Insistere, insieme

A margine dall’incontro svoltosi a Norcia tra le associazioni albergatori delle regioni interessate dal sisma del centro Italia del 24 agosto 2016, il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione la ricostruzione, spiega lo stato dell’arte, le criticità e il valore e la tenacia degli albergatori impegnati su tutti i territori

 

Commissario Castelli, sono trascorsi otto anni da quel tragico 24 agosto del 2016, giorno in cui l’Italia è stata devastata dal sisma nelle regioni del Lazio, dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo.. Un evento terribile che ha segnato gli animi di tutti. Che passi sono stati fatti fino ad ora?

Il nostro impegno è purtroppo sempre in ritardo, rispetto alle legittime aspettative di chi otto anni fa ha perso le persone care e le proprie case, o i luoghi dove poter lavorare. Ci sono state troppe false partenze nel passato. Oggi credo che siamo sulla strada giusta, un cambio di passo c’è stato. Dobbiamo insistere, insieme: Governo nazionale, Struttura commissariale, Regioni, Comuni. Il lavoro insieme sta dando i suoi frutti. Sono circa 20 mila i cantieri ad oggi complessivamente autorizzati, di cui oltre 11 mila già completati. È stato avviato il 95% delle opere pubbliche, gli interventi in progettazione sono il 66% del totale di cui 25% già approvati. Anche la ricostruzione privata conferma la tendenza già registrata lo scorso anno: nel primo semestre del 2024 le erogazioni di Cassa Depositi e Prestiti nei confronti delle imprese impegnate nei cantieri della ricostruzione hanno fatto registrare un +16,64% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un +41,71% rispetto al 2022. Oltre alla ricostruzione, sta procedendo la rigenerazione socioeconomica delle nostre comunità. Anche grazie al programma NextAppennino che assicura 1,8 miliardi per la ripresa delle aziende, degli artigiani, del terzo settore.

 

Lei è diventato Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016 nello scorso 2023.. Quali sono stati le criticità che ha incontrato e dove è riuscito invece a fare tesoro del lavoro fatto?

Come le ho anticipato ci sono state troppe false partenze. In alcuni casi ci sono state anche delle difficoltà oggettive: come il rallentamento imposto dal Covid, o l’aumento dei prezzi delle materie prime determinato dalla guerra in Ucraina. Anche il Superbonus 110% è stato una misura che ha generato molte difficoltà. Molti professionisti e molte imprese hanno preferito seguire la progettazione su quel versante, piuttosto che concentrarsi sulle iniziative più complesse, collegate alla ricostruzione nel Centro Italia. Oggi possiamo dire che il grande cantiere della ricostruzione - il più imponente d’Europa per estensione, 8mila kmq e per valore economico, 28 miliardi di euro - sta diventando modello e laboratorio. Modello per perseguire una ricostruzione sicura e innovativa, laboratorio per individuare un percorso di rinascita per tutto il territorio dell’Italia centrale, non solo quello ferito dal sisma del 2016.

 

Quali sono, secondo lei, le categorie maggiormente colpite sui vari territori?

Tutte le attività “radicate” nel territorio sono state sfidate dalla sequenza sismica 2016-2017. Dall’agricoltura al turismo. Si tratta di due criticità collegate anche a una tendenza in atto, già prima del 2016, che ha visto i nostri territori subire un progressivo spopolamento. La crisi demografica si era fatta sentire molto e prima nell’area del cratere. Oggi il 70% della superficie dell’area del cratere è coperta da bosco. Solo il 5% è “urbanizzata”. Non è un dato tranquillizzante, nonostante l’ideologia ecologista prevalente: il bosco per essere una difesa del territorio deve essere presidiato dall’uomo e dev’essere inserito in un approccio agro-silvo-pastorale. Solo così la montagna tornerà a essere baluardo di difesa del fondovalle e delle coste. Altrimenti al rischio sismico incomberà sempre più forte il rischio idrogeologico.

 

Per ciò che riguarda le imprese alberghiere, quali sono le prospettive per un rilancio di tutta l’area colpita dal sisma?

Il Piano nazionale complementare sisma 2009 e 2016, con l’insieme dei finanziamenti stanziati per cammini, impianti, rifugi e servizi e dei bandi per le imprese, rappresenta il punto di partenza di un percorso fondamentale di riparazione del tessuto sociale ed economico ferito dal sisma. Per migliorare i servizi e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro il programma NextAppennino prevede diversi interventi per la riqualificazione di tutto il sistema turistico, a partire dai percorsi naturalistici e culturali, le infrastrutture e gli impianti già esistenti, con risorse per rifunzionalizzarli e renderli più efficienti.

 

Vi è oggettivamente un problema legato ad alcuni ritardi negli interventi di ricostruzione. A che cosa vanno attribuiti? Pensa si possa imprimere un’accelerazione nelle operazioni dedicate ai vari settori produttivi allo scopo di risollevare l’economia del territorio?

Inizialmente ha prevalso, nella disciplina della ricostruzione, un approccio iperformalista e burocratico. Abbiamo cercato conseguentemente di snellire e fluidificare. Come è successo per quanto riguarda il pagamento dell'IVA nella ricostruzione "produttiva". Come si può pensare che albergatori che da anni sono fermi possano anticipare l'imposta? Siamo intervenuti l'anno scorso creando un fondo ad hoc. Più in generale però, accanto alla ricostruzione e alla messa in sicurezza del territorio, dobbiamo impostare un modello di sviluppo, anche turistico, che sia capace di preservare lo splendore e l’autenticità delle montagne e dei borghi appenninici. Ciò sarà possibile attraverso progetti dedicati e sostenibili dal punto di vista ambientale. Anche attraverso un turismo destagionalizzato, capace di attirare una domanda di qualità, saremo in grado di generare occasioni di lavoro per i giovani che vogliono restare e per chi aspira a vivere e lavorare in montagna. Il nostro Appennino può offrire al Paese un nuovo modello, diverso da quello urbano e connotato da una grande qualità della vita in termini umani ed ambientali. Forte è la necessità di visione per le nostre montagne, affinché i nostri borghi tornino ad essere centri nodali della comunità, capaci di sviluppare servizi e creare posti di lavoro. Ora il vero traguardo è trovare una sintesi comune per quei territori che hanno già dimostrato capacità di visione. Ricostruire in montagna richiede più tempo e più attenzione. L’accelerazione è in corso. Il decollo c’è già stato, ora si tratta di correre, in una rotta condivisa da tutti i soggetti in campo, sia pubblici, sia privati. In questo orizzonte diventano strategici tutti i programmi di digitalizzazione e di infrastrutturazione stradale e ferroviaria. Un territorio vivo e vivace deve essere connesso.

 

Pensa che i territori abbiamo strumenti sufficienti per tornare ad essere attrattivi dal punto di vista turistico?

La natura, l’arte, la storia ci aiutano. Le infrastrutture viarie devono assicurarci l’accesso ai territori per poterne godere e per poterne far godere. C’è poi una particolare vocazione turistica - non esclusiva, ma caratteristica dell’Appennino centrale - lo sviluppo del “turismo lento”: è una delle opportunità di rinascita dei territori dell’Italia Centrale e in particolare di quelli feriti dal sisma del 2016, nelle quattro regioni coinvolte: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Una vocazione finora portata avanti con risultati eccellenti, in modo spontaneo e volontaristico da numerose associazioni e realtà locali, ma che per essere messa a regime e sviluppare le potenzialità, necessitava di un approccio strategico su scala interregionale. Con una Ordinanza approvata in Cabina di coordinamento sisma abbiamo approvato gli interventi in attuazione del programma di sviluppo del turismo lento proposti dalle quattro Regioni del cratere per un importo complessivo di 47 milioni di euro. Si tratta di un articolato sistema di interventi per percorsi fruibili in un’ottica di intermodalità con il trasporto pubblico e la bici, per la messa in sicurezza e la manutenzione, ma anche per investimenti per i servizi di alloggio e ristoro destinati ai camminatori e ai pellegrini. Particolare attenzione è stata rivolta anche all’accessibilità per le persone con mobilità limitata per far vivere a tutti l’esperienza del cammino e del pellegrinaggio. La decisione della Struttura Commissariale è giunta alla vigilia di importanti appuntamenti dei prossimi anni: il Giubileo 2025, l’Ottavo centenario della morte di San Francesco nel 2026 e i 500 anni dell’approvazione pontificia dell’Ordine dei Frati Cappuccini nel 2028. Tra i Cammini “finanziati” alcuni hanno una rilevanza storica e nazionale di particolare rilievo, come il Cammino francescano della Marca, il Cammino di San Francesco nel Lazio; o la via Lauretana e il Cammino dei Cappuccini o la ciclovia del fiume Nera.

 

Qual è stata l’esperienza più toccante da lei vissuta dal momento in cui ha ricevuto il ruolo che attualmente ricopre?

La caparbietà di giovani albergatori e ristoratori che dopo tanta fatica sono riusciti a riaprire i loro esercizi pubblici fa parte dei ricordi indelebili che porterò nel cuore. Ogni giorno voglio essere sul territorio dei 138 Comuni del cratere, e ogni giorno ho la fortuna di collezionare storie di rinascita, di tenacia e di caparbietà. Anche nel settore turistico.







Pubblicato il 08/24/24