La stretta di Barcellona

Barcellona, da novembre 2028, vieterà gli affitti brevi ai turisti, abolendo oltre 10mila licenze per appartamenti destinati a quest’uso. L’annuncio è stato dato dal sindaco della città catalana Jaume Collboni che, con una soluzione estrema, mira a rispondere alla crisi abitativa della città e ad abbattere aumenti ingiustificati delle case. La crescita degli affitti brevi, a Barcellona, ha fatto lievitare i prezzi del 68% negli ultimi anni, facendo allontanare molti residenti a causa dei costi proibitivi. La ministra spagnola per le Politiche territoriali, la socialista Isabel Rodríguez, sostiene la decisione del sindaco, mentre l’associazione degli appartamenti turistici di Barcellona Apartur ha criticato l’iniziativa, bollandola come un errore che porterà maggiore disoccupazione e che farà aumentare gli appartamenti illegali. Dopo Barcellona, anche Madrid, Palma de Mallorca, Valencia e Malaga hanno annunciato limiti alla concessione di licenze per affitti brevi e b&b.

Ma il problema è a livello europeo, con le città d’arte prese d’assalto dai turisti. Costi maggiorati e assenza di regole: è un problema di cui Federalberghi si occupa da tanto tempo: “Ci vorrà del tempo ma almeno la Spagna si è mossa – commenta il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – il passo di Barcellona sulla revoca di migliaia di licenze crea un precedente unico per un vero riordino del problema delle locazioni brevi anche in Italia. è un tema d’interesse europeo che investe in primis le capitali e le città d’arte, prese d’assalto per l’enorme interesse turistico che hanno, ma anche territorio dei cittadini che le abitano, ci devono vivere e dunque non devono subirne il danno.

Come a Barcellona, anche a Roma, Firenze, Venezia e Milano i prezzi degli affitti sono lievitati in maniera esponenziale, impedendo ai cittadini residenti di misurarsi con un mercato sano delle locazioni per uso abitativo. Noi portiamo avanti questa battaglia da tempo immemorabile: ma a oggi, fatta salva l’iniziativa del codice identificativo per le imprese ricettive, non si è ancora optato per una posizione più drastica. Avendo davanti la prospettiva del Giubileo 2025, siamo nella condizione di agire velocemente, ben consapevoli che la Spagna ha già fatto un primo importantissimo passo. È ora che anche in Italia si prendano decisioni apparentemente impopolari, ma che possano fare il bene del turismo e anche di coloro che in Italia vivono”, l’auspicio di Bernabò Bocca.







Pubblicato il 07/24/24