• Federalberghi

    Federalberghi è la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo in Italia.

     

    L'associazione rappresenta le istanze e gli interessi degli albergatori nei confronti delle istituzioni e delle organizzazioni politiche, economiche e sindacali.

     

    Aderiscono a Federalberghi più di 27.000 alberghi su un totale di circa 33.000, attraverso 126 Associazioni territoriali.

     

    È socio fondatore di Hotrec, la Confederazione europea degli hotel, dei ristoranti e dei bar ed aderisce a Confcommercio, ove ha dato vita a Confturismo.

     

    Il Presidente è Bernabò Bocca, il Direttore Generale è Alessandro Massimo Nucara.

  • La partnership con Intesa Sanpaolo

    Il settore audiovisivo italiano è stato protagonista a Las Vegas dell’American Film Market, grazie alla partecipazione dell’Associazione Produttori Esecutivi italiani (APE) a un incontro volto a presentare agli operatori del settore le agevolazioni fiscali attualmente in vigore in Italia e le opportunità offerte dagli Studios di Cinecittà.

    Durante l’evento, APE ha presentato l’accordo siglato con Intesa Sanpaolo a sostegno delle produzioni esecutive estere sul territorio nazionale. Un impegno concreto per l’industria cinematografica e per l’intero settore audiovisivo, comparto con importanti impatti economici, culturali e sociali capace di favorire al contempo la promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo, grazie anche alle produzioni internazionali che realizzano i propri film nel nostro Paese.

    Attraverso l’accordo, Intesa Sanpaolo mette a disposizione delle imprese associate APE il supporto specialistico del proprio Desk Media & Cultura per operazioni di finanza ordinaria e straordinaria – come finanziamenti, smobilizzo credito d’imposta, anticipo credito IVA – oltre a soluzioni specifiche per le produzioni estere e quelle esecutive italiane.

    Negli ultimi anni, lo sviluppo delle produzioni nazionali e internazionali ha sollecitato nuovi investimenti per la valorizzazione delle location, diventando così un importante driver per la promozione turistica, oltre che a farsi leva occupazionale per la filiera degli operatori del settore a cui si sono affiancati gli interventi di riqualificazione di strutture e studi, primo fra tutti Cinecittà che, grazie anche ai fondi del PNRR, è tornata ad attrarre le migliori progettualità cinematografiche internazionali.

    Secondo un’analisi di APE, negli ultimi cinque anni 395 produzioni estere hanno beneficiato delle misure italiane sul tax credit, il credito concesso è stato pari a un valore complessivo di 380 milioni di euro e gli investimenti sono stati pari a un valore totale di 950 milioni di euro. Numeri importanti che posizionano l’Italia tra le destinazioni più convenienti al mondo da un punto di vista fiscale dove realizzare film, serie tv e in generale produzioni audiovisive di qualità.

    In questo contesto, il supporto di Intesa Sanpaolo si è tradotto, a oggi, in circa 3 miliardi di euro di erogazioni al comparto, a cui si è recentemente aggiunta la disponibilità di ulteriori 5 miliardi di euro fino al 2026 per finanziare le produzioni audiovisive nel solco dei 410 miliardi complessivi previsti dal Gruppo bancario a favore della realizzazione degli obiettivi del PNRR, tra cui Cultura 4.0.

    Dal 2009 a oggi, Intesa Sanpaolo ha supportato le produzioni di circa 670 opere tra film e serie tv nazionali e internazionali, oltre a 190 tra spot pubblicitari, factual e format tv, diventando un interlocutore bancario fondamentale per gli operatori nazionali e internazionali, capace anche di un approccio specialistico sia in fase di strutturazione del progetto – con un servizio consulenziale sui diversi aspetti finanziari – che in fase realizzativa.

    “Facendo leva sui modelli operativi sinergici del nostro Gruppo – ha commentato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo – da anni ci stiamo posizionando come banca di riferimento per il settore e sviluppiamo collaborazioni a sostegno del comparto audiovisivo.  L’accordo con APE punta ad attrarre produzioni straniere nel nostro Paese, favorendo il ruolo del cinema quale catalizzatore economico per numerosi settori produttivi, con benefici sull’intero indotto sia in termini occupazionali che di promozione dell’Italia e del Made in Italy”.

    “Grazie al tax credit internazionale e all’accordo appena siglato con Intesa Sanpaolo – ha spiegato Marco Valerio Pugini, Presidente APE –  il settore prosegue il suo cammino e la sua evoluzione, passando dalla realizzazione di prodotti di “location” a quelli che fanno “base” in Italia. Ciò equivale a una crescita esponenziale del nostro settore industriale, che ha triplicato i fatturati negli ultimi tre anni, con ricadute importanti sul nostro Paese”.

  • norme, tributi e incentivi

    Le Online Travel Agencies sono impegnate a raccogliere i dati delle strutture ricettive e delle attività di locazione breve presenti sulle loro piattaforme

     

    I portali che intermediano le prenotazioni di servizi ricettivi e le locazioni brevi stanno procedendo a raccogliere e verificare alcune informazioni essenziali sulle strutture ricettive e sugli immobili presenti sulle loro piattaforme, come previsto dalla direttiva dell’UE sulla cooperazione amministrativa (DAC 7) e dal Digital Services Act (DSA).

     

    La direttiva europea DAC 7 è stata emanata al fine di rafforzare la trasparenza fiscale, considerata il principale strumento per contrastare le pratiche elusive internazionali. Un numero elevato e in costante aumento di privati e imprese utilizza infatti le piattaforme digitali per vendere beni o fornire servizi. Spesso però i redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali non sono dichiarati e le relative imposte non vengono versate, in particolare quando tali piattaforme digitali operano in diversi Paesi. Ne consegue che gli Stati membri perdono gettito fiscale e alcuni operatori attivi sulle piattaforme digitali godono di un indebito vantaggio rispetto alle imprese tradizionali.

     

    In adempimento a quanto previsto dalla DAC 7, i gestori delle piattaforme sono obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio di ogni anno una serie di informazioni.

     

    Tra le informazioni da inviare, relativamente ai servizi ricettivi e alle locazioni brevi di immobili, sono ricomprese le seguenti:

    - i dati identificativi dei fornitori di servizi e dei locatori;

    - l’indirizzo di ciascuna proprietà inserzionata, e il relativo numero di iscrizione al registro catastale;

    - il corrispettivo totale versato o accreditato nel corso di ogni trimestre dell’anno e il numero di transazioni in riferimento a ciascuna proprietà inserzionata;

    - eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dal gestore di piattaforma per ogni trimestre dell’anno;

    - se disponibile, il numero di giorni di locazione e il tipo di ogni singola proprietà inserzionata durante l’anno.

     

    Con l’entrata in vigore del regolamento europeo sui servizi digitali, cosiddetto DSA, le piattaforme di intermediazione e di vendita di beni e servizi sono inoltre tenute a rafforzare i loro sistemi di sicurezza per prevenire situazioni di illegalità, compiendo controlli a campione sui prodotti e servizi venduti sulla propria piattaforma, e garantendo che la pubblicità online non sia ingannevole o dannosa.

     

    Il regolamento europeo è infatti finalizzato a creare un ambiente digitale sicuro e affidabile, tutelando i diritti dei consumatori e contrastando la diffusione di contenuti illegali e la manipolazione delle informazioni.

     

    In adempimento a tale normativa, potrà quindi essere richiesto ai gestori di attività ricettive o di locazione breve presenti sulle piattaforme di fornire il proprio indirizzo e codice fiscale, e, se si dichiarano host professionali, anche la partita IVA e il numero di iscrizione al Registro delle imprese.

     

    Il mancato inserimento dei dati richiesti nell’area riservata della piattaforma comporterà l’adozione di alcune misure, tra cui l’impossibilità di ricevere prenotazioni da parte di viaggiatori all’interno dello Spazio Economico Europeo (SEE) e la disattivazione delle proprietà presenti sulla piattaforma stessa.

  • numeri del turismo

    Banca d’Italia ha pubblicato i dati relativi alla bilancia dei pagamenti turistica, aggiornati al mese di giugno 2024.

     

    Nei primi sei mesi del 2024, la spesa dei turisti stranieri in Italia è stata pari a 23,6 miliardi di euro. Il dato è in aumento sia rispetto ai valori pre-pandemici, con un +25,8%, sia rispetto al 2023, +12,5%.

     

    In parallelo, Banca d’Italia rileva un numero di viaggiatori stranieri alla frontiera inferiore del -6% rispetto ai dati del 2019: il risultato deriva da un calo del -6,2% dei viaggiatori che non pernottano e del -5,8% di quelli che si fermano a dormire.

     

    I pernottamenti totali sono in aumento del 2,1% rispetto al periodo pre-pandemico, con un +4,5% rispetto al 2023, mentre la permanenza media è passata da 5,8 nel 2019 a 6,3 notti, con un aumento del +8,4%.

  • organizzazione

    Rosa Di Stefano, 48 anni, imprenditrice del settore turistico alberghiero e giornalista, è stata nominata presidente di Federalberghi Palermo.

    Raccoglie il testimone lasciato da Nicola Farruggio, suo marito, figura di riferimento degli albergatori siciliani, scomparso prematuramente lo scorso ottobre. La nomina è avvenuta per acclamazione da parte dei componenti dell’assemblea elettiva.

    “Nicola è stato un leader appassionato e una figura insostituibile per la nostra associazione e per l’intera comunità alberghiera siciliana. La sua dedizione, la sua visione e la sua capacità di lottare per i diritti e il futuro del nostro settore sono qualità che resteranno, sempre, impresse nel nostro cuore e nella nostra mente”.

    “In questo momento di grande responsabilità, sento il peso di dover raccogliere l’eredità che Nicola ha lasciato, con il cuore pieno di gratitudine per il suo impegno costante e per tutto ciò che ha fatto per noi”, ha dichiarato la neo presidente appena eletta, che ha poi espresso il suo pensiero su come dovrà evolvere il settore turistico.

     “Oggi, più che mai, è necessario catalizzare le comuni energie nella consapevolezza forte che gli esiti vincenti si ottengono sempre da un lavoro di squadra nonché da un continuo dialogo e confronto tra gli imprenditori, tutti, del settore turistico ricettivo. Si deve perciò lavorare insieme per rispondere alle sfide di un mondo che cambia velocemente, per costruire un futuro migliore per i nostri associati e per l’intero comparto turistico siciliano, tenendo conto dei risultati e delle esperienze pregresse”, la conclusione di Rosa Di Stefano.

    Anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha voluto complimentarsi con la neo presidente.

    “Rivolgo, a nome dell’amministrazione comunale gli auguri di buon lavoro a Rosa Di Stefano, nominata oggi come nuovo presidente di Federalberghi Palermo – ha detto il sindaco - Con il compianto presidente Nicola Farruggio ha condiviso la vita privata e professionale, e sono convinto che sarà la figura ideale per raccogliere quell’eredità fatta di passione e dedizione per ricoprire al meglio questo incarico. Il settore alberghiero è in piena evoluzione e sta raccogliendo numerose sfide.

    Sfide che sono, in buona parte, anche quelle di una città che si riscopre sempre più attrattiva ed è per questa ragione che il dialogo sempre aperto tra l’amministrazione e il presidente Farruggio resterà tale anche con la nuova presidente Di Stefano”.

  • risorse umane

    “Intraprendenza e curiosità”

     Il settore congressuale è un driver importante per ogni impresa alberghiera, è un fattore di crescita. Ne parliamo con Carlotta Ferrari, direttrice di Destination Florence

    di Angelo Candido

     Carlotta Ferrari è nata a Carrara, ma a 19 anni, a Firenze per  l’università, si è totalmente innamorata del capoluogo toscano e non se n’è più andata. Conosce la città negli angoli più nascosti e, con il team di Destination Florence, promuove il territorio a 360°, con passione e professionalità.

    Carlotta, ci racconti il tuo percorso dagli inizi fino al tuo attuale lavoro nel destination management?

    Ho cominciato come molti di noi, con il famoso microfono in mano in sala, per mantenermi all’università. All’epoca, si usava molto fare la hostess ai congressi. È stato un modo per avvicinarmi a questo mondo da dietro le quinte. Che ovviamente mi ha dato l’opportunità di conoscere le persone che lavoravano in questo settore e da lì, pian piano, ho iniziato: dapprima in un’agenzia di organizzazione di eventi, poi nel mondo dell’hôtellerie, in particolare come consulente di piccole strutture ricettive nella città di Firenze e poi sono approdata al destination management attraverso Destination Florence che adesso curo.

    C’è una passione particolare che ti spinge a continuare a lavorare in questo campo?

    Più di una, direi. Questo è un lavoro per grandi appassionati, come del resto dovrebbe essere ogni attività, fatta con passione. Il mio consente di metterti in relazione, a confronto con le altre persone e questo contribuisce, secondo me, a una grande crescita anche professionale. Poi mi piace molto risolvere i problemi, quindi stare nel mezzo tra il mondo delle Istituzioni e della politica e il mondo dei privati e cercare di mediare, per trovare soluzioni che facciano crescere il territorio. È una delle cose che sicuramente mi appassiona di più.

     Problem solving e capacità di ascolto. Quali sono altre attitudini e competenze che, secondo te, sono importanti in chi inizia a lavorare nel tuo settore?

    Il problem solving e la pazienza restano al primo posto della classifica. Sicuramente è necessaria una grande capacità di analisi del contesto, del settore e dei dati all’interno dei quali ci si muove, la capacità di organizzare e coordinare, perché noi organizziamo e coordiniamo, alla fine, una filiera portatrice dello stesso grande interesse ma comunque composta da aziende di diversa natura e, infine, la definizione delle strategie per la crescita del territorio. Queste sono le macrocaratteristiche dentro il problem solving e, come elemento nuovo, inserisco anche la capacità di far dialogare il pubblico e il privato, un aspetto interessante ma che richiede molta pazienza.

    Il problem solving è riuscire a risolvere in tempo reale quei problemi che ci sono sempre, nell’attività congressuale come in quella alberghiera. Hai qualche aneddoto da raccontare?

    Aneddoti che hanno chiesto la capacità di problem solving ne potrei raccontare a migliaia, tra cui il fatto che, magari per visite istituzionali di Presidenti di altri Paesi, a quattro ore dal nostro evento più importante durante il quale premiamo gli ambasciatori della città, ci è stata tolta la sede e quindi abbiamo dovuto gestire, in poche ore, centinaia di ospiti. Oppure, aneddoti più personali o di soddisfazione, quando solo due anni fa sono stata trascinata, contro il mio volere, a una cena di gala in occasione della nostra fiera più importante. Ero molto scocciata di stare lì e molto annoiata, e mentre mangiavo distrattamente il presentatore raccontava la mia biografia per darmi un premio alla carriera: me ne sono accorta solo alla fine della presentazione.

     Oltre ai consigli già dati, cos’altro indicheresti a chi decide di iniziare una carriera nel settore congressuale?

    Lavorare nel mondo dei congressi può dare enorme soddisfazione e, come in tutti i settori, credo sia importante avere, oltre la professionalità, anche una buona dose di intraprendenza e di curiosità. Questo è un mestiere che non si limita affatto al mero aspetto organizzativo. Dietro al congresso c’è un mondo intero, ci sono le università e le scoperte scientifiche, c’è un incontro tra popoli e culture diverse e la possibilità di toccare con mano la crescita della destinazione in cui ti trovi. E non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale e molto spesso scientifico, perché acquisire un congresso vuol dire anche una comunità di scienziati che lavora nel territorio. Quindi il mio consiglio è di prendere il massimo che questo lavoro ti può dare. Anche perché l’attività può offrire, secondo me e proprio per questo, grandissime opportunità e anche la possibilità, un domani, di prendere altre strade, le più diverse.

    Tecnologie come intelligenza artificiale, metaverso, le varie innovazioni, come pensi che trasformeranno il modo di lavorare nel settore congressuale? E la concorrenza? So che devi gestirla non solo tra diverse strutture, ma anche tra diverse destinazioni…

    La competizione fa parte del nostro quotidiano. Senza entrare troppo nello specifico, per acquisire un congresso si partecipa a dei veri e propri bandi di gara, dove si compete con altre città con caratteristiche simili e ognuno di noi mette in campo il meglio che può offrire. E sono molti gli aspetti su cui si viene giudicati: la bellezza del territorio, purtroppo per noi, non è sempre al primo posto. Si giudica l’aspetto scientifico, logistico, il rapporto qualità/prezzo. Ci si abitua a competere e questo va vissuto come un continuo stimolo al miglioramento, a trovare soluzioni sempre più vantaggiose per i clienti e anche spingere città e istituzioni a progredire sempre di più.

    Per questo il congressuale viene considerato un volano per il territorio. Dal punto di vista tecnologico non nascondo che noi del MICE siamo sempre stati visti un po’ come dei dinosauri del turismo, perché il nostro è un settore dove ancora la stretta di mano vale tutto e il contatto tra persone è fondamentale. Però, complice la pandemia, abbiamo iniziato a correre anche noi e adesso nei congressi c’è sempre l’ospite in ologramma o comunque delle tecnologie molto avanzate e ritengo, anche nel caso dell’intelligenza artificiale, che ci possa essere un grande supporto per le destinazioni come per gli organizzatori dei congressi. Il segreto è saperla usare e non farsi usare, essere all’avanguardia e saper trarre tutti i vantaggi da quello che la tecnologia ci offre. Senza subirla o esserne spaventati.

  • interviste

    Albergo intelligente, ma senza robot

    Tante sono le possibilità offerte dall’AI, ma l’interazione umana resterà insostituibile per garantire esperienze indimenticabili

     di Luca Bassi

    Un tempo erano gli àuguri, l’ordine sacerdotale dell’antica Roma, fondato da Romolo, il cui compito era quello di interpretare il volo degli uccelli. In Grecia, la Pizia di Delfi e poi Cassandra con le sue previsioni troppo spesso nefaste. Poi, San Malachia e Zarathustra, passando per Nostradamus: la storia è costellata di indovini e profeti, perché interrogarsi sul domani è sempre importante, per non dire fondamentale.

    Il futuro è un tema ricorrente e oggi la capacità di anticiparlo è una professione ricercata da molte aziende. L’avvento dell’intelligenza artificiale, la cosiddetta IA, non ha fatto altro che aumentare le domande su come sarà il domani, soprattutto in ambito lavorativo.

    È anche per questo che Federalberghi e il Centro di formazione management del terziario, con l’aiuto del futurologo Thomas Bialas, hanno proposto un percorso di riflessione sull’impatto dell’intelligenza artificiale all’interno degli hotel attraverso un volume: Io e l’IA. Il mio futuro è intelligente?

    Il manuale, che è stato presentato durante il TTG di Rimini nel corso di un seminario organizzato dal Comitato Nazionale Giovani Albergatori di Federalberghi, contiene, oltre all’analisi di scenario, anche una rassegna concreta di applicazioni che possono aiutare le imprese a migliorare le proprie performance. Come?

    Lo abbiamo chiesto all’autore del volume.

     L’intelligenza artificiale è un alleato formidabile?

    Nel manuale abbiamo messo le principali novità che l’intelligenza artificiale può portare. Cose semplici e quasi scontate, forse anche per questo importantissime, fondamentali, come la traduzione delle lingue: in pochi istanti, oggi, grazie all’intelligenza artificiale, posso dare informazioni in cinese, in arabo, in inglese e in tedesco, con una semplice app che costa qualche decina di euro al mese. Anni fa un servizio del genere, svolto da un professionista, sarebbe costato molto, molto di più in termini di studio e impegno. Pensiamo a quanto deve lavorare sulla preparazione professionale un interprete. Per fotografare in modo chiaro la situazione di oggi, possiamo dire che l’intelligenza artificiale sta vivendo i passaggi vissuti anni fa da internet, che un tempo era appannaggio di pochi informatici e poi, a lungo andare, è diventato uno strumento di lavoro e di svago alla portata di tutti a prezzi accessibilissimi. L’intelligenza artificiale sta facendo proprio questo: oggi spaventa un po’, domani sarà nelle mani di molti, per non dire di tutti.

    Ma quindi, l’albergatore inteso come persona fisica verrà presto sostituito dalla tecnologia?

    Il robot al posto del receptionist è un giochetto che lascia il tempo che trova, un’attrazione buona solo per avere spazio sui giornali, ma poi nella pratica non così performante. lo penso che, oggi come domani, quando si arriva come ospiti in un albergo, sarà sempre meglio trovarsi di fronte una persona vera, che sia professionale e gentile. Credo che questa professione anche in futuro resterà umana. L’automazione porterebbe solo un’omologazione dei servizi che appiattirebbe l’offerta, creando un danno per tutti. Sì, perché il cliente cerca l’esperienza anche umana: quando arriverò in un hotel dopo un viaggio che potrà essere stato lungo e stancante vorrò sempre avere a che fare con una persona fisica, col suo sorriso, col suo saluto, magari con un suo consiglio o una sua indicazione su dove consumare una buona cena in zona. Inoltre, la disconnessione un giorno sarà ancora più difficile da trovare rispetto a oggi e in albergo un professionista in carne e ossa che mi parlerà sarà un vero e proprio plus. Sono convinto che il Turismo e l’ospitalità saranno sempre un’isola felice in questo senso.

     Il futurologo: uno sguardo al domani delle imprese...

    Il compito del sociologo è di studiare la società, quello dello psicologo di studiare la psiche umana, mentre quello del futurologo è di studiare il futuro. Osservare il futuro significa guardare al passato, cogliere i segnali e le tendenze per proiettarle in avanti. In sostanza, il nostro lavoro sta nel raccontare storie, fare una narrazione di come potrebbero, o meglio dovrebbero, andare le cose. È sempre una proiezione in avanti. Per le imprese l’obiettivo è quello di anticipare le tendenze. La fortuna, nel settore degli alberghi, è che, essendo un ambito diverso dal commercio digitale così come tutto il Turismo, sarà sempre collegato all’essere umano, perché vende un’esperienza che un robot non potrà mai fare: la tecnologia è importante, ma non così rilevante perché si tratta di lavori di relazione, emozionali.

    Queste cose non le dico solo da professionista, ma anche e soprattutto da ospite: pochi giorni fa ho chiesto la sveglia in albergo spiegando alla persona che curava la hall che l’indomani avrei avuto un appuntamento importante, che non avrei potuto permettermi di arrivare in ritardo. La mattina successiva, dopo la sveglia automatizzata, ho ricevuto la chiamata della receptionist che si è assicurata che fossi sveglio. Per me è stato un servizio fondamentale: ben venga la sveglia automatizzata, che serve sempre, ma poi quello che per me ha fatto la differenza è stata la chiamata dalla hall.

     Come sarebbe il Turismo in mano agli algoritmi?

    Gli algoritmi oggi appiattiscono l’emozione dell’esperienza. Pensate alle tendenze della cucina: l’avocado ormai è in tutti i toast. Ci piace questa cosa? Ormai tutto si assomiglia, manca sempre di più l’originalità che solo la mente umana può portare, ogni volta. Se tutti usassero gli stessi servizi, ci sarebbe un’omologazione dell’esperienza. E no, non è un vantaggio. Quando nacque internet avere un sito era un vantaggio commerciale. Oggi tutti hanno il sito ed è uno standard. È un bene? è un male? Non è né una né l’altra cosa.

    L’albergatore deve essere diverso e farsi aiutare a distinguersi dall’intelligenza artificiale. L’esempio che faccio spesso è che con Chat GPT mi posso far creare dieci quadri standardizzati da appendere nelle camere oppure posso farmi aiutare a trovare un artista locale che disegni un quadro unico, solo per me. Secondo voi quale sarebbe poi la camera più bella, quella con i quadri creati e stampati da un computer o quelli realizzati dall’artista? Sinceramente, ho pochi dubbi.

     L’AI è già entrata nelle vite degli albergatori?

    Oggi chiamiamo “intelligenza artificiale” tanti software che in realtà stiamo usando da anni, senza sapere che si trattava già allora di intelligenza artificiale. È buffo, vero? Pensiamo ad esempio ai chatbot che rispondono automaticamente alle domande che facciamo al servizio assistenza: esistono e sono in funzione da più di dieci anni. Oppure agli algoritmi che da tantissimo tempo aiutano gli albergatori a stabilire il prezzo concorrenziale delle camere. Diciamo che in questa nostra era stiamo abbattendo la complessità informatica portando questi strumenti a tutti. La differenza sostanziale è che con una manciata di euro oggi ci si può abbonare a Chat GPT e vivere a stretto contatto con l’intelligenza artificiale, mentre anni fa queste cose erano appannaggio solo di grosse realtà che si appoggiavano ad altre grandi realtà del settore. Come dicevamo prima, lo stesso percorso che ha fatto internet dagli anni ’90 in poi: prima era di pochissimi, oggi è di tutti.

     Qualche app da consigliare agli albergatori più curiosi e innovativi?

    La prima che mi viene in mente è Antropic, finanziata anche da Amazon. Si tratta di una realtà molto interessante che mira a creare modelli di intelligenza artificiale di alta qualità e affidabilità. Ma poi ci sono centinaia, se non migliaia di applicazioni di intelligenza artificiale già a disposizione degli hotel. Molte delle quali ancora in fase di perfezionamento (alcune spariranno e saranno sostituite), ma già molto utili, come Sintesia: costa pochissimo e può aiutare gli operatori del mondo del Turismo a creare cose spettacolari. Per farla breve, basta richiedere con un testo quello che abbiamo in mente e l’intelligenza artificiale genera per noi un video con degli avatar che possono parlare anche in 160 lingue. Si possono addirittura creare degli avatar con dei volti umani e personalizzare anche gli sfondi. Immaginatevi un albergo che dà le informazioni di un soggiorno a un potenziale ospite, aiutato da questa intelligenza artificiale.

     In conclusione, come sarà il settore del Turismo tra dieci anni?

    La tecnologia sarà sicuramente un aiuto per chi lavora e per chi ne usufruisce. Nuove generazioni? Non vedo scenari alla Matrix con tutte le persone connesse e universi paralleli. Penso piuttosto che certe esperienze, come quelle legate al Turismo appunto, non saranno poi così diverse. Chat GPT sarà inserito su ogni device: tra poco basterà acquistare uno smartphone per poterlo usare ogni giorno, più volte al giorno. E in questo vedo un pericolo perché, come dicevamo prima, tutta l’esperienza potrebbe standardizzarsi. Il rischio è che qualcuno intervenga, magari con dei pagamenti che condizionino l’intelligenza artificiale che mi deve dare un consiglio, indirizzando poi la mia esperienza. Tutto questo, quasi inutile dirlo, rappresenterà una bella sfida per gli albergatori, perché cambierà l’approccio alla comunicazione.  

     Intervista realizzata in collaborazione con Affari di Gola, periodico di Confcommercio Bergamo

  • Imprese del turismo

    Sul numero 3/2025 della newsletter di Federalberghi si parla di prevenzione incendi, di attività stagionali, di CCNL Turismo, di tutela dei minori e turismo sostenibile  e di tanto altro ancora.

  • Turismo d'Italia

    Turismo d'Italia è l'organo di stampa ufficiale di Federalberghi.

     

    La rivista, nata nel 1958, oltre a illustrare la posizione della federazione sugli argomenti di principale importanza per le imprese turistico ricettive, è ricca di articoli di design e di informazione tecnico professionale.

Il settore audiovisivo italiano è stato protagonista a Las Vegas dell’American Film Market, grazie alla partecipazione dell’Associazione Produttori Esecutivi italiani (APE) a un incontro volto a presentare agli operatori del settore le agevolazioni fiscali attualmente in vigore in Italia e le opportunità offerte dagli Studios di Cinecittà.

Durante l’evento, APE ha presentato l’accordo siglato con Intesa Sanpaolo a sostegno delle produzioni esecutive estere sul territorio nazionale. Un impegno concreto per l’industria cinematografica e per l’intero settore audiovisivo, comparto con importanti impatti economici, culturali e sociali capace di favorire al contempo la promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo, grazie anche alle produzioni internazionali che realizzano i propri film nel nostro Paese.

Attraverso l’accordo, Intesa Sanpaolo mette a disposizione delle imprese associate APE il supporto specialistico del proprio Desk Media & Cultura per operazioni di finanza ordinaria e straordinaria – come finanziamenti, smobilizzo credito d’imposta, anticipo credito IVA – oltre a soluzioni specifiche per le produzioni estere e quelle esecutive italiane.

Negli ultimi anni, lo sviluppo delle produzioni nazionali e internazionali ha sollecitato nuovi investimenti per la valorizzazione delle location, diventando così un importante driver per la promozione turistica, oltre che a farsi leva occupazionale per la filiera degli operatori del settore a cui si sono affiancati gli interventi di riqualificazione di strutture e studi, primo fra tutti Cinecittà che, grazie anche ai fondi del PNRR, è tornata ad attrarre le migliori progettualità cinematografiche internazionali.

Secondo un’analisi di APE, negli ultimi cinque anni 395 produzioni estere hanno beneficiato delle misure italiane sul tax credit, il credito concesso è stato pari a un valore complessivo di 380 milioni di euro e gli investimenti sono stati pari a un valore totale di 950 milioni di euro. Numeri importanti che posizionano l’Italia tra le destinazioni più convenienti al mondo da un punto di vista fiscale dove realizzare film, serie tv e in generale produzioni audiovisive di qualità.

In questo contesto, il supporto di Intesa Sanpaolo si è tradotto, a oggi, in circa 3 miliardi di euro di erogazioni al comparto, a cui si è recentemente aggiunta la disponibilità di ulteriori 5 miliardi di euro fino al 2026 per finanziare le produzioni audiovisive nel solco dei 410 miliardi complessivi previsti dal Gruppo bancario a favore della realizzazione degli obiettivi del PNRR, tra cui Cultura 4.0.

Dal 2009 a oggi, Intesa Sanpaolo ha supportato le produzioni di circa 670 opere tra film e serie tv nazionali e internazionali, oltre a 190 tra spot pubblicitari, factual e format tv, diventando un interlocutore bancario fondamentale per gli operatori nazionali e internazionali, capace anche di un approccio specialistico sia in fase di strutturazione del progetto – con un servizio consulenziale sui diversi aspetti finanziari – che in fase realizzativa.

“Facendo leva sui modelli operativi sinergici del nostro Gruppo – ha commentato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo – da anni ci stiamo posizionando come banca di riferimento per il settore e sviluppiamo collaborazioni a sostegno del comparto audiovisivo.  L’accordo con APE punta ad attrarre produzioni straniere nel nostro Paese, favorendo il ruolo del cinema quale catalizzatore economico per numerosi settori produttivi, con benefici sull’intero indotto sia in termini occupazionali che di promozione dell’Italia e del Made in Italy”.

“Grazie al tax credit internazionale e all’accordo appena siglato con Intesa Sanpaolo – ha spiegato Marco Valerio Pugini, Presidente APE –  il settore prosegue il suo cammino e la sua evoluzione, passando dalla realizzazione di prodotti di “location” a quelli che fanno “base” in Italia. Ciò equivale a una crescita esponenziale del nostro settore industriale, che ha triplicato i fatturati negli ultimi tre anni, con ricadute importanti sul nostro Paese”.

Lago di Garda in Love, per l’occasione del week end di san Valentino 2025, si è confermato evento privilegiato per gli innamorati non solo veronesi ma di tutto il mondo, con numeri in crescita. 

 La manifestazione, all’ottava edizione,  ha infatti superato le 100mila presenze totali nei nove Comuni aderenti all’iniziativa, tra percorsi dedicati, musicisti in più punti comprese le rive del Benaco, zone selfie, bancarelle, etc. I Comuni diventati per un fine settimana le capitali dell’amore sono Sirmione, Valeggio sul Mincio, Castelnuovo del Garda, Lazise, Garda, Torri del Benaco, Brenzone sul Garda, San Zeno di Montagna e Ferrara di Monte Baldo con la partecipazione speciale di Innsbruck (Austria), Montagnana (Padova), Soave (Verona) e la gemellata  Ronzone (Trento).

Anche i social come Facebook e Instagram Lago di Garda in Love hanno registrato punte di 110mila visualizzazioni tra post, tag, storie condivise e like, da tutta Italia e dall’estero. Gli utenti maggiormente attivi sono stati quelli nella fascia 45 – 54 anni, con una netta prevalenza di donne, 73,7%.

La festa dedicata agli innamorati è stata realizzata con il patrocinio della Comunità del Garda e Federalberghi Garda Veneto. Main sponsor Grana Padano e il supporto di numerosi sponsor tecnici e partner.

 “Lago di Garda in Love” è considerato termometro della stagione estiva in arrivo. Un appuntamento ormai rodato che accorcia le distanze con le vacanze pasquali e permette di scoprire la bellezza del lago d’inverno vestito di romanticismo. La vera forza dell’iniziativa è la capacità di fare rete, favorendo il dialogo tra amministratori anche su altri progetti, concentrando gli sforzi nel dare una visione e una promozione corale del nostro amato lago anche all’estero. L’attenzione mediatica arrivata dai nazionali ci ha dato ulteriore segnale di essere sulla strada giusta. E ora siamo già al lavoro per l’edizione estiva con la settimana dell’amore a cavallo di Ferragosto”, la dichiarazione dell’organizzatore con PromoE20 Loris Danielli

Il 15 febbraio a Taranto un incontro organizzato da Safespro APS esplorerà “strategie e opportunità per promuovere un turismo accessibile e inclusivo, coinvolgendo professionisti compresi gli albergatori e istituzioni del settore”.

 L’evento si inserisce all’interno del progetto S.E.N.T.I.E.R.I, finanziato dalla regione Puglia e da  Pugliapromozione, che mira a sviluppare pratiche inclusive e sostenibili nel turismo, anche con la consapevolezza “il turismo accessibile è un motore di crescita non solo economica, ma anche sociale”.

Uno degli aspetti presi in considerazioni sarà la presentazione di dati di mercato riguardanti il turismo accessibile, a cura di Carmen Valente e Andrea Marulli. Durante questo intervento, verrà analizzato il crescente interesse per le offerte turistiche senza barriere, evidenziando come questo nuovo focus stia influenzando positivamente le imprese del settore.

La relazione metterà in luce non solo le necessità sociali, ma anche i vantaggi economici legati all’accessibilità, contribuendo a far comprendere come un cambio di paradigma possa rappresentare un valore aggiunto per gli operatori turistici. Un’analisi basata su informazioni concrete offrirà spunti preziosi per il futuro del settore.

“Partendo dalle effettive esigenze delle persone con disabilità, la progettazione e sperimentazione dei percorsi ha richiesto un’analisi dettagliata delle problematiche esistenti. Le fasi di testing sul campo hanno portato a un miglioramento continuo, creando un modello di turismo inclusivo che potrebbe servire da esempio per altre”.

Un elemento chiave del progetto  sono stati i tirocinanti, che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione di percorsi turistici accessibili. “Grazie al loro contributo, è stato possibile identificare criticità e testare soluzioni”. Durante l’evento, alcuni di loro condivideranno esperienze personali, sottolineando come il loro coinvolgimento abbia arricchito il progetto e contribuendo a ottimizzare l’offerta turistica.

Queste testimonianze serviranno a evidenziare non solo i punti di forza della proposta, ma anche gli aspetti da migliorare, fornendo un quadro realistico dell’impatto del progetto nel territorio tarantino.

Francesco Marangi, esperto in finanza agevolata, interverrà per illustrare le opportunità di finanziamento disponibili per le imprese desiderose di adeguarsi alle normative di accessibilità. L’adeguamento delle strutture è essenziale per ampliare il mercato di riferimento e migliorare la qualità dell’accoglienza.

Informazioni pratiche su come accedere a incentivi e contributi destinati al turismo inclusivo rappresentano un’opportunità concreta per gli operatori del settore, permettendo loro di allinearsi alle crescenti richieste di accessibilità.

Marcello De Paola, rappresentante di Federalberghi Taranto, parlerà dell’atteggiamento del settore alberghiero sul tema dell’accessibilità. La sua prospettiva aiuterà a comprendere come le strutture ricettive stiano affrontando le sfide imposte da una clientela sempre più attenta alle questioni di inclusione.

La chiusura dell’incontro sarà affidata a Brigida Nigro, atleta paralimpica italiana e ambasciatrice del progetto S.E.N.T.I.E.R.I.. La sua storia rappresenta un potente messaggio di inclusione sociale e personale, dimostrando come l’accessibilità nel turismo possa essere un potente volano per vivere esperienze autentiche.

Federalberghi ha rinnovato l’accordo con la società che tutela gli autori per il prossimo triennio, ottenendo il massimo dello sconto per le aziende associate.

Grazie all’adesione di Federalberghi a un nuovo piano di collaborazione, la Siae ha prorogato per il triennio 2025-2027 la validità dell’accordo vigente, che stabilisce le modalità di determinazione dei compensi dovuti agli autori di opere musicali, rappresentati da Siae, per la diffusione di musica d’ambiente nelle aziende ricettive associate.

I compensi per la musica d’ambiente sono calcolati sulla base di alcuni criteri, quali la classifica della struttura ricettiva, il tipo di apparecchio e le modalità di utilizzo, distinguendo l’impiego di apparecchi in ambienti comuni dall’utilizzo di apparecchi all’interno delle camere dei clienti.

L’accordo prevede di regola il pagamento dei compensi in abbonamento annuale, da stipulare tassativamente entro il mese di febbraio di ciascun anno.

Gli abbonamenti, oltre che annuali, possono però essere stipulati anche semestralmente (entro gennaio o luglio, o il primo mese del semestre di apertura per gli stagionali), trimestralmente (entro i primi 15 giorni di gennaio, aprile, luglio o ottobre) o mensilmente (entro i primi 10 giorni del mese). In tali ipotesi, gli importi dovuti sono ragguagliati rispettivamente al 60, 40 e 20% del costo dell’abbonamento annuale.

A decorrere dall’anno 2025, in considerazione di alcune criticità relative alla disciplina della concorrenza, la Siae ha ridotto a tutte le associazioni convenzionate gli sconti finora applicati ai rispettivi soci, riconoscendo il medesimo trattamento a tutte le associazioni a parità di condizioni. Lo sconto applicabile dall’anno 2025 varia da un minimo dell’8% a un massimo del 27%, sulla base della collaborazione prestata dall’associazione convenzionata.

Federalberghi ha aderito alla proposta di collaborazione di livello superiore, al fine di pervenire al massimo livello di sconto per le aziende associate, pari al 27% sui compensi dovuti. Tale riduzione sarà riconosciuta non solo agli alberghi associati, ma anche alle altre strutture ricettive rappresentate dalla Federazione, quali residence e case-albergo, agriturismo, affittacamere e bed & breakfast.

Come di consueto, a ridosso della scadenza dei termini per rinnovare l’abbonamento, Federalberghi, direttamente o tramite le proprie associazioni territoriali, invia alle aziende il certificato associativo, necessario per ottenere le riduzioni previste. Le aziende che non ricevessero i certificati in tempo utile per effettuare gli abbonamenti potranno ottenere una copia rivolgendosi alle associazioni di appartenenza.

Le aziende riceveranno dalla Siae, inoltre, un avviso di pagamento con allegato il MAV bancario da utilizzare presso qualsiasi banca, elaborato sulla base di dati già in suo possesso. Tale sistema non esclude la possibilità di continuare ad avvalersi per il pagamento degli sportelli Siae, a cui ci si dovrà comunque rivolgere in caso di variazioni rispetto a precedenti comunicazioni e in caso di nuovi abbonamenti.

Il pagamento tramite MAV, inoltre, non esclude l’obbligo di munirsi del certificato di Federalberghi, che dovrà essere conservato in azienda e trasmesso in copia all’ufficio territoriale della Siae, anche in formato digitale o via fax.

Si ricorda che il mancato rispetto dei termini tassativamente previsti per effettuare gli abbonamenti comporta la perdita delle riduzioni sui compensi dovuti.

A partire dal 1 dicembre 2024, la Siae ha introdotto delle nuove clausole negoziali volte a sanzionare l’inadempimento costituito dall’utilizzazione del repertorio amministrato senza la preventiva richiesta di licenza (c.d. “utilizzazioni abusive”).

Per ogni utilizzazione abusiva constatata, sia per la musica d’ambiente che per eventi di spettacolo e intrattenimento, sono dovuti i seguenti importi:

- come penale, il 30% dell’importo dovuto per diritto d’autore;

- per le spese di istruttoria, un importo fisso di € 75,00 (oltre IVA se dovuta) a parziale copertura delle attività di controllo e di recupero del credito.

Sono previste delle riduzioni applicabili solo in caso di constatazione di prima attività abusiva nell’arco di 365 giorni, a condizione che il pagamento dell’importo complessivo dovuto sia eseguito entro i seguenti termini:

- come penale, riduzione dal 30 al 15% in caso di pagamento dell’intero importo dovuto entro 15 giorni dalla data del controllo; riduzione dal 30 al 20% in caso di pagamento dell’intero importo dovuto entro 30 giorni dalla data del controllo;

- per le spese di istruttoria, riduzione da € 75,00 a € 30,00 in caso di pagamento dell’intero importo dovuto entro 15 giorni dalla data del controllo; riduzione da € 75,00 a € 50,00 entro 30 giorni dalla data del controllo.

Solo per gli eventi di spettacolo e trattenimento sono previste penali progressive in caso di più eventi abusivi constatati nell’arco di 365 giorni.

Per ogni evento abusivo successivo al primo, l’organizzatore sarà tenuto a corrispondere una penale progressiva secondo il seguente schema:

- 50% sul secondo evento abusivo, se per l’evento abusivo precedente è stata applicata una penale del 30% (o 15 o 20% a seconda della data di pagamento) e non sono trascorsi almeno 365 giorni dalla precedente violazione;

- 100% sul terzo evento abusivo, se per l’evento abusivo precedente è stata applicata una penale del 50% e se nell’arco del periodo di riferimento sono stati constatati complessivamente tre eventi abusivi;

- 200% sul quarto evento abusivo e successivi, se nell’arco del periodo di riferimento sono stati constatati complessivamente quattro o più eventi abusivi.

Sapori delle Marche rurali  è un progetto regionale di cui si è parlato in un incontro organizzato nella sala consiliare di Caldarola, per illustrare agli ospiti il piano per i prossimi cinque anni. 

“Crediamo fortemente che fare rete in un settore come quello turistico sia fondamentale.  Viviamo in territori ricchi di cultura, ma anche di perle enogastronomiche che vanno valorizzate e al tempo stesso riconosciute come traino per l’economia e lo sviluppo locale”, ha dichiarato il sindaco Giuseppe Fabbroni.

È questo il focus su cui si inserisce il progetto, presentato a Caldarola da Andrea Marsili, product manager dei Gal Sibilla, Piceno e Fermano (il Gal Montefeltro Leader è capofila del progetto, e sono soggetti promotori anche i Gal Flaminia Cesano e Colli Esini San Vicino). Sono i cinque percorsi enogastronomici individuati, dedicati al vino, alla birra, al tartufo, al miele e all’olio, prodotti  che possano unire imprese, strutture ricettive e di ristorazione, associazioni e consorzi nella valorizzazione delle proprie eccellenze.

Come osserva Francesco Ferranti, componente del Gal Sibilla per Federalberghi Macerata, "Questa è la prima fase del progetto in cui vengono identificati tutti i potenziali interlocutori sul territorio. In un secondo momento si passerà alle adesioni al Protocollo e poi, entro l’anno, verranno sviluppati i percorsi per ogni categoria”.

Le Online Travel Agencies sono impegnate a raccogliere i dati delle strutture ricettive e delle attività di locazione breve presenti sulle loro piattaforme

 

I portali che intermediano le prenotazioni di servizi ricettivi e le locazioni brevi stanno procedendo a raccogliere e verificare alcune informazioni essenziali sulle strutture ricettive e sugli immobili presenti sulle loro piattaforme, come previsto dalla direttiva dell’UE sulla cooperazione amministrativa (DAC 7) e dal Digital Services Act (DSA).

 

La direttiva europea DAC 7 è stata emanata al fine di rafforzare la trasparenza fiscale, considerata il principale strumento per contrastare le pratiche elusive internazionali. Un numero elevato e in costante aumento di privati e imprese utilizza infatti le piattaforme digitali per vendere beni o fornire servizi. Spesso però i redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali non sono dichiarati e le relative imposte non vengono versate, in particolare quando tali piattaforme digitali operano in diversi Paesi. Ne consegue che gli Stati membri perdono gettito fiscale e alcuni operatori attivi sulle piattaforme digitali godono di un indebito vantaggio rispetto alle imprese tradizionali.

 

In adempimento a quanto previsto dalla DAC 7, i gestori delle piattaforme sono obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio di ogni anno una serie di informazioni.

 

Tra le informazioni da inviare, relativamente ai servizi ricettivi e alle locazioni brevi di immobili, sono ricomprese le seguenti:

- i dati identificativi dei fornitori di servizi e dei locatori;

- l’indirizzo di ciascuna proprietà inserzionata, e il relativo numero di iscrizione al registro catastale;

- il corrispettivo totale versato o accreditato nel corso di ogni trimestre dell’anno e il numero di transazioni in riferimento a ciascuna proprietà inserzionata;

- eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dal gestore di piattaforma per ogni trimestre dell’anno;

- se disponibile, il numero di giorni di locazione e il tipo di ogni singola proprietà inserzionata durante l’anno.

 

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo sui servizi digitali, cosiddetto DSA, le piattaforme di intermediazione e di vendita di beni e servizi sono inoltre tenute a rafforzare i loro sistemi di sicurezza per prevenire situazioni di illegalità, compiendo controlli a campione sui prodotti e servizi venduti sulla propria piattaforma, e garantendo che la pubblicità online non sia ingannevole o dannosa.

 

Il regolamento europeo è infatti finalizzato a creare un ambiente digitale sicuro e affidabile, tutelando i diritti dei consumatori e contrastando la diffusione di contenuti illegali e la manipolazione delle informazioni.

 

In adempimento a tale normativa, potrà quindi essere richiesto ai gestori di attività ricettive o di locazione breve presenti sulle piattaforme di fornire il proprio indirizzo e codice fiscale, e, se si dichiarano host professionali, anche la partita IVA e il numero di iscrizione al Registro delle imprese.

 

Il mancato inserimento dei dati richiesti nell’area riservata della piattaforma comporterà l’adozione di alcune misure, tra cui l’impossibilità di ricevere prenotazioni da parte di viaggiatori all’interno dello Spazio Economico Europeo (SEE) e la disattivazione delle proprietà presenti sulla piattaforma stessa.

Banca d’Italia ha pubblicato i dati relativi alla bilancia dei pagamenti turistica, aggiornati al mese di giugno 2024.

 

Nei primi sei mesi del 2024, la spesa dei turisti stranieri in Italia è stata pari a 23,6 miliardi di euro. Il dato è in aumento sia rispetto ai valori pre-pandemici, con un +25,8%, sia rispetto al 2023, +12,5%.

 

In parallelo, Banca d’Italia rileva un numero di viaggiatori stranieri alla frontiera inferiore del -6% rispetto ai dati del 2019: il risultato deriva da un calo del -6,2% dei viaggiatori che non pernottano e del -5,8% di quelli che si fermano a dormire.

 

I pernottamenti totali sono in aumento del 2,1% rispetto al periodo pre-pandemico, con un +4,5% rispetto al 2023, mentre la permanenza media è passata da 5,8 nel 2019 a 6,3 notti, con un aumento del +8,4%.

Rosa Di Stefano, 48 anni, imprenditrice del settore turistico alberghiero e giornalista, è stata nominata presidente di Federalberghi Palermo.

Raccoglie il testimone lasciato da Nicola Farruggio, suo marito, figura di riferimento degli albergatori siciliani, scomparso prematuramente lo scorso ottobre. La nomina è avvenuta per acclamazione da parte dei componenti dell’assemblea elettiva.

“Nicola è stato un leader appassionato e una figura insostituibile per la nostra associazione e per l’intera comunità alberghiera siciliana. La sua dedizione, la sua visione e la sua capacità di lottare per i diritti e il futuro del nostro settore sono qualità che resteranno, sempre, impresse nel nostro cuore e nella nostra mente”.

“In questo momento di grande responsabilità, sento il peso di dover raccogliere l’eredità che Nicola ha lasciato, con il cuore pieno di gratitudine per il suo impegno costante e per tutto ciò che ha fatto per noi”, ha dichiarato la neo presidente appena eletta, che ha poi espresso il suo pensiero su come dovrà evolvere il settore turistico.

 “Oggi, più che mai, è necessario catalizzare le comuni energie nella consapevolezza forte che gli esiti vincenti si ottengono sempre da un lavoro di squadra nonché da un continuo dialogo e confronto tra gli imprenditori, tutti, del settore turistico ricettivo. Si deve perciò lavorare insieme per rispondere alle sfide di un mondo che cambia velocemente, per costruire un futuro migliore per i nostri associati e per l’intero comparto turistico siciliano, tenendo conto dei risultati e delle esperienze pregresse”, la conclusione di Rosa Di Stefano.

Anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha voluto complimentarsi con la neo presidente.

“Rivolgo, a nome dell’amministrazione comunale gli auguri di buon lavoro a Rosa Di Stefano, nominata oggi come nuovo presidente di Federalberghi Palermo – ha detto il sindaco - Con il compianto presidente Nicola Farruggio ha condiviso la vita privata e professionale, e sono convinto che sarà la figura ideale per raccogliere quell’eredità fatta di passione e dedizione per ricoprire al meglio questo incarico. Il settore alberghiero è in piena evoluzione e sta raccogliendo numerose sfide.

Sfide che sono, in buona parte, anche quelle di una città che si riscopre sempre più attrattiva ed è per questa ragione che il dialogo sempre aperto tra l’amministrazione e il presidente Farruggio resterà tale anche con la nuova presidente Di Stefano”.

“Intraprendenza e curiosità”

 Il settore congressuale è un driver importante per ogni impresa alberghiera, è un fattore di crescita. Ne parliamo con Carlotta Ferrari, direttrice di Destination Florence

di Angelo Candido

 Carlotta Ferrari è nata a Carrara, ma a 19 anni, a Firenze per  l’università, si è totalmente innamorata del capoluogo toscano e non se n’è più andata. Conosce la città negli angoli più nascosti e, con il team di Destination Florence, promuove il territorio a 360°, con passione e professionalità.

Carlotta, ci racconti il tuo percorso dagli inizi fino al tuo attuale lavoro nel destination management?

Ho cominciato come molti di noi, con il famoso microfono in mano in sala, per mantenermi all’università. All’epoca, si usava molto fare la hostess ai congressi. È stato un modo per avvicinarmi a questo mondo da dietro le quinte. Che ovviamente mi ha dato l’opportunità di conoscere le persone che lavoravano in questo settore e da lì, pian piano, ho iniziato: dapprima in un’agenzia di organizzazione di eventi, poi nel mondo dell’hôtellerie, in particolare come consulente di piccole strutture ricettive nella città di Firenze e poi sono approdata al destination management attraverso Destination Florence che adesso curo.

C’è una passione particolare che ti spinge a continuare a lavorare in questo campo?

Più di una, direi. Questo è un lavoro per grandi appassionati, come del resto dovrebbe essere ogni attività, fatta con passione. Il mio consente di metterti in relazione, a confronto con le altre persone e questo contribuisce, secondo me, a una grande crescita anche professionale. Poi mi piace molto risolvere i problemi, quindi stare nel mezzo tra il mondo delle Istituzioni e della politica e il mondo dei privati e cercare di mediare, per trovare soluzioni che facciano crescere il territorio. È una delle cose che sicuramente mi appassiona di più.

 Problem solving e capacità di ascolto. Quali sono altre attitudini e competenze che, secondo te, sono importanti in chi inizia a lavorare nel tuo settore?

Il problem solving e la pazienza restano al primo posto della classifica. Sicuramente è necessaria una grande capacità di analisi del contesto, del settore e dei dati all’interno dei quali ci si muove, la capacità di organizzare e coordinare, perché noi organizziamo e coordiniamo, alla fine, una filiera portatrice dello stesso grande interesse ma comunque composta da aziende di diversa natura e, infine, la definizione delle strategie per la crescita del territorio. Queste sono le macrocaratteristiche dentro il problem solving e, come elemento nuovo, inserisco anche la capacità di far dialogare il pubblico e il privato, un aspetto interessante ma che richiede molta pazienza.

Il problem solving è riuscire a risolvere in tempo reale quei problemi che ci sono sempre, nell’attività congressuale come in quella alberghiera. Hai qualche aneddoto da raccontare?

Aneddoti che hanno chiesto la capacità di problem solving ne potrei raccontare a migliaia, tra cui il fatto che, magari per visite istituzionali di Presidenti di altri Paesi, a quattro ore dal nostro evento più importante durante il quale premiamo gli ambasciatori della città, ci è stata tolta la sede e quindi abbiamo dovuto gestire, in poche ore, centinaia di ospiti. Oppure, aneddoti più personali o di soddisfazione, quando solo due anni fa sono stata trascinata, contro il mio volere, a una cena di gala in occasione della nostra fiera più importante. Ero molto scocciata di stare lì e molto annoiata, e mentre mangiavo distrattamente il presentatore raccontava la mia biografia per darmi un premio alla carriera: me ne sono accorta solo alla fine della presentazione.

 Oltre ai consigli già dati, cos’altro indicheresti a chi decide di iniziare una carriera nel settore congressuale?

Lavorare nel mondo dei congressi può dare enorme soddisfazione e, come in tutti i settori, credo sia importante avere, oltre la professionalità, anche una buona dose di intraprendenza e di curiosità. Questo è un mestiere che non si limita affatto al mero aspetto organizzativo. Dietro al congresso c’è un mondo intero, ci sono le università e le scoperte scientifiche, c’è un incontro tra popoli e culture diverse e la possibilità di toccare con mano la crescita della destinazione in cui ti trovi. E non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale e molto spesso scientifico, perché acquisire un congresso vuol dire anche una comunità di scienziati che lavora nel territorio. Quindi il mio consiglio è di prendere il massimo che questo lavoro ti può dare. Anche perché l’attività può offrire, secondo me e proprio per questo, grandissime opportunità e anche la possibilità, un domani, di prendere altre strade, le più diverse.

Tecnologie come intelligenza artificiale, metaverso, le varie innovazioni, come pensi che trasformeranno il modo di lavorare nel settore congressuale? E la concorrenza? So che devi gestirla non solo tra diverse strutture, ma anche tra diverse destinazioni…

La competizione fa parte del nostro quotidiano. Senza entrare troppo nello specifico, per acquisire un congresso si partecipa a dei veri e propri bandi di gara, dove si compete con altre città con caratteristiche simili e ognuno di noi mette in campo il meglio che può offrire. E sono molti gli aspetti su cui si viene giudicati: la bellezza del territorio, purtroppo per noi, non è sempre al primo posto. Si giudica l’aspetto scientifico, logistico, il rapporto qualità/prezzo. Ci si abitua a competere e questo va vissuto come un continuo stimolo al miglioramento, a trovare soluzioni sempre più vantaggiose per i clienti e anche spingere città e istituzioni a progredire sempre di più.

Per questo il congressuale viene considerato un volano per il territorio. Dal punto di vista tecnologico non nascondo che noi del MICE siamo sempre stati visti un po’ come dei dinosauri del turismo, perché il nostro è un settore dove ancora la stretta di mano vale tutto e il contatto tra persone è fondamentale. Però, complice la pandemia, abbiamo iniziato a correre anche noi e adesso nei congressi c’è sempre l’ospite in ologramma o comunque delle tecnologie molto avanzate e ritengo, anche nel caso dell’intelligenza artificiale, che ci possa essere un grande supporto per le destinazioni come per gli organizzatori dei congressi. Il segreto è saperla usare e non farsi usare, essere all’avanguardia e saper trarre tutti i vantaggi da quello che la tecnologia ci offre. Senza subirla o esserne spaventati.

Albergo intelligente, ma senza robot

Tante sono le possibilità offerte dall’AI, ma l’interazione umana resterà insostituibile per garantire esperienze indimenticabili

 di Luca Bassi

Un tempo erano gli àuguri, l’ordine sacerdotale dell’antica Roma, fondato da Romolo, il cui compito era quello di interpretare il volo degli uccelli. In Grecia, la Pizia di Delfi e poi Cassandra con le sue previsioni troppo spesso nefaste. Poi, San Malachia e Zarathustra, passando per Nostradamus: la storia è costellata di indovini e profeti, perché interrogarsi sul domani è sempre importante, per non dire fondamentale.

Il futuro è un tema ricorrente e oggi la capacità di anticiparlo è una professione ricercata da molte aziende. L’avvento dell’intelligenza artificiale, la cosiddetta IA, non ha fatto altro che aumentare le domande su come sarà il domani, soprattutto in ambito lavorativo.

È anche per questo che Federalberghi e il Centro di formazione management del terziario, con l’aiuto del futurologo Thomas Bialas, hanno proposto un percorso di riflessione sull’impatto dell’intelligenza artificiale all’interno degli hotel attraverso un volume: Io e l’IA. Il mio futuro è intelligente?

Il manuale, che è stato presentato durante il TTG di Rimini nel corso di un seminario organizzato dal Comitato Nazionale Giovani Albergatori di Federalberghi, contiene, oltre all’analisi di scenario, anche una rassegna concreta di applicazioni che possono aiutare le imprese a migliorare le proprie performance. Come?

Lo abbiamo chiesto all’autore del volume.

 L’intelligenza artificiale è un alleato formidabile?

Nel manuale abbiamo messo le principali novità che l’intelligenza artificiale può portare. Cose semplici e quasi scontate, forse anche per questo importantissime, fondamentali, come la traduzione delle lingue: in pochi istanti, oggi, grazie all’intelligenza artificiale, posso dare informazioni in cinese, in arabo, in inglese e in tedesco, con una semplice app che costa qualche decina di euro al mese. Anni fa un servizio del genere, svolto da un professionista, sarebbe costato molto, molto di più in termini di studio e impegno. Pensiamo a quanto deve lavorare sulla preparazione professionale un interprete. Per fotografare in modo chiaro la situazione di oggi, possiamo dire che l’intelligenza artificiale sta vivendo i passaggi vissuti anni fa da internet, che un tempo era appannaggio di pochi informatici e poi, a lungo andare, è diventato uno strumento di lavoro e di svago alla portata di tutti a prezzi accessibilissimi. L’intelligenza artificiale sta facendo proprio questo: oggi spaventa un po’, domani sarà nelle mani di molti, per non dire di tutti.

Ma quindi, l’albergatore inteso come persona fisica verrà presto sostituito dalla tecnologia?

Il robot al posto del receptionist è un giochetto che lascia il tempo che trova, un’attrazione buona solo per avere spazio sui giornali, ma poi nella pratica non così performante. lo penso che, oggi come domani, quando si arriva come ospiti in un albergo, sarà sempre meglio trovarsi di fronte una persona vera, che sia professionale e gentile. Credo che questa professione anche in futuro resterà umana. L’automazione porterebbe solo un’omologazione dei servizi che appiattirebbe l’offerta, creando un danno per tutti. Sì, perché il cliente cerca l’esperienza anche umana: quando arriverò in un hotel dopo un viaggio che potrà essere stato lungo e stancante vorrò sempre avere a che fare con una persona fisica, col suo sorriso, col suo saluto, magari con un suo consiglio o una sua indicazione su dove consumare una buona cena in zona. Inoltre, la disconnessione un giorno sarà ancora più difficile da trovare rispetto a oggi e in albergo un professionista in carne e ossa che mi parlerà sarà un vero e proprio plus. Sono convinto che il Turismo e l’ospitalità saranno sempre un’isola felice in questo senso.

 Il futurologo: uno sguardo al domani delle imprese...

Il compito del sociologo è di studiare la società, quello dello psicologo di studiare la psiche umana, mentre quello del futurologo è di studiare il futuro. Osservare il futuro significa guardare al passato, cogliere i segnali e le tendenze per proiettarle in avanti. In sostanza, il nostro lavoro sta nel raccontare storie, fare una narrazione di come potrebbero, o meglio dovrebbero, andare le cose. È sempre una proiezione in avanti. Per le imprese l’obiettivo è quello di anticipare le tendenze. La fortuna, nel settore degli alberghi, è che, essendo un ambito diverso dal commercio digitale così come tutto il Turismo, sarà sempre collegato all’essere umano, perché vende un’esperienza che un robot non potrà mai fare: la tecnologia è importante, ma non così rilevante perché si tratta di lavori di relazione, emozionali.

Queste cose non le dico solo da professionista, ma anche e soprattutto da ospite: pochi giorni fa ho chiesto la sveglia in albergo spiegando alla persona che curava la hall che l’indomani avrei avuto un appuntamento importante, che non avrei potuto permettermi di arrivare in ritardo. La mattina successiva, dopo la sveglia automatizzata, ho ricevuto la chiamata della receptionist che si è assicurata che fossi sveglio. Per me è stato un servizio fondamentale: ben venga la sveglia automatizzata, che serve sempre, ma poi quello che per me ha fatto la differenza è stata la chiamata dalla hall.

 Come sarebbe il Turismo in mano agli algoritmi?

Gli algoritmi oggi appiattiscono l’emozione dell’esperienza. Pensate alle tendenze della cucina: l’avocado ormai è in tutti i toast. Ci piace questa cosa? Ormai tutto si assomiglia, manca sempre di più l’originalità che solo la mente umana può portare, ogni volta. Se tutti usassero gli stessi servizi, ci sarebbe un’omologazione dell’esperienza. E no, non è un vantaggio. Quando nacque internet avere un sito era un vantaggio commerciale. Oggi tutti hanno il sito ed è uno standard. È un bene? è un male? Non è né una né l’altra cosa.

L’albergatore deve essere diverso e farsi aiutare a distinguersi dall’intelligenza artificiale. L’esempio che faccio spesso è che con Chat GPT mi posso far creare dieci quadri standardizzati da appendere nelle camere oppure posso farmi aiutare a trovare un artista locale che disegni un quadro unico, solo per me. Secondo voi quale sarebbe poi la camera più bella, quella con i quadri creati e stampati da un computer o quelli realizzati dall’artista? Sinceramente, ho pochi dubbi.

 L’AI è già entrata nelle vite degli albergatori?

Oggi chiamiamo “intelligenza artificiale” tanti software che in realtà stiamo usando da anni, senza sapere che si trattava già allora di intelligenza artificiale. È buffo, vero? Pensiamo ad esempio ai chatbot che rispondono automaticamente alle domande che facciamo al servizio assistenza: esistono e sono in funzione da più di dieci anni. Oppure agli algoritmi che da tantissimo tempo aiutano gli albergatori a stabilire il prezzo concorrenziale delle camere. Diciamo che in questa nostra era stiamo abbattendo la complessità informatica portando questi strumenti a tutti. La differenza sostanziale è che con una manciata di euro oggi ci si può abbonare a Chat GPT e vivere a stretto contatto con l’intelligenza artificiale, mentre anni fa queste cose erano appannaggio solo di grosse realtà che si appoggiavano ad altre grandi realtà del settore. Come dicevamo prima, lo stesso percorso che ha fatto internet dagli anni ’90 in poi: prima era di pochissimi, oggi è di tutti.

 Qualche app da consigliare agli albergatori più curiosi e innovativi?

La prima che mi viene in mente è Antropic, finanziata anche da Amazon. Si tratta di una realtà molto interessante che mira a creare modelli di intelligenza artificiale di alta qualità e affidabilità. Ma poi ci sono centinaia, se non migliaia di applicazioni di intelligenza artificiale già a disposizione degli hotel. Molte delle quali ancora in fase di perfezionamento (alcune spariranno e saranno sostituite), ma già molto utili, come Sintesia: costa pochissimo e può aiutare gli operatori del mondo del Turismo a creare cose spettacolari. Per farla breve, basta richiedere con un testo quello che abbiamo in mente e l’intelligenza artificiale genera per noi un video con degli avatar che possono parlare anche in 160 lingue. Si possono addirittura creare degli avatar con dei volti umani e personalizzare anche gli sfondi. Immaginatevi un albergo che dà le informazioni di un soggiorno a un potenziale ospite, aiutato da questa intelligenza artificiale.

 In conclusione, come sarà il settore del Turismo tra dieci anni?

La tecnologia sarà sicuramente un aiuto per chi lavora e per chi ne usufruisce. Nuove generazioni? Non vedo scenari alla Matrix con tutte le persone connesse e universi paralleli. Penso piuttosto che certe esperienze, come quelle legate al Turismo appunto, non saranno poi così diverse. Chat GPT sarà inserito su ogni device: tra poco basterà acquistare uno smartphone per poterlo usare ogni giorno, più volte al giorno. E in questo vedo un pericolo perché, come dicevamo prima, tutta l’esperienza potrebbe standardizzarsi. Il rischio è che qualcuno intervenga, magari con dei pagamenti che condizionino l’intelligenza artificiale che mi deve dare un consiglio, indirizzando poi la mia esperienza. Tutto questo, quasi inutile dirlo, rappresenterà una bella sfida per gli albergatori, perché cambierà l’approccio alla comunicazione.  

 Intervista realizzata in collaborazione con Affari di Gola, periodico di Confcommercio Bergamo

Sul numero 3/2025 della newsletter di Federalberghi si parla di prevenzione incendi, di attività stagionali, di CCNL Turismo, di tutela dei minori e turismo sostenibile  e di tanto altro ancora.

Il Centro Studi della Federalberghi, con il supporto dell’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo, ha realizzato la nona edizione del Rapporto sul sistema alberghiero e turistico ricettivo in Italia.

Turismo d'Italia è l'organo di stampa ufficiale di Federalberghi.

 

La rivista, nata nel 1958, oltre a illustrare la posizione della federazione sugli argomenti di principale importanza per le imprese turistico ricettive, è ricca di articoli di design e di informazione tecnico professionale.