Verrei, ma non posso

Cresce il bisogno di lavoratori nel turismo, ma le imprese faticano a trovare personale, nonostante gli incentivi

 

Il turismo è un comparto economico importante, caratterizzato da un mercato del lavoro dinamico e inclusivo che, in Italia, ogni anno raggiunge la punta massima nel mese di luglio, quando accoglie più di un milione e mezzo di lavoratori dipendenti.

 

Il numero di questi collaboratori, negli ultimi dieci anni, è cresciuto del 34,7%, con un grande spazio dato ai giovani, visto che il 58,7% ha meno di quarant’anni. Un lavoro attrattivo anche per le donne, con una percentuale del 52,3% e per i lavoratori stranieri, al 25,6%.

 

Tuttavia, nonostante la crescita, i numeri sono ancora insufficienti e non sempre le aziende riescono a intercettare tutte le risorse qualificate di cui hanno bisogno.

Con queste considerazioni si è aperto l’intervento di Alessandro Massimo Nucara, Direttore generale di Federalberghi e presidente dell’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, al Forum dell’Hôtellerie organizzato da Zucchetti Hospitality a Riccione. “Non si tratta di una novità in senso assoluto, ma negli ultimi anni il problema è aumentato, sino al caso limite delle imprese che sono state costrette a rinunciare a erogare il servizio. Un paradosso, dopo il periodo terribile della pandemia: riavere finalmente i clienti e doverli mandare via”, ha osservato Nucara, che si è confrontato con gli albergatori sulle ragioni di queste difficoltà e sulle iniziative che le aziende possono adottare per migliorare le capacità di attrarre e trattenere i lavoratori.

 

 

 

Per il Direttore generale di Federalberghi, “le ragioni del disagio sono molte e alcune di queste, come l’invecchiamento della popolazione e il mutamento dei costumi sociali, possono essere migliorate solo mediante interventi di sistema, che non sono alla portata delle singole imprese e per di più non producono effetti immediati.

 

Gli albergatori, però, hanno la possibili di non subire supinamente la tendenza, possono contrattaccare valorizzando gli aspetti positivi del lavoro in hotel e utilizzando tutte le risorse disponibili: dal trattamento retributivo al welfare, alla conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, alla formazione, ai canali di reclutamento”.

 

Tra gli esempi elencati da Nucara, l’importanza della relazione tra il mondo delle imprese e il sistema dell’istruzione e della formazione: “Da anni andiamo nelle scuole, non solo in quelle alberghiere, per raccontare le opportunità che offre il nostro settore. Il progetto è realizzato con il supporto operativo dei comitati dei giovani albergatori, per fare in modo che i coetanei dialoghino tra loro. Giovani a cui ci rivolgiamo anche attraverso i canali social, per informarli che, con il giusto mix di passione e competenza, il lavoro in hotel può essere il più bello del mondo. Inoltre, la collaborazione tra le associazioni di albergatori e le scuole non si limita alle visite periodiche. Collaboriamo alla progettazione didattica. I nostri imprenditori vanno in aula a far lezione. I ragazzi vengono in azienda a imparare il mestiere sul campo”, ha proseguito Nucara, ricordando che “la formazione non è solo quella che si fa a scuola”. In questo momento, ad esempio, sono attivi due bandi del fondo Forte, che contengono strumenti appositamente dedicati alla formazione dei lavoratori stagionali, anche prima della loro assunzione, con una dote cospicua di circa venti milioni di euro. Nucara ha inoltre elencato gli strumenti di welfare offerti dalla contrattazione collettiva, con una rete di protezione che va ben oltre il trattamento economico e comprende assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare, formazione continua e sostegno al reddito, oltre che le convenzioni attivate dalla stessa Federalberghi in favore dei dipendenti degli hotel, con la possibilità di usufruire di trattamenti agevolati sulle bollette del gas, dell’energia elettrica e sull’assicurazione per la casa, l’automobile o il motorino, concludendo che “si tratta di esempi interessanti, che meritano di essere conosciuti, ma quel che più importa è raccontare la filosofia che li anima, prendersi cura del lavoratore anche fuori dal luogo e dal rapporto di lavoro”.

 

Da vari studi di settore emerge che la maggior parte dei giovani vorrebbe lavorare e fare carriera, ma anche gestire il proprio tempo libero e che non ha molta fiducia nelle opportunità offerte dal "sistema Italia". Il comparto turistico, invece, offre tutto questo. Informazione e formazione dovranno continuare a essere le due linee guida su cui puntare per far capire ai ragazzi che l’impiego in questo settore non è solo impegno, ma anche privilegio.







Pubblicato il 06/06/24