“Per aver promosso strategie di empowerment femminile all’interno della propria azienda”. È la motivazione con la quale il comune di Rimini ha premiato otto donne imprenditrici, “otto storie di chi ha lottato per l'indipendenza economica simboleggiando al meglio non solo il dinamismo della nostra comunità”.
Ed è quanto scritto sulla pergamena che le signore hanno ricevuto dalle mani della vicesindaco con delega alle politiche femminili Chiara Bellini.
Le donne premiate, presenti alla cerimonia con i loro rappresentanti di categoria sono state Maria Grazia Guiducci (Federalberghi Rimini) del Piccolo Hotel Astoria; Diana Bizzocchi (Confagricoltura) della Società Agricola Yanna s.s; Valentina Clò (Legacoop Romagna) di Coop-service Scarl; Marina Lappi (Confcooperative) di Cooperativa Promozione Alberghiera; Amalia Maggioli (Confindustria Romagna) del Gruppo Maggioli; Chiara Magnani (CNA) di Energika srl; Nicoletta Moretti (Confcommercio) del Bar Ilde e Sandra Selva (Confartigianato) di Armonie bottega estetica.
La premiazione si inserisce in un mese, marzo, completamente dedicato dal comune di Rimini alle donne, con il cartellone “L’otto sempre - Incontri e riflessioni in occasione della Giornata internazionale della Donna”.
Nel salutare le imprenditrici Chiara Bellini ha sottolineato “l’importanza culturale di momenti come questi, che mettono al centro il ruolo e il valore delle tante donne imprenditrici che hanno contribuito e contribuiscono a fare grande la nostra comunità”.
I numeri nazionali ci indicano numeri in crescita per l’occupazione femminile, ma il gender gap si riduce ancora con troppa lentezza. Il tasso di occupazione degli uomini in Italia è pari al 70,4%, quello delle donne è fermo al 52,5%: la differenza è di quasi il 18%. – ha continuato Bellini - Il gap si allarga fino a toccare la soglia del 20% se consideriamo un altro elemento di paragone, quello retributivo. Sono ancora rilevanti le condizioni di svantaggio delle donne nel nostro Paese, nell’ambito lavorativo, familiare e sociale.
Un lavoro che è anche più precario, se si pensa che solo il 18% delle assunzioni della popolazione femminile sono a tempo indeterminato, a fronte del 22,6% di quelle maschili. Donne che sono mediamente più istruite ma fanno più fatica a fare carriera: solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri è donna.
Non solo per le donne è più difficile pari carriera, per il carico ancora quasi esclusivo del lavoro di cura familiare, ma anche per quelle che riescono ad arrivare nelle figure apicali, lo stipendio rimane più basso rispetto ai pari ruolo maschi. Oggi però da Rimini parte un bel segnale, con otto storie intergenerazionali di chi guardandosi indietro racconta con orgoglio la propria storia e di chi, quella storia, la ha appena incominciata, raccogliendo l’importante testimone della forte e orgogliosa imprenditoria femminile riminese”.