Il Grande Gioco, il libro di Peter Hopkirk

Per quasi un secolo, le due nazioni più potenti della terra hanno combattuto una guerra segreta nei passi solitari e nei deserti dell’Asia centrale. 

 “Davanti al palazzo dell'emiro di Buchara, due uomini in cenci sono inginocchiati nella polvere. A poca distanza, due fosse scavate di fresco, e tutt'intorno una folla sgomenta, che assiste in un silenzio irreale. Non è certo insolito che l'emiro faccia pubblico sfoggio di crudeltà, ma è la prima volta che il suo talento sanguinario si esercita su due bianchi, e per di più servitori di Sua Maestà britannica”. 

 La scena non è stata scritta da Kipling, anche se di lì a poco la contesa fra russi e inglesi per i luoghi che oggi chiamiamo Turkmenistan, Tagikistan o Afghanistan avrebbe trovato, nelle pagine di Kim, un nome destinato a durare: Grande Gioco. 

 È invece realmente accaduta una mattina di giugno del 1842, dando inizio a una vicenda che in questo celebre libro, Peter Hopkirk, giornalista e storico inglese, ricostruisce nella sua fase più avventurosa, allorché gli ufficiali dei servizi segreti zarista e vittoriano valicavano passi fino allora inaccessibili, cartografavano valli inesplorate, raccoglievano informazioni dalle carovane di passaggio sulla Via della Seta, tramavano complesse alleanze con i khan della regione, rischiando a ogni mossa, come i loro epigoni attuali, di ridestare da un sonno millenario quelli che Bruce Chatwin chiama «i giganti addormentati dell'Asia centrale». 

 Quando il gioco iniziò per la prima volta, la Gran Bretagna e la Russia si trovavano a quasi 2.000 miglia di distanza. Alla fine, alcuni avamposti russi si trovavano entro 20 miglia dall’India.

 Acqua passata?  Sicuramente una storia utile da conoscere.

 <<Nel bene e nel male - scrive Hopkirk - l’Asia centrale fa di nuovo notizia, ed è probabile che torni a farlo per molto tempo ancora>>. Dopo un lungo periodo di quasi completa oscurità, Asia centrale e Caucaso sono tornati a occupare <<quel posto di rilievo che avevano nell’Ottocento, all’apice della partita cruciale>>.

 Secondo Sergio Romano, <<i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti “mille e una notte” della diplomazia imperialista il lettore troverà l’antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in Afghanistan e in Iran>>.

 Molte sono le tessere che compongono il mosaico, ma occorreva un maestro come Peter Hopkirk per restituire con efficacia e chiarezza il quadro d’insieme, con un grande lavoro che va ben oltre il mero collage di memorie e documenti.

 Umberto Eco ha definito Il Grande Gioco <<una lettura appassionante, da centellinare per sere e sere come se fosse un grande romanzo d’avventure, popolato di straordinari personaggi storicamente esistiti e di cui non sapevamo nulla>>

 

 IL GRANDE GIOCO, di Peter Hopkirk, edito in Italia da Adelphi (disponibile anche in e-book), è stato pubblicato per la prima volta nel Regno Unito, con il titolo THE GREAT GAME e il sottotitolo On Secret Service in High Asia (ed. John Murray, 1990). È stato poi pubblicato negli USA, con il sottotitolo The Struggle for Empire in Central Asia.

 







Pubblicato il 07/28/24