Secondo un articolo del Corriere della Sera a Milano, nell'ultimo anno gli appartamenti in affitto breve su Airbnb sarebbero passati da 25mila a 22.600, con un calo del 9,3% e con un prezzo medio a notte salito da 164 a 174 euro, 10 euro.
Da questi dati sembrerebbe che ci sia stato un freno al mercato degli affitti brevi e un lieve aumento dei prezzi.
Per Federalberghi il mercato degli affitti brevi a Milano non è in calo perché, secondo il presidente di Federalberghi Lombadia Fabio Primerano “non è corretto parlare di “calo generale basandosi su un solo canale".
"Questi dati riguardano solo ed esclusivamente Airbnb - spiega Primerano - Non si fa infatti riferimento alla forte crescita dell'offerta sugli altri portali, come Expedia o Booking, dove le proposte di affitto breve sono in forte espansione. In altre parole, molti proprietari potrebbero aver semplicemente spostato i propri annunci altrove, riducendo la presenza su Airbnb ma non la disponibilità effettiva di case in affitto breve”.
L’altra questione riguarda i costi. Il Corriere della Sera parla di un aumento medio di 10 euro a notte, ma il presidente di Federalberghi Lombardia invita a prendere la cifra non alla lettera. “I prezzi sono aumentati molto di più di quello che sembra, perché da un lato ci sono i property manager, ossia figure o agenzie specializzate che si occupano dell'immobile a 360 gradi, dalla pubblicazione online alla gestione degli arrivi, dalle pulizie al servizio clienti. È chiaro che questo servizio ha un costo e, alla fine, si traduce spesso in tariffe ben più alte per l'ospite.
Dall’altra parte, esiste un fenomeno di “oscuramento” degli annunci nei periodi di bassa stagione o quando il proprietario preferisce affittare l'alloggio su altre piattaforme. In pratica, molti appartamenti scompaiono temporaneamente da Airbnb, e quindi dai dati ufficiali, salvo poi ricomparire in momenti più propizi o su altri canali, dove magari sono disponibili a prezzi diversi”.
Inoltre, continua Primerano, “ quando ci si concentra solo sul dato medio, si rischia di ignorare variazioni molto significative legate a determinati periodi dell'anno. Se si guarda, ad esempio, alla settimana della moda, i prezzi di una stanza per due persone in appartamento possono superare quelli di una camera d'hotel nella stessa zona”.
Federalberghi non smentisce i dati raccolti dal Corriere della Sera, ossia che Airbnb abbia registrato un calo di inserzioni. Ma, secondo l'associazione di categoria, “è improprio tradurre quella flessione in un rallentamento complessivo del mercato degli affitti brevi a Milano. Gli annunci persi su una piattaforma potrebbero tranquillamente essere guadagnati su un'altra, magari con un ritorno economico ancora maggiore per i proprietari. Per capire se il fenomeno stia davvero rallentando, bisognerebbe allargare lo sguardo a tutte le piattaforme, alle agenzie e ai numerosi servizi online nati negli ultimi anni. Altrimenti, si rischia vedere una flessione dove invece c’è soltanto una continua trasformazione”.