Monossido di carbonio, il killer silenzioso
di Gioacchino Giomi
Il monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, è un gas tossico particolarmente insidioso per via della sua invisibilità: è inodore, insapore, incolore e non irritante, pertanto non è rilevabile dai nostri sensi.
Ha una densità simile a quella dell’aria, è infiammabile e si forma principalmente attraverso la combustione incompleta di materiali contenenti carbonio, come carbone, legno, olio, gas metano e GPL.
In parole semplici, quando c’è una buona ossigenazione della combustione, l’atomo di carbonio si lega a due atomi di ossigeno, generando anidride carbonica (CO2); nel caso in cui ci sia poco ossigeno a disposizione della combustione, all’atomo di carbonio si lega un solo atomo di ossigeno, generando il monossido di carbonio (CO).
Le fonti più comuni di questo gas includono i fumi degli incendi, i gas di scarico dei motori a combustione e gli impianti di riscaldamento e cottura, come stufe a kerosene, gas e legno, caldaie, scaldabagni, caminetti e bracieri. Il CO può provenire anche da fonti esterne, soprattutto nei luoghi vicini a garage, autofficine o strade ad alta intensità di traffico.
Nei locali di vita, la concentrazione media di CO è generalmente compresa tra 1.5 e 4.5 mg/m3; tuttavia, in presenza di fonti di combustione e ventilazione inadeguata, i livelli possono aumentare rapidamente, arrivando anche a 60 mg/m3.
Il monossido di carbonio è particolarmente nocivo per la salute umana, poiché, se inalato, si lega all’emoglobina presente nel sangue al posto dell’ossigeno, formando carbossiemoglobina, riducendo così la capacità del sangue di trasportare ossigeno e causando effetti tossicologici di varia gravità.
Concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3, corrispondenti a livelli di carbossiemoglobina sotto il 3%, non causano effetti significativi sulla salute negli individui sani; tuttavia, in persone con patologie cardiache, anche basse concentrazioni possono scatenare crisi anginose.
A livelli più elevati, si manifestano sintomi come cefalea, confusione, disorientamento, vertigini, visione alterata e nausea. Concentrazioni molto alte possono portare a coma e morte per asfissia. I gruppi più vulnerabili comprendono anziani, persone con problemi cardiovascolari e respiratori, donne in gravidanza, neonati e bambini.
In Italia, le statistiche più recenti registrano annualmente tra 160 e 200 morti per intossicazione involontaria da monossido di carbonio.
Il trattamento delle intossicazioni da CO è cruciale per prevenire danni cerebrali e complicazioni; all’individuo colpito deve essere garantita una ventilazione adeguata e immediatamente somministrato ossigeno. L’ossigenoterapia iperbarica, riservata ai casi più gravi, accelera l’eliminazione del CO dal sangue, alleviando i sintomi e prevenendo danni neurologici permanenti.
Data la pericolosità di questo gas, che è inodore, insapore, incolore e non irritante e la cui presenza è percepibile solo tramite appositi rilevatori, è fondamentale essere consapevoli delle condizioni in cui può svilupparsi. Ecco alcuni consigli pratici per proteggere sé stessi e gli altri dalla minaccia di questo gas:
- in caso d’incendio: è fondamentale uscire immediatamente e far evacuare le persone presenti dai locali interessati e da quelli circostanti;
- ventilazione adeguata: assicurarsi che gli ambienti siano ben ventilati, specialmente durante l’uso di apparecchi a combustione (camini, stufe a fiamma libera, bracieri, ecc.). Aprire finestre e porte riduce il rischio di produzione e accumulo di CO;
- manutenzione degli apparecchi: tutti gli apparecchi a combustione devono essere controllati regolarmente da tecnici qualificati per garantire un funzionamento sicuro e privo di emissioni di CO;
- controllo delle canne fumarie: far verificare da un tecnico qualificato che le canne fumarie siano libere da ostruzioni e prive di crepe, che potrebbero consentire al CO di diffondersi negli ambienti;
- uso di combustibili appropriati: utilizzare solo combustibili raccomandati per gli apparecchi a fiamma libera, seguendo le indicazioni del fabbricante, evitando materiali non destinati alla combustione, come plastica o rifiuti;
- uso corretto di generatori di corrente: se si utilizzano generatori a combustione interna, posizionarli all’esterno, lontano da finestre e porte, per evitare l’ingresso di gas di scarico nell’edificio;
- attenzione ai veicoli: non lasciare mai un veicolo con motore a combustione acceso in un garage chiuso, anche se la porta è aperta; il CO può accumularsi rapidamente negli spazi chiusi e diffondersi in quelli circostanti;
- installazione di rilevatori di CO: è consigliabile far installare da tecnici qualificati rilevatori di monossido di carbonio nei locali con apparecchi a fiamma libera (fornelli, stufe, camini, caldaie, ecc.), e in quelli dove passano canne fumarie, specialmente nelle camere da letto e nelle aree comuni. Questi dispositivi, dal costo modesto, sono fondamentali, e devono avere la marcatura CE;
- piano di emergenza: predisporre un piano di emergenza che preveda un luogo sicuro, preferibilmente all’aria aperta, dove ritrovarsi in caso di allerta per presenza di CO e informare le persone sul comportamento da adottare;
- educazione e sensibilizzazione: informarsi sui sintomi dell’intossicazione da CO (bassi livelli possono causare mal di testa, vertigini, affaticamento e nausea; alti livelli possono portare a confusione, perdita di coscienza e, nei casi estremi, morte). Se si sospetta un’intossicazione da CO, uscire immediatamente e portare le persone all’aria aperta, cercando prontamente assistenza medica.
La progettazione, installazione, collaudo e manutenzione dei sistemi a combustione devono rispettare le normative vigenti in materia di sicurezza, in particolare il D.M. 37/2008 e le norme tecniche di sicurezza UNI e CEI. I soggetti abilitati devono fornire al committente una dichiarazione di conformità degli impianti alla normativa vigente.
Il monossido di carbonio è un inquinante pericoloso che può avere gravi conseguenze sulla salute. Comprendere le sue fonti, i suoi effetti e le misure di prevenzione è essenziale per proteggerci.
Investire in educazione, tecnologia e normative appropriate contribuisce sensibilmente a ridurre il rischio di avvelenamento da CO e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.