Turismo accessibile: da dove cominciare?
di Roberto Vitali
Quando si parla di accessibilità, la conversazione spesso si riduce alla “camera per disabili”, come se fosse l’unica risposta alle esigenze di accessibilità di chi viaggia. Ma è davvero sufficiente? Ci siamo mai chiesti quali sono realmente gli ospiti che necessitano di una maggiore qualità dei servizi, degli ambienti, delle dotazioni, delle relazioni?
Essendo la disabilità il risultato della relazione tra la condizione di salute della persona e l’ambiente in cui si trova, è quest’ultimo che determina “quando” e “quanto” una persona è disabile e non la sua condizione. In ogni momento chiunque può agire da barriera o facilitatore (sia come singola persona o per i comportamenti sociali), aumentando o diminuendo la disabilità di una persona. Non è necessaria quindi una certificazione medica per avere esigenze di accessibilità perché chiunque, in momenti diversi della vita, può manifestarle. Accessibilità, quindi, è sinonimo di qualità per tutti.
L’accessibilità inizia ben prima dell’arrivo in hotel. Oggi, la porta d’ingresso è rappresentata dal sito internet e dai canali social, che devono fornire informazioni chiare, dettagliate e soprattutto accessibili. Entro giugno 2025, l’European Disability Act renderà obbligatorio avere siti conformi ai parametri WCAG 2.2 e WAI, ma non basta un semplice tool per adeguarsi: è necessario rendere il contenuto facilmente fruibile a tutti (vedi indicazioni AgID: https://accessibilita.agid.gov.it/).
Le informazioni che contano
Vi siete mai chiesti se le informazioni che offrite rispondano anche alle domande di un ospite con esigenze di accessibilità?
• avete una pagina dedicata all’accessibilità in home page?
• indicate semplicemente “accessibile ai disabili” con il simbolo ?
• l’informazione è nascosta tra le descrizioni delle camere o dei servizi?
• siete sicuri che il simbolo sia sufficiente a rassicurare il cliente?
La risposta è no.
Chi cerca un hotel accessibile ha bisogno di certezze, non simboli generici. L’accessibilità comincia ben prima della camera: dai collegamenti con i mezzi di trasporto pubblici, alla facilità del percorso che conduce all’hotel, fino all’ingresso e alle aree comuni.
Comunicare l’accessibilità
Per offrire un’informazione utile e chiara, iniziate raccontando cosa rende accessibile il vostro hotel:
• descrivete le camere, i bagni e le eventuali dotazioni (ad esempio: presenza di maniglioni e sedia doccia);
• parlate dell’accessibilità delle aree comuni: ingressi, ascensori, ristoranti, sale convegni, palestre, spa, ecc.;
• ricordate che l’accessibilità non è solo motoria e inoltre una persona con una carrozzina elettronica ha esigenze diverse da chi usa una sedia manuale o un deambulatore;
• non dimenticate le esigenze sensoriali (come cecità, sordità, ipoacusia e ipovisione) e cognitive (autismo, sindrome di Down, seniority), molto spesso trascurate.
Un esperimento pratico
Volete davvero capire dove migliorare? Provate a “cambiare punto di vista”. Noleggiate una sedia a ruote e percorrete il vostro hotel: dall’ingresso alla camera, fino al ristorante o alla sala wellness. Scoprirete ostacoli inaspettati e dettagli migliorabili che non avete mai notato. Mettersi nei panni di un ospite con esigenze di accessibilità è un esercizio dirompente e illuminante.
L’accessibilità come valore aggiunto
Garantire un’ospitalità accessibile non è solo una questione etica, ma anche un’opportunità economica. Il turismo accessibile è un mercato in crescita che richiede strutture preparate e attente ai dettagli. Non aspettate che un ospite debba chiedervi se siete accessibili: raccontateglielo, chiaramente e con precisione, fin dal vostro sito.
L’accessibilità comincia con un’informazione oggettiva e finisce con un’ospitalità che mette davvero le persone al centro. Perché un hotel accessibile è un hotel che accoglie tutti, senza lasciare indietro nessuno.