Pienone a Ostuni per i ponti primaverili

Tra Pasqua, 25 aprile e 1 maggio, la Valle d’Itria è stata presa letteralmente d’assalto dai turisti. A Ostuni si registra il tutto esaurito fino alla fine dei ponti primaverili, il 4 maggio.

Si confermano i visitatori dall’Europa centrale e settentrionale,  soprattutto Francia, Germania e Olanda, ma iniziano ad affacciarsi anche nuove nazionalità come Brasile e Giappone.

A Ostuni e Valle d’Itria si registrano numeri importanti in termini di presenze e in  alcune strutture ricettive si supera anche il +20% rispetto allo stesso periodo del 2024.

“Si registrano numeri positivi per questo primo assaggio della stagione turistica 2025, con arrivi dall’Italia, dall’Europa e anche da mercati più lontani, complice l’effetto social o forse il G7, sono decine i pullman che ogni giorno sostano in via Tenente Specchia, portando gruppi di visitatori nel cuore del centro storico di Ostuni, il commento di Alessandro Semeraro di Federalberghi Brindisi.

Nonostante il clima incerto, il caro vita e l’aumento dei costi di trasporto, le aspettative sono confermate. Emerge un dato interessante: il soggiorno medio è di tre giorni, sufficienti per rilassarsi e vivere un fine settimana tra gusto, relax e autentiche esperienze”.

“Il turismo esperienziale oggi è il motore dell’hospitality, c’è grande interesse per degustazioni in cantina, pranzi con i produttori, passeggiate tra gli ulivi in fiore e attività all’aria aperta. L’enoturismo è in crescita esponenziale, ma si affermano anche tendenze come birraturismo, oleoturismo e persino turismo caseario, per chi desidera scoprire come nasce un vero formaggio, continua Semeraro.

“Un turismo che cambia, si rinnova e punta alla destagionalizzazione, proponendo attività che un tempo si svolgevano solo in estate già a partire da metà aprile. Molte strutture offrono oggi anche attività benessere: corsi di yoga al tramonto, massaggi olistici immersi nella natura e persino corsi di cucina con le signore del posto per imparare a fare le orecchiette a mano”, la conclusione di Semeraro.







Pubblicato il 04/28/25