La tutela è il rispetto delle regole

                                                                          “La tutela è il rispetto delle regole”

Questa la visione del responsabile dei NAS, Generale di Brigata Raffaele Covetti, in merito all’osservanza delle norme in ambito alimentare e sanitario

di Barbara Bonura

Un napoletano con la legge nel sangue: laureato in Giurisprudenza, un’articolata e brillante carriera nell’Arma, il Generale di Brigata Raffele Covetti è l’attuale Comandante dei NAS, i Carabinieri per la Tutela della Salute. In questa intervista abbiamo chiesto al Generale la sua esperienza sul campo.

Generale, nel suo ruolo di Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute, qual è la sua valutazione riguardo l’attenzione che gli italiani riservano al rispetto delle norme antisofisticazioni, nel campo alimentare e quant’altro?

Posso asserire che negli ultimi tempi i cittadini italiani hanno cominciato a interessarsi con sempre maggiore attenzione alle problematiche riguardanti le sofisticazioni e le frodi alimentari, la corretta conservazione degli alimenti e il loro trasporto. Tale dato emerge sia con riguardo alle denunce e segnalazioni che pervengono, con sempre maggiore frequenza, ai nostri Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) dislocati sull’intero territorio nazionale, sia con riguardo alla sempre più pregnante richiesta d’informazioni e di consigli che il cittadino rivolge ai nostri Uffici. Tante sono le richieste che ci sono rivolte, ad esempio, su come leggere correttamente le etichette degli alimenti, sulle regole della loro conservazione, sull’igiene delle somministrazioni e della conservazione. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che mi preme sottolineare, ovvero l’interazione tra il cittadino e i nostri presidi di legalità sul territorio. Insomma, è fondamentale che il cittadino onesto funga da nostra prima sentinella.

La vostra attività riguarda un ambito molto vasto, dalle sofisticazioni alle frodi alimentari, alla sanità, fino ai controlli sul rispetto del benessere degli animali. In quale settore si riscontrano le maggiori irregolarità?

Possiamo raggruppare le nostre attività in cinque macro aree d’intervento, che riguardano: la sicurezza sanitaria, la sicurezza farmaceutica, la sicurezza alimentare, la sicurezza veterinaria, i prodotti commerciali. Nel corso delle nostre campagne di controllo e monitoraggio, che effettuiamo periodicamente, abbiamo modo di rilevare un “congruo” numero di irregolarità che riguarda specificamente tutti i settori d’intervento.

 A suo avviso, il post Covid ha generato una qualche disattenzione in più tra gli operatori della ristorazione?

Il periodo pandemico ha indubbiamente determinato forti difficoltà nel settore produttivo, anche in relazione alle necessarie restrizioni imposte per affrontare lo stato di emergenza derivatone. Pertanto, proprio nel momento in cui si è usciti da questa condizione si è ingenerata, anche in taluni operatori della ristorazione, la necessità di recuperare, anche in modo disonesto, il tempo e le risorse depauperate, con possibile ricaduta sulla qualità dei servizi offerti. In realtà, le risultanze dei nostri controlli effettuati nello specifico settore, nell’immediato post Covid, non hanno evidenziato particolare allarme.

Ritiene che sia utile sostenere e potenziare una collaborazione tra le imprese e i NAS, con l’obiettivo di promuovere il rispetto delle normative?

Lo ritengo fondamentale innanzitutto nell’interesse del consumatore, oltre che dell’operatore corretto. Lo scambio d’informazioni, d’impressioni e la condivisione di problematiche che possano migliorare l’esecuzione e la fruibilità dei servizi offerti, non può che determinare l’innalzamento della qualità degli stessi. In tale ottica, la costante formazione delle maestranze e degli operatori, così come le segnalazioni di situazioni a rischio da parte delle imprese virtuose, costituiscono la chiave di volta per garantire il pieno rispetto delle normative di settore e, quindi, il raggiungimento di più alti risultati a tutela delle imprese e dei cittadini.  

Nel mondo alberghiero sono moltissimi gli aspetti su cui tenere alta l’attenzione: un hotel rappresenta un microcosmo in cui convivono più attività e servizi dedicati all’ospitalità. Qual è la prima regola che consiglierebbe di applicare e quali le “buone prassi” da raccomandare?

Come lei ha giustamente sottolineato, una struttura ricettiva costituisce un microcosmo di servizi destinati all’ospitalità: la preparazione e la somministrazione di alimenti e bevande, le attività di svago e relax, la sicurezza antincendio, la salubrità, l’igiene, la stabilità delle strutture, ecc. Ognuno di questi servizi è regolamentato da specifiche normative di settore il cui rispetto è categorico e imprescindibile. Pertanto, la norma primaria da osservare è quella di impiegare nell’esercizio delle attività personale serio, formato e addestrato. Insomma, professionisti del mestiere che garantiscano professionalità e dedizione.     

Nel settore dell’ospitalità vi è una forte competitività. Ritiene che mantenere alto il livello dei controlli possa fare la differenza?

Le nostre attività di controllo hanno il primario obiettivo della tutela della salute del cittadino. Esse si sviluppano secondo un’ottica di prevenzione e repressione delle pratiche illecite, ma hanno anche uno scopo didascalico e di indirizzo degli operatori, gran parte dei quali trae anche dalle nostre verifiche tantissimi spunti per migliorare la qualità dei servizi offerti. È indubbio, quindi, che mantenere alta la soglia dei controlli, anche per l’effetto di deterrenza che ne deriva, contribuisca in modo significativo sia all’innalzamento dei livelli qualitativi delle prestazioni, sia a contrastare fenomeni di pressapochismo o, ancora peggio, di abusivismo che pure nello specifico settore hanno la loro incidenza. Il tutto a sicuro vantaggio degli operatori onesti e scrupolosi che hanno veramente a cuore la loro professione e, con essa, il rispetto del consumatore.            

Di fronte a eventi come il Giubileo per il vostro Comando diventa più complicato intervenire?

L’anno giubilare in corso vedrà certamente l’afflusso di milioni di fedeli, soprattutto nella Capitale. Un evento così straordinario determina un aumento esponenziale della richiesta ricettiva, con conseguente risposta nell’offerta. Una condizione veramente eccezionale che richiede uno sforzo corale da parte di tutti gli attori preposti alla vigilanza e alla tutela della collettività. In tale contesto, su indicazione del Comando Generale dell’Arma i NAS, unitamente ai Reparti dell’Arma della linea territoriale, stanno facendo energicamente la propria parte, avendo già da tempo avviato una serie di campagne, che continueranno per tutto l’anno, volte a monitorare sia la sicurezza alimentare sia il rispetto delle regole nell’attività ricettiva.

Potremo immaginare una società in cui la vostra struttura venga più a contatto con i territori e con le scuole, per generare una maggiore sensibilità sui temi delle contraffazioni?

Sono diversi anni, ormai, che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha adottato una “politica di contatto” con il territorio, con le associazioni di categoria e dei consumatori, organizzando o partecipando a giornate di studio, seminari e consessi didattici, anche universitari, in Italia e all’estero. Un’attenzione particolare meritano le analoghe attività divulgative svolte dal nostro Comando presso le scuole. Qui, sotto l’egida del Comando Generale dell’Arma e nell’ambito del programma definito “Contributi dell’Arma dei Carabinieri alla formazione della Cultura della Legalità”, oramai da diverso tempo, affrontiamo il problema delle contraffazioni alimentari secondo un approccio caratterizzato da maggiore empatia. In particolare, presso gli Istituti professionali (alberghieri, agrari, ecc.) tali problematiche sono affrontate interagendo con i ragazzi, prendendo a riferimento i loro piani di studio, rispondendo a domande e curiosità e fornendo utilissimi consigli che potranno poi essere loro utili allorquando entreranno a far parte del mondo del lavoro.    

Generale, di recente sono stati sanzionati dal vostro Comando diversi B&B tra l’Abruzzo e la Sardegna. Pensa che la situazione dei B&B sia particolarmente esposta a irregolarità in merito all’osservanza delle regole sulla sicurezza?

Le attività di controllo ai B&B, attualmente in corso, rientrano in una specifica strategia avviata in campo nazionale, già dal novembre 2024, nell’ambito dei monitoraggi afferenti al Giubileo 2025, di cui abbiamo parlato pocanzi.

Certamente, in periodi in cui la richiesta alloggiativa aumenta rapidamente è plausibile che proprio nel settore dei B&B possano aumentare i pericoli dovuti all’avvio di attività irregolari. Essi riguardano essenzialmente l’avvio di attività abusive o, comunque, non censite, non sempre facili da individuare, altre prive dei requisiti strutturali e igienico-sanitari, altre risultano prive dei requisiti antincendio. In molti casi sono ospitate persone in esubero rispetto a quelle consentite e autorizzate, con grave ricaduta sulla sicurezza interna delle strutture (piano antincendio, vie di fuga). Altra criticità che ha importanti ricadute sulla tutela della sicurezza pubblica è quella connessa all’identificazione certa degli alloggiati. Le norme in vigore, che hanno la finalità di impedire che persone pericolose, sospette o ricercate possano “rifugiarsi” in strutture ricettive, impongono ai gestori d’identificare gli ospiti e comunicarne la presenza agli organi di Pubblica Sicurezza. Di recente, con una specifica circolare, il Ministero dell’Interno ha chiarito che l’assolvimento degli obblighi d’identificazione degli ospiti possa essere garantito solo de visu, ossia mediante verifica della corrispondenza tra la persona alloggiata e il documento di identità di quest’ultima, effettuata in presenza dai gestori delle strutture. Ogni gestore deve quindi effettuare l’identificazione di ciascun ospite in presenza, senza poter ricorrere a strumenti o prassi alternativi.







Pubblicato il 05/23/25