“Il petrolio d'Italia - I luoghi comuni che fanno male al turismo(e al Paese)”, è un libricino curato da Antonio Preiti per Federalberghi e Centro di formazione management del terziario.
Come da recensione riportata nel profilo X dell’autore, ““Il petrolio dell’Italia”: come i luoghi comuni fanno male al turismo e all’Italia, è un libro che smonta con dati e intelligenza le false credenze che bloccano il turismo. Perché il turismo non è folclore, ma cultura, lavoro, innovazione. E merita di più”.
Preiti, insieme al direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara, lo scorso 10 luglio ha spiegato, in un incontro con la stampa, il perché certi pregiudizi facciano male al settore.
Sono luoghi comuni come “turismo è un affare per pochi”, oppure “è tutto overtourism” o, ancora, “non possiamo essere un popolo di camerieri” e così via.
“Questo è un volume che nasce da un'insofferenza, quella di sentire sempre le stesse cose. Nei luoghi comuni c'è sempre un po' di verità, ma non così tanta come sembra. E hanno conseguenze negative”, ha spiegato Preiti.
Si tratta di pregiudizi a effetto, come la famosa frase “turismo mordi e fuggi”, che per Preiti sono “invenzioni tout court”. L’autore riposta alcuni dati interessanti: a Roma c'è una permanenza media di 3,8 notti, ma a Barcellona sono 2,6, a Parigi 2,3, a Firenze 2,2 e Milano e Venezia 2.
“Nelle città è normale, le vacanze più lunghe sono al mare e in montagna. E un americano che viene in Italia sta per molto tempo, ma si ferma in più posti, l’osservazione di Preiti.
Poi, come riportato anche da Ansa, ci sono tutti i modi di dire riguardanti gli aspetti economici e sociali: dal turismo non è vero che “si arricchiscono pochi”, perché alberghi (18,6%) e ristorazione (13,1%) non costituiscono nemmeno la metà della spesa dei visitatori (dati Istat). Quanto al “non possiamo essere un popolo di camerieri”, intendendo servi, Preiti ribadisce che si tratta di un mestiere on una sua professionalità: le soft skills più richieste sono flessibilità (63%), team work (62%), autonomia (38%) e problem solving (34%).
Anche quello sull'overtourism è a sua volta un luogo comune. “Non abbiamo un dato statistico per rilevarlo. Ci sono sicuramente degli eccessi che inficiano la qualità della vita di abitanti e visitatori, ma il problema principale non è tanto il numero di turisti, quanto la capacità di gestione. A Firenze dal 2014 al 2023 il numero di camere d'albergo è diminuito, a Roma è cresciuto solo di 5mila unità”, continua l’autore.
“Ci vuole organizzazione. se si rompe l'equilibrio e spuntano i cartelli 'Tourist go home' come in Spagna, il Paese si pone in una situazione di autolesionismo", ha aggiunto Alessandro Nucara.
Preiti riconduce parte del problema anche agli affitti brevi, il cosiddetto “fenomeno extralberghiero". Dai dati Inside Airbnb, dal 2008 a 2022 gli annunci su Airbnb Italia sono passati da 52 a 503.612.
"Se gli hotel sono strutturati, questi appartamenti non lo sono e creano problemi pure nella raccolta, ad esempio, della spazzatura, quindi andrebbero regolamentati”. Ma, per guardare le cose sotto un’altra ottica, “c'è un concetto che è nato in Usa e Obama ha fatto proprio, si chiama “Nudge” ossia “spinta gentile”. Si tratta di un meccanismo persuasivo con cui convincere le persone a comportarsi meglio. Con Julia, l'assistente virtuale per esplorare Roma (di cui Preiti è ideatore, ndr), cerchiamo di fare questo. Se si cercano consigli non suggerisce solo il Colosseo, ma pure l'Appia Antica. Così spostiamo i flussi turistici offrendo nuove idee che guidano i comportamenti”.
Ma non finisce qui. “Chi sostiene che il settore sia il “petrolio d'Italia”, anche lui si sbaglia. Dicono che abbiamo Pompei, gli Uffizi, le Eolie e le colline toscane, che ci vuole a estrarre ricchezza? In questo abbaglio si cancella tutto, perché per trasformare la bellezza del patrimonio in un brulicare di visitatori ci vuole una trama di lavoro nei servizi dell'ospitalità che è essa stessa protagonista della qualità di una destinazione”, la conclusione di Antonio Preiti.