Aromaterapia in hotel

                                                                               Aromaterapia in hotel

Nelle strutture ricettive l’esperienza multisensoriale attraverso gli aromi è sempre più proposta dagli albergatori e molto apprezzata da una clientela che sa cosa vuole

di Giusy Federici

Bagno turco aromaterapico per entrare in connessione profonda con se stessi, magari abbinato a una doccia cromatica, acqua che cambia i colori per rimuovere lo stress. Oppure, odori particolari per equilibrare di nuovo i campi energetici. O, ancora, un massaggio aromatico capace, allo stesso tempo, di alleviare le tensioni muscolari, migliorare la circolazione linfatica e sanguigna e lavorare sui conflitti interiori.  

Un tempo in un albergo si chiedeva l’odore di pulito o, dove proposta, un’esperienza naturale come il fango curativo o un bagno di fieno. Oggi, l’approccio a tutto quello che ruota intorno alla percezione olfattiva è cambiato, tanto da essere diventato un servizio aggiunto per un target ben definito. E questo target di clienti che vogliono, insieme al servizio di alto livello, anche quello emozionale legato agli odori, è sempre più vasto e variegato.

Non a caso parliamo direttamente di Aromaterapia, la disciplina di cura fisica e soprattutto psichica attraverso gli oli essenziali ricavati dalle piante e del loro rilascio di sostanze odorose.

La scienza aromaterapica, perché di scienza si tratta, esiste almeno dal tempo dei Babilonesi, presa e rivisitata dagli Egizi: è quel che sappiamo dai testi cuneiformi o dai papiri. Usavano le piante come medicina e come afrodisiaco, oltre che come offerta alle divinità. Senza dimenticare l’apporto fondamentale dei monasteri, nel corso dei secoli e fino a pochi decenni fa, per la cura delle malattie con le erbe anche aromatiche.

Tutti noi abbiamo un profumo preferito, un aroma che ci riporta all’infanzia o che non sopportiamo perché ci evoca brutti ricordi. Odore e psiche, quindi.

La differenza tra ieri e oggi è che il marketing si è accorto di questo grande potenziale e gli alberghi cominciano a offrire, sempre più, un’esperienza immersiva negli oli essenziali come servizio aggiunto nella proposta di soggiorno.

Ma cosa sono gli oli essenziali e perché incidono così profondamente in noi?

Solo quelli ottenuti per spremitura, se si tratta di agrumi o di piante trattate in corrente di vapore, possono essere definiti oli essenziali, altrimenti parliamo di prodotti di sintesi, cioè chimici.

Naturalmente non è questo il luogo né lo spazio per una lectio magistralis sulla materia, ma per capire cosa odoriamo nell’ambiente o cosa abbiamo sulla pelle durante un massaggio, è bello sapere che ogni pianta ha le sue essenze peculiari, che siano i fiori come le rose, le foglie come la menta piperita, i frutti come gli agrumi, i legni come il cedro, la corteccia come la cannella o le resine come l’incenso.

Gli oli essenziali sono innumerevoli, ma ci sono alcuni al top tra le proposte relative al benessere da parte dell’hotel e le preferenze della clientela, che in genere già li conosce.

Per fare alcuni esempi, tra le fragranze in pole position, l’olio essenziale di lavanda è tra i più noti e usati, essendo un famoso calmante degli stati d’ansia. È considerato un po’ una panacea, la madre di tutte le essenze. L’olio essenziale di menta piperita, invece, è un antisettico e tranquillizza. È ritenuto un buon rimedio contro la nausea. L’olio essenziale di arancio dolce, dal punto di vista emotivo, rallegra e alleggerisce l’umore. L’olio essenziale di eucalipto si usa sia per purificare l’aria che per proteggere l’apparato respiratorio. È considerato uno stimolante intellettuale per facilitare la concentrazione.  L’olio essenziale di camomilla viene usato anche come componente di creme per pelli sensibili alle scottature e come calmante del nervosismo. Il sandalo è già noto come incenso. Il suo olio essenziale è adatto al rilassamento e come riequilibrante degli stati di stress. Dell’olio essenziale di geranio è invece nota la funzione contro le punture di insetto. In aromaterapia è un ottimo normalizzante degli stati d’animo.

In realtà, noi viviamo immersi negli odori di oli essenziali. Abbiamo citato quelli puri, ma anche e soprattutto quelli più o meno di sintesi sono utilizzati ovunque, dall’industria dei profumi ai modificatori di sapori ai prodotti farmaceutici. E sono regolati per legge, quindi possiamo essere abbastanza sicuri che, anche se non bio, provengono comunque da filiere controllate.

A dire il vero, l’olfatto è sempre stato considerato un po’ la Cenerentola dei sensi, ma si tratta di un concetto sbagliato e comunque ormai superato perché, seppure a livello spesso inconscio, è proprio attraverso l’odorato che noi abbiamo la percezione del mondo, la memoria profonda, le associazioni di stati d’animo (quella persona a pelle – quindi a odore – non mi piace…) e la consapevolezza di chi e dove siamo: se sentiamo un odore di menta, quella è menta e non è rosmarino. Ce ne rendiamo conto solo quando, per vari motivi, perdiamo la facoltà olfattiva e quella che subiamo è una vera sofferenza.

Per tutto quello di cui sopra, è chiara l’importanza del valore aggiunto dell’esperienza olfattivo-sensoriale. Oggi si parla direttamente di progettazione olfattiva e non solo in un’offerta alberghiera, ma anche nelle fiere o nelle aziende: ormai l’odorato è un brand che riguarda anche il design.

Questo tipo di  esperienza è “la storia che si vuole che il cliente ricordi oppure che lo stesso hotel vuole raccontare”, scegliendo tra le varie tipologie di fragranze, dalla legnosa alla fiorita, dall’orientale all’agrumata, ma anche fieno o cacao.

È un concetto di vacanza wellness allargata, una tendenza al benessere totale che sempre più clienti chiedono e che sempre più strutture ricettive propongono. Lo stile di vita sano, che implica equilibrio mentale e fisico, oggi lo si pratica a casa propria e lo si insegue in vacanza. E non è più soltanto l’attenzione al cibo con le proposte di chef stellati o la palestra dell’albergo con i consigli del trainer: oggi l’ospite vuole, insieme a tutto questo, anche quello che qualcuno ha chiamato arricchimento emozionale. E sempre più Spa, ormai, suggeriscono un’esperienza personalizzata, magari con l’aromaterapia spesso abbinata a cromoterapia e anche in formato digitale, con la realtà virtuale che propone percorsi di meditazione o pilates.

Naturalmente vale anche il contrario, ossia la sottrazione: dove un profumo risulti troppo forte lo si alleggerisce, non per niente parliamo di esperienza personalizzata. E questo non riguarda solo i percorsi benessere, ma anche gli ambienti: sempre più alberghi utilizzano detergenti e ammorbidenti profumati con oli essenziali che, oltre alla piacevolezza del profumo, hanno anche funzione battericida e non irritano né occhi né apparato respiratorio di chi li usa. 

Un mercato in evoluzione, che cresce e ormai è diventato un trend interessante, come dimostrano diversi studi di settore.

Destination Analysts, ad esempio, ha rilevato come oltre il 60% di chi pianifica un viaggio scelga destinazioni e strutture ricettive con un focus particolare sul relax.

Per il Global Wellness Institute, le spese per questo tipo di attività turistica hanno visto un incremento annuale del 30%.
I dati sono dal 2020 al 2022, ma le previsioni di crescita, per i prossimi anni, sono ancora più accentuate.

Un dato confermato da Skift.com, che ha sottolineato come le proiezioni economiche siano passate da 651 miliardi di dollari nel 2022 a 1,4 trilioni di dollari entro il 2027.

Quella di oggi è la società delle immagini per definizione, eppure l’esplorazione degli altri sensi, oltre la vista, riserva delle piacevoli sorprese. Da uno studio condotto dalla Rockfeller University pare che le persone riescano a ricordare il 35% delle cose che hanno annusato rispetto al 5% di quello che hanno visto. Un dato importante che fa riflettere.

E non sarà un caso, per fare un solo esempio, se lo scorso febbraio, al concept store 10 Corso Como di Milano si è svolta la prima edizione di Olfactory Signals 0, esplorando il profumo come mezzo artistico oltre che esperienza sensoriale, dove hanno partecipato molti brand all’avanguardia in questo senso. Stare bene con l’essenza scelta porta a quel benessere che cerchiamo quando soggiorniamo in un albergo, che sia un aroma discreto in camera o più intenso nella Spa, diversificato nei vari ambienti. Ma qui sono andati oltre la percezione convenzionale di un odore, portando quest’ultimo a essere una narrazione di un linguaggio artistico fatto di connessioni tra profumo, emozione e memoria. Un progetto nuovo e ambizioso che prevede installazioni anche negli Stati Uniti e in Asia.

Durante un soggiorno, ormai, sempre più l’ospite viene coccolato nei 5 sensi, attraverso il gusto con piatti tipici del territorio o quelli di un grande chef, il tatto con i massaggi ad hoc, la vista con colori o panorami mozzafiato, l’udito con musica di sottofondo o a scelta della clientela e l’odorato, con una serie di aromi per un benessere sensoriale e allo stesso tempo profondo. È la nuova tendenza dell’ospitalità alberghiera. In un vecchio film Humphrey Bogart parlava della stampa... parafrasandolo, riguardo soprattutto l’aromaterapia, potremmo dire: l’esperienza immersiva totale? È il futuro, bellezza!    







Pubblicato il 08/16/25