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
Il rispetto di detti requisiti deve risultare da apposita asseverazione rilasciata da tecnici abilitati.
Danno diritto all’agevolazione gli interventi effettuati su edifici già esistenti, di qualsiasi categoria catastale. I titolari di reddito d’impresa sono ammessi all’agevolazione a prescindere dalla qualificazione degli immobili sui quali sono stati eseguiti gli interventi come “strumentali”, “beni merce” o “beni patrimoniali”.
Il pagamento delle spese agevolate con il bonus barriere architettoniche deve avvenire con le modalità di pagamento previste per le spese di cui all’articolo 16 bis del TUIR, ossia mediante bonifico parlante, da cui devono risultare:
- la causale del versamento;
- il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).
Misura della detrazione e limite massimo di spesa
La detrazione spetta nella misura del 75% delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a:
- 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
- 40.000 euro, moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio, in caso di edifici composti da due a otto unità;
- 30.000 euro, moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio, in caso di edifici composti da più di otto unità.
Non trattandosi di una disposizione specifica per gli alberghi (al contrario del bonus alberghi 65% e 80%, per i quali i termini sono scaduti), il limite di spesa applicabile è 50.000 euro, in quanto la struttura ricettiva è assimilabile agli edifici unifamiliari.
Quando
L’agevolazione può essere fruita sotto forma di detrazione nella dichiarazione dei redditi in cinque quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e nei quattro successivi.
La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce in caso di decesso del contribuente che ha sostenuto le relative spese.
L’agevolazione non si trasferisce neanche in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento, in quanto in tale caso, il contribuente che ha sostenuto la spesa può continuare a fruire delle quote di detrazione non utilizzate
Calcoliamo il risparmio
Si supponga che nel 2025 l’albergatore installi un ascensore, spendendo complessivamente 32.000 euro (IVA compresa).
Poiché la spesa sostenuta non supera il limite massimo ammesso a detrazione (50.000 euro), la detrazione va calcolata sulla spesa sostenuta (32.000 euro).
La detrazione fiscale complessivamente spettante ammonta quindi a 24.000 euro (il 75% di 32.000 euro).
Tuttavia, il risparmio effettivo dipende anche dalla capienza fiscale del contribuente. Ciascun contribuente, infatti, ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’imposta dovuta per l’anno in questione. L’importo eccedente non può essere richiesto a rimborso né conteggiato in diminuzione dell’imposta dovuta per l’anno successivo.
Pertanto, in tutti gli anni dell’incentivo, la capienza fiscale dell’albergatore deve essere pari o superiore a 4.800 euro (24.000 : 5 anni = 4.800 euro per anno).

L’ospitalità accessibile
Investire nell’accessibilità è un’importante leva per il successo delle imprese,
che tiene insieme la responsabilità sociale e l’accesso a opportunità di business
di Roberto Vitali
Parlare di ospitalità accessibile significa mettere in luce l’importanza di rendere le strutture ricettive e i servizi turistici fruibili da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche, sensoriali o cognitive.
Abbracciare questo mercato significa investire sul miglioramento della qualità complessiva della propria struttura ricettiva, ed è sempre più necessario utilizzare un’accessibilità trasparente, ispirata all’Universal Design.
Investire nell’accessibilità non è solo una scelta etica, ma una strategia commerciale che apre nuove opportunità di mercato.
Offrendo servizi accessibili e inclusivi, le aziende possono ampliare la propria clientela, fidelizzare i clienti e distinguersi in un settore altamente competitivo.
Occorre ricordare che l’ospitalità accessibile non riguarda solo l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche la creazione di un ambiente inclusivo, dove ogni persona si senta accolta e valorizzata.
Questo è possibile solo avviando un percorso di formazione del personale, adattamento dei servizi e sensibilizzazione generale sul tema dell’inclusività.
È importante sottolineare che l’ospitalità accessibile, se realizzata nel modo giusto, trasforma le persone con esigenze di accessibilità o con disabilità in consumatori che possono scegliere liberamente, anziché essere limitati da una certificazione che decide per loro, in base a una patologia medica, dove andare e dove non andare.
Un fattore decisivo risiede nella fornitura d’informazioni dettagli ate sulle caratteristiche di accessibilità delle strutture ricettive e dei servizi turistici.
Questo approccio permette alle persone di valutare autonomamente, in base alle proprie specifiche necessità e aspirazioni, se un luogo soddisfa le proprie esigenze di accessibilità, senza dover dipendere da standard medici, architettonici o valutazioni esterne che potrebbero non riflettere i loro reali bisogni.
Tra l’altro, implementare pratiche di ospitalità accessibile offre benefici economici e sociali. Si apre il mercato a una clientela più ampia, arricchendo l’esperienza turistica complessiva, che a sua volta aumenta la soddisfazione dei clienti e rafforza la competitività sul mercato internazionale.
In questo modo, l’ospitalità accessibile diventa un mezzo per l’empowerment individuale, promuovendo l’autodeterminazione e il diritto di scelta, contribuendo a creare un’esperienza turistica più inclusiva e personalizzata, dove ogni persona può sentirsi accolta e valorizzata.
È quindi essenziale continuare a discutere e promuovere l’ospitalità accessibile, affinché diventi uno standard condiviso e non un’eccezione.
Promuovere questo tipo di approccio significa andare oltre l’abbattimento delle barriere fisiche, abbracciando una visione più ampia dell’accessibilità che mette al centro la dignità e l’autonomia di ogni individuo. Solo così potremo costruire una società più giusta e accogli

Personale e personalità
Quanto pesa l’intelligenza artificiale sull’X factor dell’ospitalità?
Chi vincerà la sfida tra l’efficienza dell’automazione e il calore umano?
di Giacomo Pini
Auto volanti, robot umanoidi: l’intelligenza artificiale è passata dalla fantascienza a una realtà tangibile in tanti settori, compreso quello dell’ospitalità. E se è vero che, come riportato dalle stime di un rapporto sul tema, il suo utilizzo potrebbe potenzialmente raddoppiare i tassi di crescita economica annuale nel giro dei prossimi 10 anni, il 14% dei posti di lavoro in 21 Paesi del mondo corre il rischio di essere completamente sostituito dalle automazioni. Vale anche per il nostro mondo dell’ospitalità?
Chi vincerà la sfida tra l’efficienza millimetrica garantita dall’automazione e il calore dell’interazione umana e del tocco unico dato dal personale?
In un mondo in cui 6 ospiti su 10 ritengono che l’intelligenza artificiale sia fondamentale per migliorare la prenotazione del pernottamento in hotel e l’esperienza di soggiorno, qual è il ruolo del personale e come viene rimodellata l’occupazione alberghiera?
Automazioni e tecnologia
L’intelligenza artificiale si sta affermando essere uno strumento rilevante nella gestione delle strutture ricettive, grandi catene o piccole indipendenti che siano, candidandosi l’elemento più rivoluzionario del secolo in termini di ottimizzazione, efficienza e personalizzazione.
Lato ospite, i chatbot e gli assistenti virtuali forniscono un’assistenza in tempo reale, seguendo l’ospite in ogni fase del soggiorno, mentre la tecnologia delle smart room (o camere intelligenti) permette un livello di comfort superiore e personalizzato.
Lato struttura, invece, le applicazioni delle più recenti tecnologie e sistemi di machine learning permettono, tramite un’analisi costante di enormi moli di dati, di prevedere preferenze e comportamenti degli ospiti, migliorare i prezzi e le offerte, e risolvere proattivamente problemi ancora prima che si manifestino, soprattutto quando si parla di manutenzioni, gestione dell’inventario e del magazzino. L’intelligenza artificiale, infatti, può anche essere usata per migliorare l’efficienza energetica dell’intera struttura (comprese le cucine) per ridurre costi e consumi, ma anche l’efficienza operativa, rendendo così il servizio più performante, veloce e senza intoppi, il che ugualmente minimizza gli sprechi e massimizza il risultato finale anche da un punto di vista economico.
Persone, individui e professionisti
Un hotel, però, non è fatto solo di numeri e comfort fisici: una struttura ricettiva, di qualsiasi grandezza e tipologia, è comunque fatta di emozioni, di ricordi, di incontri, di relazioni, di scambi, di sorrisi. Insomma, è fatta di persone. È proprio il saper andare oltre al fornire un semplice servizio preciso e puntuale che contraddistingue le figure professionali coinvolte nell’industria dell’ospitalità e dell’accoglienza, capaci in maniera ineguagliabile di regalare all’ospite la percezione di essere al centro dell’esperienza, aumentandone così soddisfazione e fidelizzazione.
È anche la storia di ognuno di loro, non solo come professionisti ma come individui, che li plasma e li rende irraggiungibili dalle macchine, trasformando tutto ciò che può essere ordinario e replicabile in qualcosa di straordinario e unico.
E questo vale per tutti i comparti: dall’accoglienza all’housekeeping, fino al food & beverage. Prendiamo, ad esempio, il caso del Tasca di Dubai, all’interno del Mandarin Oriental Jumeira Hotel: una location che già da sola rende l’esperienza memorabile, Un’offerta interessante che attrae e stuzzica interesse, un format ibrido al passo con i tempi; ma quello che davvero incanta è vedere a due passi di distanza chef e cuochi intenti a preparare pietanze e prelibatezze in quella che sembra la coreografia studiata di un’armoniosa danza, condita da sorrisi e qualche numero scenografico che stupisce l’ospite. E che certamente un robot farebbe fatica a replicare, quantomeno con la stessa simpatia.
D’altronde, è pur sempre vero che gli algoritmi dell’intelligenza artificiale sono sì programmati per acquisire informazioni a partire da un ascolto accurato delle parole, ma l’empatia e la capacità di cogliere in modo autentico sfumature nel tono di voce o di comprendere emozioni umane celate tra le righe o ancora di creare un legame emotivo e affettivo è ad oggi ancora una prerogativa umana.
Scontro o collaborazione?
Insomma, siamo davvero di fronte a uno scontro tra titani o forse sarebbe il caso di deporre le armi per far crescere finalmente le nostre imprese in zona di pace e collaborazione?
La risposta la lasciamo dare al mercato.
Le stime riferiscono che, nonostante la stragrande maggioranza dei viaggiatori ritiene che i chatbot siano estremamente utili per gestire le operazioni e le richieste semplici – tra cui, ad esempio, il check-in o la password del wi-fi – il 70% degli ospiti non sa rinunciare all’interazione umana, soprattutto quando si tratta di soddisfare richieste più complesse.
Esattamente in linea con quanto visto fino a ora, possiamo affermare che oggi e nel futuro più immediato l’AI non potrà davvero sostituire completamente il tocco umano tanto ricercato e caratteristico dell’ospitalità, che rimane sempre e comunque l’X factor capace di fare la differenza.
E questo è da intendersi anche proprio in termini di competitività e concorrenza: prese due strutture ricettive simili per clientela ideale, proposta di valore e offerta, entrambe possono investire nelle tecnologie necessarie per automatizzare le mansioni più ripetitive e rendere le camere intelligenti, con, ad esempio, regolatori di temperatura e illuminazione gestibili tramite app e assistenti virtuali; tuttavia, entrambe sapranno rispettivamente contraddistinguersi solo e unicamente per la componente umana, variabile che potrà spostare la valutazione finale dell’ospite rispetto all’esperienza complessiva vissuta, non solo da un punto di vista razionale (“la camera era davvero confortevole e quando sono entrato avevo già a disposizione tutte le informazioni che mi servivano per provare esperienze locali rispetto a quelle che sono le cose che mi piace fare, oltre che una temperatura davvero perfetta”), ma anche emozionale (“durante la seconda cena, il barman mi ha consigliato un cocktail strepitoso mai sentito prima; dice che per la ricetta si è ispirato a sapori della sua infanzia, e così ognuna delle quattro sere che mi rimanevano sono tornato a riassaggiare quello e altre sue creazioni”).
Ne consegue che il rapporto che ora auspichiamo si instauri tra tecnologia ed essere umano sia di compartecipazione strategica. Affinché questa sia in grado di portare i suoi frutti, tuttavia, diventa necessario per dirigenti e albergatori muovere alcuni passi ben direzionati.
Prepararsi al futuro
Il più grande errore che si può commettere oggi, se si gestisce un’impresa nel mondo dell’ospitalità, è quello di ostruire completamente il passaggio alla tecnologia, riducendola a nemico del proprio operato e rinunciando così ai benefici che essa può apportare, soprattutto da un punto di vista operativo, in termini di efficienza ed efficacia. Tuttavia, abbracciare questo nuovo modo di operare non è sufficiente e fermarsi a una conoscenza superficiale di tutto il sistema può diventare addirittura pericoloso.
Esiste una letteratura davvero ampia che analizza il rapporto tra intelligenza artificiale ed essere umano, esaminando l’impatto psicologico che la prima può causare nel secondo, e, andando a prendere in considerazione quella che tratta il lato lavorativo e aziendale, scopriamo che l’IA è spesso percepita negativamente proprio per il timore comune che essa possa andare a sostituire il proprio operato. Per questo motivo è opportuno per le direzioni degli hotel di investire tanto nelle tecnologie quanto nella formazione del proprio staff, per eliminare la paura della precarietà e piuttosto incentivare una riqualificazione del personale, trasformando così una potenziale sfida in un’opportunità di crescita.

La sicurezza antincendio in albergo
Anche se il fenomeno ha un’incidenza limitata, il rischio degli incendi negli alberghi non va preso alla leggera. Analizziamo le principali cause e come prevenirle
di Gioacchino Giomi
Un incendio in un albergo è certamente un evento non auspicabile, come del resto ogni sorta di calamità naturale che può mettere a rischio l’incolumità delle persone presenti nella struttura o il fabbricato stesso e il suo contenuto. Ma mentre un incendio, in molti casi, si può prevenire e tenere sotto controllo con azioni che derivano dalla nostra volontà, per le calamità naturali è molto più complesso perché si possono sommare una serie di elementi che sfuggono al nostro controllo.
Il primo punto da chiarire è perché si genera un principio di incendio che, se trova le condizioni ambientali ottimali, può progredire fino a determinare un rogo di vaste dimensioni; quindi un incendio si genera se contemporaneamente sono presenti tre componenti fondamentali: il materiale che può bruciare (carta, plastica, stoffa, liquidi infiammabili, gas combustibili, ecc.), la fonte di calore che può innescare il materiale (fiamma, scintilla, surriscaldamento di apparati elettrici, insufficiente smaltimento del calore, ecc.) e l’ossigeno dell’aria, che in generale è sempre presente.
Questi sono gli elementi che scatenano una combustione e che le fanno assumere la connotazione di un incendio; se l’apporto di solo una delle tre componenti viene a mancare si determina l’estinzione.
Considerato che in un albergo siamo sempre in presenza di aria, possiamo semplificare il ragionamento considerando unicamente la presenza del combustibile e della fonte di innesco. Di conseguenza, se desideriamo evitare che si sviluppi un incendio, è necessario far sì che il combustibile non stia mai a diretto contatto con la fonte di innesco.
L’analisi degli incendi avvenuti in Italia nei primi dieci mesi del 2024 nelle strutture ricettive, mette in evidenza alcuni aspetti interessanti che possono indirizzare i comportamenti verso una gestione più confacente alla sicurezza antincendio:
- gli ambienti dove con maggiore frequenza si sviluppa un incendio sono i locali lavanderia. Se a ciò si accompagna che le lavanderie sono normalmente ubicate ai piani interrati o seminterrati e se il calore e i fumi che si generano non sono confinati in tali ambienti, per mezzo di compartimentazioni e porte resistenti al fuoco permanentemente chiuse, i prodotti caldi della combustione possono facilmente invadere tutti i locali soprastanti dell’albergo, determinando danni da calore e da fumo.
Ma prima di pensare a come ridurre le conseguenze dell’incendio sarebbe forse più efficiente evitare che questo accada, per cui nel caso di specie è necessario effettuare una corretta manutenzione delle lavatrici, delle asciugatrici o di altri apparecchi elettrici presenti, delle spine e delle prese elettriche affinché non si producano pericolosi scintillii o surriscaldamenti;
- nelle stanze da letto una fonte di innesco frequente sono i frigo bar. Anche in questo caso una corretta compartimentazione, accompagnata dalla presenza di un sistema di rivelazione automatica di incendio, consente di limitare i danni alla stanza dove è avvenuto l’incendio. È opportuno controllare, a cadenze regolari, soprattutto nelle installazioni a incasso se ci sono consistenti accumuli di polvere o altri materiali combustibili in corrispondenza del motore del frigo e se la presa e la spina di corrente si surriscalda;
- gli incendi prodotti da guasti elettrici sia sugli impianti che sugli utilizzatori sono abbastanza frequenti. Per contrastare possibili incendi è necessario quindi controllarne ad intervalli regolari lo stato di usura e deterioramento. Sono da bandire prolunghe elettriche e spine riduttrici perché sono la fonte maggiore di principi di incendio;
- il gran numero, in valore assoluto, di persone intossicate da fumi di combustione fa pensare che non ci sia stato un pronto allarme per consentire ai clienti di porsi in salvo o che le vie di esodo e le uscite di sicurezza non siano state correttamente segnalate e che la compartimentazione sia carente o non efficace;
- la produzione di grandi quantitativi di fumo durante l’incendio, soprattutto di colore scuro, fa pensare alla presenza di arredi (tende, rivestimenti dei pavimenti o delle pareti, poltrone, materassi, ecc.) che non hanno una buona reazione al fuoco.
Dalla tabella sopra riportata, si evince che il numero dei sinistri per incendio ed esplosione in strutture ricettive rappresenta una piccola percentuale rispetto al totale di quelli che avvengono, valutabile nello 0,03-0,04 %. Tuttavia, nel quinquennio 2020-24 si sono avuti mediamente 307 sinistri/anno nelle strutture ricettive turistico alberghiere, ossia quasi uno al giorno.
Il confronto dei sinistri e degli interventi mette in evidenza che il numero degli interventi per incendio ed esplosione nelle strutture ricettive è maggiore del numero dei sinistri, significando che, a parità di sinistri, sono state impegnate più squadre di Vigili del Fuoco e che quindi gli interventi di soccorso sono stati più gravi.
Per ridurre i rischi, una pianificazione preventiva diventa fondamentale, inoltre devono, per quanto possibile, essere adottate soluzioni di protezione strutturale e gli impianti tecnologici devono essere progettati e realizzati per resistere a condizioni di affaticamento, con sistemi di backup e di tutela contro cortocircuiti e danni idrici.
Anche la manutenzione regolare gioca un ruolo essenziale: un fabbricato e un impianto ben mantenuti sono meno soggetti a guasti, soprattutto in situazioni di stress. Le strutture alberghiere dovrebbero inoltre essere dotate di piani di emergenza e di evacuazione, aggiornati e testati periodicamente, per far fronte a situazioni di crisi.
Il risk management consente alle strutture ricettive di anticipare, identificare e mitigare questi rischi in modo proattivo, migliorando la gestione operativa e proteggendo gli asset aziendali. Fra gli strumenti di mitigazione proattiva del rischio aziendale troviamo anche l’assicurazione contro i danni alle strutture e agli impianti che possono considerare anche i danni causati da eventi naturali e catastrofali, purché la stessa sia attentamente calibrata in base alle risultanze della valutazione di risk management e che consideri anche i rischi specifici della zona in cui l’hotel è situato.
In sintesi, la gestione dei rischi legati all’attività di ricezione turistica è cruciale per la protezione e la continuità operativa degli alberghi e richiede un approccio integrato che combini prevenzione, manutenzione, formazione del personale e adeguate coperture assicurative.