A Verona torna al centro del dibattito pubblico la questione dell’aumento delle strutture alberghiere soprattutto di lusso. A intervenire con toni critici è il presidente di Federalberghi Confcommercio Verona Maurizio Russo.
Per Russo, “la trasformazione urbanistica della città rischia di essere guidata da interessi privati, più che da una visione condivisa e lungimirante di sviluppo turistico.
Le scelte urbanistiche sono determinanti per il futuro di una città, soprattutto se si tratta di una città d’arte come Verona. Ma le amministrazioni locali si stanno comportando come attori protagonisti di un progetto strategico oppure come notai che ratificano decisioni già prese da altri?”, osserva il presidente di Federalberghi Verona.
Russo non nasconde la propria perplessità sull’attuale orientamento che sembra puntare tutto sulla costruzione di nuovi hotel di lusso. “Il mantra pare essere: ‘costruiamo alberghi per turisti ricchi’. Ma senza una proposta turistica rinnovata e coerente, perché mai il viaggiatore alto-spendente dovrebbe scegliere Verona fuori dalla stagione lirica? Per le manifestazioni popolari o per un aperitivo in piazza?”.
Russo invita anche ad analizzare più concretamente la situazione del momento: “Prima di prendere come modello città come Firenze o Venezia, sarebbe opportuno esaminare i dati reali: l’occupazione delle camere e i prezzi di vendita degli hotel di fascia alta già presenti in città. Se si amplia l’offerta senza un’adeguata riqualificazione complessiva, il rischio è di svalutare l’intero comparto turistico e penalizzare anche l’indotto”.
E questo anche perché il concetto di lusso sta cambiando: “Non sono più le stelle ufficiali a determinare l’attrattività di una struttura, ma la sua reputazione online, l’esperienza offerta, l’identità. Parametri questi non normabili con una semplice pratica edilizia”.
Sullo sfondo resta la questione normativa. Russo solleva anche dubbi sulle scelte urbanistiche della città e sulla questione normativa. “Ha senso mantenere il divieto di nuove strutture ricettive nel centro storico se poi lo si aggira sistematicamente con deroghe? Perché non affrontare la questione modificando direttamente il PAT e il Piano degli Interventi, con un confronto aperto tra amministrazione, operatori del settore e cittadini?
Non sarebbe più corretto procedere con chiarezza, evitando di legittimare situazioni di fatto con provvedimenti straordinari che alla collettività restituiscono ben poco? È così che si può davvero tener conto delle esigenze dei residenti, soprattutto in un momento in cui il problema abitativo colpisce in modo crescente studenti e lavoratori.
Il vero lusso, oggi, sarebbe avere risposte chiare a tutte queste domande”, la conclusione di Maurizio Russo. .