Locazioni brevi, facciamo il punto

In arrivo la banca dati delle strutture ricettive. Sanzioni sino a 8mila euro per quelle

che non rispettano l’obbligo di pubblicazione del codice. Prosegue l’impegno

di Federalberghi per la realizzazione di un mercato più equo e trasparente

 

Nel corso degli ultimi anni, l’andamento del comparto extralberghiero ha realizzato buone performance, con tassi di crescita superiori a quelli registrati nel comparto alberghiero.

Il mercato evolve, ci lancia dei segnali, che dobbiamo essere pronti a cogliere.
è peraltro ragionevole presumere che l’andamento delle statistiche ufficiali possa essere in parte spiegato dall’emersione che si realizza a seguito delle misure di contrasto all’abusivismo che sono state adottate in Italia. Ne rammentiamo alcune:

- la comunicazione all’Autorità di P.S. delle generalità degli alloggiati;

- la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle transazioni effettuate sui portali;

- lo scambio d’informazioni tra il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Entrate e i Comuni.

 

Alcuni dati

Anche se i risultati ottenuti grazie a queste misure sono apprezzabili, va detto che la strada da percorrere è ancora lunga.

Basti pensare che, a fronte degli oltre 500mila alloggi italiani disponibili sul più famoso portale dedicato agli affitti brevi, ISTAT censisce soltanto 118mila appartamenti in affitto gestiti in forma imprenditoriale, 33mila bed & breakfast, a cui si aggiungono 15mila esercizi non classificati.

Si consideri, ancora, che, mentre le statistiche ufficiali celebrano il ritorno ai numeri record del 2019, che si chiuse con 436 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, qualche settimana fa uno studio commissionato da ENIT-Unioncamere a ISNART ha stimato che nel 2023 si siano registrate nelle strutture ricettive e nelle abitazioni private italiane circa 851 milioni di presenze.

Gli organi d’informazione hanno “fatto il titolo” sugli 851 milioni, ma in pochi si sono accorti che il dato eclatante era costituito dagli oltre 415 milioni di presenze che sfuggono a ogni controllo.

La banca dati delle strutture ricettive

In questo alternarsi di luci e ombre, si è recentemente inserito il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni al decreto sull’interoperabilità della Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica, realizzata dal Ministero del Turismo in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome.

Attraverso la Banca dati, sarà possibile richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l’esposizione all’esterno delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve o turistica.

Gli Intermediari e i Property Manager che operano su piattaforme online devono assicurare che il CIN sia sempre indicato negli annunci.

Le sanzioni per la mancata esposizione del CIN vanno da 800 a 8mila euro per le strutture che non rispettano la normativa, e da 500 a 5mila euro per chi non espone il codice come richiesto. Violazioni reiterate possono portare alla sospensione dell’attività ricettiva.

Il legislatore ha istituito la banca dati con l’obiettivo, molto apprezzabile, di favorire la trasparenza del mercato.

Sarà utile agli organi di vigilanza, che potranno disporre di un efficace strumento di controllo. Confidiamo che la banca dati venga messa a disposizione anche dei consumatori, per consentire a chiunque abbia interesse di verificare la veridicità delle informazioni pubblicate sui portali.

Ma non vanno trascurati anche altri vantaggi che potranno derivare dalla disponibilità di un elenco aggiornato di tutti i soggetti che esercitano l’attività ricettiva nel rispetto delle regole. Ad esempio, potrà essere utile alle Regioni, per la realizzazione di attività promozionali.

Ci auguriamo, inoltre, che le informazioni contenute nella banca dati vengano presto rese disponibili in modalità open data, al fine di favorire l’attività di tutti coloro che vogliano sviluppare strumenti di promozione dell’offerta turistica italiana.

Il processo di entrata in esercizio della banca dati si articola in due fasi: una fase sperimentale per lo sviluppo del modello di interoperabilità e una fase a regime.

La sperimentazione della piattaforma è iniziata in Puglia. In seguito, sul sito del Ministero, sarà data notizia dell’attivazione del servizio per le altre Regioni e Province autonome, fino a raggiungere, progressivamente, l’intero territorio nazionale.

 

La disciplina fiscale delle locazioni brevi

è inoltre utile ricordare che nei mesi scorsi si sono registrati dei significativi avanzamenti in materia di equità fiscale nella competizione tra strutture ricettive e locazioni brevi.

Airbnb ha versato al fisco italiano 576 milioni di euro per chiudere il contenzioso relativo al mancato pagamento della cedolare secca sugli affitti brevi.

Un analogo accordo è stato raggiunto da Booking.com, che ha pagato 94 milioni di euro per sanare la mancata applicazione dell’IVA sulle commissioni che il portale richiede alle locazioni brevi.

Sono cifre importanti, ma ancor più importante è la circostanza che sia stata riconosciuta la primazia della legge italiana, che i portali si sono impegnati a rispettare anche per il futuro.

Sempre in materia fiscale, ricordiamo l’applicazione dell’imposta di soggiorno sulle locazioni brevi, l’elevazione al 26% della cedolare secca a partire dal secondo appartamento e l’automatica attribuzione della qualifica d’imprenditore ai soggetti che gestiscono più di quattro appartamenti.

 

La direzione di marcia

Con un pizzico di orgoglio, possiamo rivendicare il fatto che i risultati sin qui acquisiti sono stati raggiunti anche grazie al tenace impegno di Federalberghi, che ha promosso l’adozione delle nuove regole ed è intervenuta in tutti i gradi di giudizio, dal TAR alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in difesa della legalità.

Dobbiamo però aggiungere che, seppur le misure sin qui adottate vadano bene, non sono sufficienti. Le realtà di cui parliamo operano a tutti gli effetti come strutture ricettive e quindi devono essere soggette alle medesime regole di base previste per alberghi, affittacamere e bed & breakfast.

Un apprezzabile passo in avanti è stato compiuto introducendo l’obbligo d’installare, all’interno degli immobili destinati alle locazioni brevi, estintori portatili e dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e di monossido di carbonio.

Ma si deve fare di più. Federalberghi continuerà a vigilare sulla corretta applicazione delle norme vigenti e sull’attivazione di ulteriori strumenti, normativi e amministrativi, volti a rendere effettivo il principio “stesso mercato, stesse regole”.







Pubblicato il 07/30/24